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Running Wild - Gates To Purgatory
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( 9575 letture )
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Attivi dal lontano 1984, seppure tra innumerevoli cambi di formazione, i Running Wild hanno quasi sempre proposto della musica di buon livello e, anche se non hanno mai ottenuto un successo paragonabile a quello delle band di primissima fascia, si sono sempre guadagnati il loro pubblico. In virtù di ciò, possono contare su uno zoccolo duro di sostenitori sfegatati che non li hanno abbandonati nel corso di questi lunghi anni. Per questo esordio sulla lunga distanza, i teutonici non avevano ancora abbracciato le tematiche per cui la maggior parte dei fans li conosce, ossia le saghe piratesche in tutte le loro possibili sfaccettature, ma si muovevano per lo più in ambiti canonici per l’epoca, ovvero testi improntati al satanismo, scelta quasi obbligatoria per il trend di allora a dispetto della presenza di “Preacher” in formazione, poi dedito a studi teologici.
Musicalmente, il platter, registrato presso il Caet Studio di Berlino, è roccioso e pesante anche a risentirlo adesso e, senza dubbio, molto “tedesco” a partire già dall’opener Victim of State Power. Ed appunto di power come lo si intendeva un tempo, con pochi compromessi e facilmente confondibile con lo speed-metal, si tratta. Brano breve e senza concessioni, mi torna ancora spesso in mente a testimoniare quanto potente ed immediato fosse. Anche il pezzo successivo, Black Demon, lascia il segno, ma in maniera diversa: si tratta di un mid-time possente, esaltato da un testo adeguato, che fa della rocciosità la sua efficacia. L’atmosfera si conferma nella successiva The Preacher, che introduce quella che è forse la gemma del disco, Soldier of Hell, il cui incipit musicale viene ancora ricordato da molti, così come il coro. Diabolic Force è il compendio dell’album. Pesante e veloce, ma non confusionaria, ritornello d’effetto e testo “malefico”. A questo proposito, si deve sottolineare come anche in tal caso il testo sia d’atmosfera teatraleggiante e non cantato per reale convinzione, ma più con intenti coreografici. Ancora un’aggressione sonora per Adrian S.O.S., breve e violenta, mentre in Gengis Khan fa la sua comparsa quella vena melodica che sarà marchio distintivo di molte delle cose future marchiate Running Wild. La chiusura è affidata opportunamente ad un pezzo da concerto come Prisoner of Our Time. Riff trascinante e testo che invita senza mezzi termini ad urlare come ossessi durante i concerti, specialmente il chorus.
Una parola va spesa per i molti buoni assoli disseminati a macchia di leopardo un po’ in tutto il disco. Buono l’artwork che mostra oltretutto come andavano in giro i kids dell’epoca e le teste che si giravano erano davvero molte. Uno dei cento dischi degli anni 80 da avere assolutamente, possibilmente in versione originale, per rendersi conto di certe atmosfere. Di Gates to Purgatory esiste una versione CD che comprende il mini Victim of State Power -tre pezzi- ed è proprio a questa che si riferisce la copertina che vedete in alto a destra, con l’unica differenza rispetto all’originale data dalla banda posta in basso a destra.
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VOTO LETTORI
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78.38 su 107 voti [
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27
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Ma come si fa a avere una media di 59 questo album è il più bello dei running basta la canzone black demon ....votò 95 |
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26
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Ottimo album ma preferisco quelli dopo..troppo grezzo e acerbo in certi passaggi... |
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Se è uno dei cento dischi da avere degli 80 e in versione in vinile originale, io ce l'ho e me lo tengo ben stretto. Bellissimo anche se un po' ingenuo è un manifesto del metal tedesco di quegli anni . Insomma da avere!!! |
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Bellissimo album d'esordio per questa band che ha fatto la storia del metallo teutonico. Il top lo raggiungeranno pochi anni dopo, ma l'opener, Prisoner of Our Time, Adrian S.O.S. e Black Demon sono comunque dei pezzi notevoli. Voto 80 |
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23
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Album bellissimo, puro HM..90. |
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Comunque in questo album le influenze più evidenti a me sembrano quelle dei Metallica in moti pezzi (su tutte Victim fo state power) e dei Judas Priest a livello di immagine. |
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21
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Soltanto a me la parte iniziale di "Victim of states power" sembra "Hit the lights" dei Metallica?
I primi due di questo gruppo sono degli autentici casi isolati sia a livello lirico che anche da un punto di vista sonoro, almeno parzialmente.
Anche gli Helloween del Mini e del primo album erano Speed però in un modo tutto loro, dove già si sentiva cosa sarebbero diventati.
Poi i Running WIld già dal terzo riuscirono a distinguersi in tutto, ma quest'album contestualizzandolo non é niente di così strano ed é godibile. |
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20
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Voto decisamente esagerato (contando che dischi come Port Royal, Masquerade e The Rivalry hanno preso anche meno) per un disco che seppur acerbo, dimostrava come i Running Wild avessero già parecchie cose da dimostrare e una maturità musicale già bella che pronta. Si può fare un paragone solo con Branded & Exiled, visto che cercare di paragonare un disco come questo con altri dell'epoca d'oro dei Running Wild sarebbe da stupidi, e il risultato con Branded & Exiled per me è che ne esce vincitore quest'ultimo, anche se di poco. Voto 78. |
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Sicuramente arriveranno, anche se adesso non so dirti quando  |
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@Raven recensirete mai Victory e The Rivalry invece? |
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Lo erano (il SONO è totalmente fuorviante e fuori luogo) quanto moltissimi ai tempi di questo disco, molto diverso da quelli degli ultimi anni. Basta leggere i titoli dei pezzi. Non credo che Black Demon, Soldier of Hell, Diabolic Son ed Adrian S.on O.f S.atan potessero andare a Sanremo. E non credo nemmeno che si posso dubitare di simili titoli. A volte basta leggere per evitare commenti con poco senso. |
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I rubbisg Wild sono satanici quasi quanto gli Avion travel |
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Partendo dalla cover molto suggestiva e che gia anticipa il contenuto : heavy metal con influenze speed. Indubbiamente un album bel realizzato, ben suonato e con delle song molto valide. Anche se ci possono essere delle influenze da parte di altri gruppi, queste non inficiano assolutamente il risultato finale ed è running wild in tutto e per tutto. E senza dimenticare la voce molto caratteristica di rolf che mette il suo trademark al tutto. I testi sono nel solco classico di quei anni e quindi fanno parte di come era vissuto l' heavy metal a metà degli anni 80. Da notare che l' ultima song prisoner of ... è l' inizio di una lunga serie di song in classico stile power metal, ehm ..... non nell' accezione negativa. I running wild hanno fatto tantissimo per tutto il movimento heavy metal e anche loro hanno consegnato agli archivi del metallo pesante diversi dischi di valore. (Imho). |
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Come avevo espresso in altre recensioni, la Germania fu la roccaforte del True/metal e del Power più ortodosso e incontaminato; da defender fan quale sono,possiedo tutti primi lavori dei pirati d' acciaio in vinile! (concordo pienamente sulle ingiuste accuse e attacchi nei confronti della band) tornando alla album e' un perfetto esempio di metallo cromato ,potente e goticheggiante,di derivazione tipicamente J.Priest di British Steel,contrastata dalla voce urlata e aggressiva degli esordi di Rock 'n Rolf;insieme ai Grave Digger,una delle più grandi e inossidabili True/Metal e Power teutonica degli anni 80!....Grandi defender!!!..voto 90 |
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13
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Semplicemente meraviglioso! |
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Uno dei dischi che mi ha indirizzato al metal...voto 85 sia per i ricordi che per i ritmi serrati del disco |
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Quante critiche severe ai poveri Running Wild... Anche se in parte condivido (delle influenze Judas si parlava già allora ed i testi satanici non li ho mai apprezzati), ritengo ugualmente di poter spezzare una lancia in favore di questo gruppo. Era il 1984, in Europa stavano prendendo forma i primi vagiti thrash e le tematiche di matrice pseudosatanica (le definisco così perchè non autentiche, ma solo di facciata) imperversavano; ciò nonostante, questo album era più che dignitoso in riferimento al periodo di uscita e, come ricorda giustamente raven, conteneva dei brani divenuti dei piccoli classici, i quali vengono ricordati ancora oggi. Pure il successivo Branded And Exiled non mi spiace, nonostante riproponga con minor efficacia la formula del debutto, ma è con Under Jolly Roger che i RW mi piacquero di più, nonostante le critiche che ricevettero al momento dell'uscita. |
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10
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I testi di stampo satanico sono di una pochezza incredibile, davvero banali e malfatti, ma a livello di sound devo dire che ci sanno fare! Voto: 80 |
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9
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Parecchio  |
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8
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Si d'accordo questo album ha dei testi del cazzo (come tantissimi testi nel metal d'altronde), però quanto sono tosti questi qua?!?! |
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Ho la versione con 2 bonus track, "Walpurgis Night" e "Satan", e lo trovo fantastico. A metà tra l'heavy classico e lo speed. Buona recensione  |
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Puoi ridere quanto ti pare, ma la tracklist l'hai letta? Black Demon, Soldier Of Hell, Diabolic Force,Adrian S.O.S., che poi lo facessero per posa e moda è altra faccenda. |
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metal satanico i RW? Album clone di "restless and wild"?Ma non fatemi ridere... |
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4
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Onesti perchè non si sono mai spacciati per quello che nn sono e non hanno negato le loro influenze. I testi di genere sono stati subito abbandonati. |
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3
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ABBASSO IL METAL SATANICOOOOOOO!!!!!!!!!!!!! |
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E' vero!! L' intro di "black demon" è un misto tra quello di "flash rockin' man" e quello di "ahead of the pack"! Ma la cosa peggiore sono i testi satanisti, li trovo di cattivo gusto oltre che ridicoli. Andavano di moda a quel tempo? E con ciò? Un artista deve scrivere quello che pensa o quello che si sente dentro, come faceva Chuck Shuldiner. Cosa sono le mode per un metallaro? Lui è uno spirito libero. L' anticonformismo è sempre stata una caratteristica peculiare del metal, guai a smarrirla!! |
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Non ho ben capito cosa si è voluto dire con "uno dei gruppi più onesti del giro". Perchè non plagiano? Direi proprio il contrario dato che questo platter è un palese clone di "Restless and wild" degli Accept! L' opener è un proto power sparato stile "Fast as a shark" ed il resto è un heavy elettrico e tagliente stile Accept, anche se, qua e là, si intravede qualcosa dei mitici Judas Priest. |
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