|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
|
( 6769 letture )
|
Finalmente ci siamo. Resilient, uno degli album più attesi del 2013, è finalmente sugli scaffali dei negozi o negli stores digitali. A dispetto della pessima prova offerta con Shadowmaker, i Running Wild continuano infatti a godere di un largo credito di fiducia presso i loro fans, speranzosi che il vecchio pirata nascosto dietro al moniker del gruppo, possa ancora credibilmente terrorizzare chi imprudentemente solca i sette mari incrociando la sua rotta. Presentato al pubblico da una copertina che oggettivamente non passerà alla storia come un lavoro da mostrare in una scuola per grafici, ma che ha comunque un suo perché nella voglia di comunicare una linea di continuità con un passato glorioso, Resilient deve e può assolvere sostanzialmente a due compiti precisi: far dimenticare Shadowmaker e non sfigurare rispetto ai capolavori di un tempo. Ai Running Wild/Rock’n’Rolf di fine 2013 non è possibile chiedere nulla più di tutto questo. Ci sono riusciti oppure della fama di terrore dei galeoni carichi d’oro e spezie non è rimasto più nulla, se non un’ombra, un Davy Jones prigioniero in fondo ad un mare ormai spietato carceriere? La lavorazione di Resilient risulta essere stata molto ponderata, con Rock’n’Rolf che dichiara di essersi rinfrancato mediante la “deviazione” Giant X che gli ha restituito la voglia di suonare e comporre anche per i Running Wild, ai quali ora può dedicarsi con rinnovato vigore, tanto che brani come Fireheart e Soldier of Fortune sono venuti fuori praticamente di getto. Dal punto di vista dei testi, questi risultano coerenti con la storia della band, trattando sia temi sociali (crisi delle banche, privatizzazione dell’acqua e diffidenza verso le autorità), che normali liriche da inno concertistico. Il suono di Resilient lo è altrettanto, dato che la produzione a cura dello stesso Rolf non poteva che mirare a restituire il tipico sound Running Wild, con il fascino vintage che deve avere, ma forse meno graffiante di come poteva essere. Sempre analizzando il lavoro in studio, va rilevato come per la prima volta Kasparek si sia trovato ad operare con linee vocali già strutturate in forma pressoché definitiva già in fase di pre-produzione, al contrario di come accadeva di norma, a testimonianza della grande cura profusa per la registrazione. Tutto questo a titolo introduttivo, ma le canzoni?
Ad aprire le danze è la doppietta Soldier of Fortune/Resilient, due tipici pezzi stile Running Wild, col primo che si fa preferire al secondo. Ambedue i riff di base non passeranno certo alla storia per originalità, ma possono contare su un bridge e su un chorus che, oltre ad essere tipicamente made in Running Wild, si prestano moltissimo a coinvolgere la gente nelle esecuzioni dal vivo. In particolare è l’arioso up-time Soldier of Fortune a godere del grande mestiere e dell’esperienza in tal senso da parte di Rock’n’Rolf, mentre il mid-time Resilient risulta un po’ più di maniera e meno ispirato, anche se più roccioso. Classiche canzoni da cantare a squarciagola senza pensieri. Ritmo che risale con Adventure Highway, un metal-rock di ispirazione settantiana piacevole da ascoltare, ma non certo memorabile. The Drift è sostanzialmente il primo pezzo davvero compiutamente Running Wild. Tutto è costruito per giungere al canto del ritornello dal pieno sapore piratesco, che restituisce la dimensione che ha reso celebre la band e rimette in pace con il tonfo precedente. Forse un pizzico di cattiveria in più non avrebbe guastato, tuttavia, pur non essendo trascendentale e risultando scolastico in alcune soluzioni, il pezzo è riuscito. Interessante l’atmosfera rarefatta di Desert Rose, decisamente lontana da certi standard di Rolf. Accattivante, quasi ruffiana con quell’arpeggio semplice e la chitarra in palm-muting o a dettare la linea principale, melodica ed orecchiabile. Pezzo catchy in maniera quasi indisponente, eppure funziona. È tempo di ripartire: a dettare nuovamente ritmi sostenuti ci pensa Fireheart. Sapore anni 80, batteria decisa e solito ritornello indovinato per un hard rock/metal il cui scopo è -tanto per cambiare- scatenare la reazione della gente dal vivo. Più marziale Run Riot, un hard rock ancora di mestiere, godibile, che ha il fine di far da pretesto per il chorus; niente di che. Altro sinuoso hard rock/blues anni 70 con Down to the Wire, festival del cliché di genere, non brutto di per sé, ma davvero troppo, troppo scontato. Molto semplice Crystal Gold (non necessariamente un male), brano risolto ancora con esperienza, fidando sulla presa del solito, immancabile bel ritornello. Gradevole, ma ancora una canzone la cui presenza non sposta assolutamente nulla nell’economia del disco. Di solito si tende a chiudere con qualcosa che rimanga facilmente in testa e basta, ma Resilient riserva la sua migliore cartuccia compositiva in coda: Bloody Island è infatti il pezzo più ambizioso del disco, visti i suoi quasi dieci minuti di durata. Onde che si infrangono, arpeggio di chitarra, un coro, poi l’irrompere del brano vero e proprio. I paragoni con alcuni grandi brani del passato saranno probabilmente immancabili ed altrettanto probabilmente perdenti, ma Bloody Island è un bel pezzo “marinaro”, proprio quello che i fans sperano sempre di sentire. Non veloce, epico a suo modo e dotato (devo ripetermi, lo so), sia di un bridge che di un ritornello certamente più che soddisfacenti per le ciurme di pirati devoti al capitano Kasparek sparse in tutto il mondo. Data la lunghezza del pezzo che ne concedeva i margini, una maggiore varietà sarebbe forse stata auspicabile, magari in termini di semplici accelerazioni da disseminare nella parte centrale per sostenerne meglio la struttura complessiva, tuttavia Bloody Island è certamente appagante e, per certi versi, addirittura consolante.
Bene, tiriamo le somme. Cosa vi aspettavate da Resilient? Se siete tra quelli che speravano in un nuovo Pile of Skulls rimarrete certamente delusi, dal momento che questa può essere considerata una minestra ben riscaldata, magari con dentro una spezia diversa per dargli quel tocco particolare, ma non più di quello. Se invece le vostre aspettative si limitavano ad un album che fosse superiore a Shadowmaker (cosa assolutamente non difficile), capace di accompagnarvi piacevolmente nelle vostre giornate, con l’aggiunta di qualche sprazzo di quella classe e quella capacità di trascinare tipica dei Running Wild, allora il disco vi darà delle gioie. Resilient è un lavoro concepito con criterio, per soddisfare i fans e proprio per questo soggetto alla possibile critica di essere costruito a tavolino con lo scopo principale di riproporsi in tour con qualcosa di sicuro da portare in scena nonostante le dichiarazioni contrarie dell’autore. Eppure, anche se effettivamente potrebbe essere così, Rock’n’Rolf risolve la pratica con una certa dignità, fornendo una prova condita da alcuni sussulti, da qualche eco del lavoro con i Giant X, molte malizie e persino un pezzo potenzialmente resistente al tempo come Bloody Island. La canzone, inoltre, è sì un esempio di quanto evidenziato sopra, ma anche della voglia di produrre qualcosa di potenzialmente rischioso, cosa che all’età di Rolf può essere considerata come segno di vitalità. Resilient non riesce a suscitare veri entusiasmi, tutto suona come già sentito o possibile da sentire in qualsiasi disco precedente compreso tra Under Jolly Roger e Shadowmaker e lontano dai fasti del passato, ma nonostante ciò regala ugualmente qualche brivido, vuoi per il mestiere e l’immediatezza che lo contraddistingue, vuoi per la prova vocale abbastanza convincente di Rolf, per qualche discreta idea e/o arrangiamento, per almeno due o tre ottimi pezzi, vuoi infine per quel senso di appartenenza alla sua ciurmaglia che induce a chiudere un occhio sugli evidenti limiti della proposta. Magari con i Running Wild non si assalta più all’arma bianca, ma una divertente scorribanda contro qualche galeone un po’ male in arnese, di tanto in tanto, si può ancora condurre con successo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
39
|
Oramai Rock n Rolf senza più una band sforna un album di un piattume disarmante senza idee dove i brani scorrono uno dopo l'altro senza lasciare nulla.Non si salva nemmeno un brano.Da Rivalry in poi sta andando sempre peggio e secondo me Rock n Rolf dovrebbe ringraziare i vecchi compagni di strada e di percorso per quello che ha fatto insieme a loro prima di rovinare la band. |
|
|
|
|
|
|
38
|
disco carino fatto per i fans, nulla di memorabile ma nemmeno nulla di atroce. Voto 65 |
|
|
|
|
|
|
37
|
Mah. Come disco è sicuramente meglio di Shadowmaker (di una banalità e bassezza disarmanti). Ovviamente i tempi di Pile of Skulls (ma anche solo di ReV) sono lontani. La suite è forse la peggiore che hanno fatto. 65 |
|
|
|
|
|
|
36
|
klostridiumtetani@ ne hanno fatti tre più un demo quasi introvabile oramai. So What!, Monster Effect e Savageland. Line up RW e voce diversa, Frank Knight dall'Inghilterra. Li senti cosa probabilmente avrebbe potuto continuare a fare Kasparek. Credo che tra youtube ed E-bay riesci a trovare tutto. I cd li presi all'epoca ma da amici sono venuto a sapere che è diventato sempre più complicato trovare i dischi materialmente. Comunque, io intendo "a detta unanime" come pareri espressi da fans di vecchia data della bands in maggioranza, poi se come te ci sono altri che invece apprezzano il prodotto allora, senza sarcasmo, dico meno male! Io da loro vorrei di più ma ovviamente è solo un mio parere, non lo dico per smerdare chi invece apprezza il lavoro. Conta che i RW sono una delle poche bands che per amore ho continuato a seguire anche quando mi sono reso conto che non mi soddisfacevano più, le critiche che faccio non sono tanto per divertirmi! CauldronBorn@ Kasparek è un dittatore. All'apice del successo, quindi arrivato a Masquerade si è fatto prendere da crisi di onnipotenza e da la purtroppo non se ne è più liberato. |
|
|
|
|
|
|
35
|
Condivido Samba al 33. Ho sempre adorato questa band ma Rock n Rolf mi è sempre sembrato la versione crucca di Mustaine... |
|
|
|
|
|
|
34
|
@Sambalzalzal, intanto grazie per la dritta sugli X-Wild di cui ignoravo l'esistenza, una lacuna che cercherò sicuramente di colmare! Tornando al tuo discorso sulla mancanza di musicisti, sono perfettamente d'accordo, e questo Resilient è sicuramente inficiato da tale pecca, ed è ampiamente rilevabile in fase esecutiva. Ci sta! Ma da li a dire che è una ciofeca ce ne passa. Poi ovviamente come dici è tutto molto soggettivo, però a volte mi sembra che certi commenti siano buttati un po' alla cazzo! Come ho detto oggi me lo sono riascoltato e mi ha letteralmente cambiato la giornata! Infine scusami, ma quando sento frasi tipo: "A detta dei critici...", "A detta unanime...", "Tutti sono concordi nel dire che...", "Non si può certo dire il cotrario di...", ecc. mi crescono le ortiche nelle mutande! Io sono io e sono pienamente convinto del mio pensiero, che non verrà certo mutato da quello che pensa o dice il resto del mondo.  |
|
|
|
|
|
|
33
|
Io penso che il discorso di capolavoro, di buono o no siano soggettivi, tanto è vero che a te per esempio questo piace ed invece dischi come Death Or Glory o appunto Pile Of Skulls non hanno influenzato tante bands o fatto chissà quale scalpore nell'audience, purtroppo. Avevano il proprio circuito che era forte soprattutto in Germania ed in Giappone ma il passo falso, a detta unanime, è stato quello di silurare via via musicisti con due palle così. Axel Morgan, Thilo Hermann, Jens Becker. persone che oltre a suonare da dei erano pure abili compositori, assieme a lui facevano i botti. Da solo i botti non li fa più, ovviamente. Tu hai citato i Maiden, io citerei i Virgin Steele con DD che ha fatto esattamente lo stesso percorso di Kasparek. hanno il marchio del nome e pensano che il successo e capacità compositiva sia una loro esclusiva ma non è così. Io ripeto, non dico che sia un album "brutto" però considerando che il vecchio pirata ancora canta bene e scrive bene pure quando vuole, avrebbe senza dubbio potuto fare qualcosa di meglio con musicisti "veri" all'interno della band. P.s. prova a dare un ascolto agli X-Wild, band di ex membri dei RW attiva nei 90'... |
|
|
|
|
|
|
32
|
Guarda, sono ovviamente correnti di pensiero, e modi di interpretare la musica in modi diversi, ma ricordo ad esempio all'uscita di Brave New World degli Iron, che furono i "critici" recensori che lo annunciavano come il ritorno alle sonorità di Powerslave, e quando lo ascoltai il paragone (secondo me) non centrava un cazzo! Però il disco mi piace; non mi interessa fare paragoni con Powerslave che per me sta sicuramente su un altro livello, però mi piace! Riguardo al prendere per il culo, è normale che un artista faccia del clamore sulla sua nuova release, non si può certo condannare per questo! Magari ne sono davvero convinti. Facendo un altro paragone con gli Iron quando fecero uscire AMOLAD erano talmente convinti di aver fatto il loro miglior album che lo proposero tutto dal vivo (e dal successo ottenuto con quel tour hanno avuto ragione loro nonostante le molteplici critiche). Ripeto: io quest'album lo ascolto molto volentieri e mi sembra buono. Probabilmente a me basta così perché sono di poche pretese e mi faccio poche seghe e mi piace ascoltare buona musica, non solo "capolavori", ma anche la marea di buona musica che sta un po' sotto!  |
|
|
|
|
|
|
31
|
bah io penso che le critiche Rolf se le stia beccando dal post The Rivalry ovvero da quando ha smesso di avere una band alle spalle e da quando ha deciso che poteva fare tutto da solo. Quando uscì Victory non ci fu bisogno di arrivare indietro a Pile Of Skulls, si diceva semplicemente che stava prendendo una brutta piega, una piega MOSCIA e non ispirata, tra batterie elettroniche programmate in modo casalingo ed esaltazioni ai Beatles. Poi la situazione andò sempre più male fino allo scioglimento e riprese nel modo peggiore quando decise di riformarsi con quell'obbrobrio musicale di Shadowmaker. Questo è sicuramente meglio ma ancora lontano da quello che potrebbe fare se avesse veramente voglia di rimettere il gruppo in piedi come si deve. I paragoni e le critiche con Pile Of Skulls vengono naturali in quanto il signor Kasparek nei mesi precedenti all'uscita aveva fatto due palle così dicendo che questo sarebbe stato un nuovo Pile Of Skulls. Purtroppo il fattore età è comprensibile ma quello presa per il sedere dei fans no  |
|
|
|
|
|
|
30
|
Ascoltato anche oggi e francamente certe critiche non le capisco. C'è sempre questa moda di fare confronti con il passato e poi dire :"Ah beh, ma Pile of Skulls era decisamente superiore.. ecc. ecc. quindi questo fa schifo... ecc.ecc. la produzione poi è ridicola.. ecc. ecc. per non parlare del valore storico... ecc. ecc.". Il disco è bello, si ascolta volentieri più e più volte ed è un lavoro che a mio avviso merita. Punto! |
|
|
|
|
|
|
29
|
io non pretendo neanche più niente di che dal vecchio Rock n' Rolf, ma di un disco così scialbo francamente non ne sentivo il bisogno (non brutto, scialbo, che forse è peggio), cioè, non riesco a cogliere l'utilità di canzoni come the drift o fireheart, che definire anonime è dire poco; stesso discorso per tutte le altre, non un guizzo, non un sussulto: niente di brutto ma neanche niente di bello. proprio per il rotto della cuffia salverei bloody island (solo perchè un po' più elaborata e meno anonima delle altre) |
|
|
|
|
|
|
28
|
Mah! Io pensavo peggio! Alla fine non mi dispiace per niente! |
|
|
|
|
|
|
27
|
possibile che sono 3 album che hanno la batteria programmata al computer non condivido per niente |
|
|
|
|
|
|
26
|
L'ho voluto ascoltare per bene, molte volte. Rolf sa ancora come scrivere canzoni ad effetto... Soldiers Of Fortune parla chiaro per esempio ma da vecchio fan agguerrito dei RW dico che non ci siamo. A dire il vero non capisco bene l'entusiasmo di tante persone nel giudicare questo album. Neanche capisco l'esaltazione nel giudizio di Bloody Island che è solo l'ombra di un pezzo come Treasure Island... insomma, non basta un minutaggio lungo ed un arpeggio per fare un pezzo che si ricordi. Dopo l'opener che fa ben sperare Rolf si assesta nuovamente su ritmi blandi, privi di mordente e quindi penso che da parte sua ci sia la volontà di non sforzarsi più di tanto nella composizione essendo ben consapevole che tanto sempre e comunque avrà buoni responsi da una gran fetta del pubblico. Il non volersi sforzare è secondo me relativo al fatto che non vuole magagne con una band effettiva... si chiude qualche ora in studio, butta giù qualche riff e quello deve essere. Non mi aspettavo un nuovo Pile Of Skulls ma tra questo e quello ce ne sono di cose che avrebbe potuto sviluppare in maniera migliore, se avesse voluto... |
|
|
|
|
|
|
25
|
sembra che negli ultimi anni sparare a zero sui nuovi album di band storiche come i mitici Running Wild sia diventata una moda! certo se paragoniamo l'ultimo lavoro con i capolavori passati della band ,questo non puo' che impallidire! forse alcuni sono troppo esigenti e non si accontentano di buoni album come questo e si aspettano sempre chissa' quali capolavori! la stessa cosa succede per tutte le band storiche ( JUDAS,IRON,SAXON etc...) . glorie che hanno dato alla nostra musica capolavori immensi nel passato e ,fosse solo per ragioni anagrafiche, difficilmente potranno ripetersi a quei livelli... |
|
|
|
|
|
|
24
|
Disco grintoso e carino voto 75 |
|
|
|
|
|
|
23
|
Piazzare la miglior canzone alla fine e la seconda migliore come opener non basta a farne un disco acquistabile. Indubbiamente meglio del predecessore, ma troppo asettico e di mestiere per riaccendere i fans di vecchia data come me. Visto che nel mezzo qualche idea è buona, credo che alla fine dei conti si tratti di un'occasione sprecata. Bloody Island è forse il pezzo RW migliore degli ultimi 15 anni, ma qualsiasi voto sopra il 70 è esagerato, il 66 di Raven è centrato in pieno. |
|
|
|
|
|
|
22
|
meglio di shadowmaker ma cd bruttarello...non capisco l'esaltazione di qualcuno... avrebbero fatto bene a ritirarsi se i risultati sono questi |
|
|
|
|
|
|
21
|
Ok, davanti a una birretta le argomentazioni che saltano fuori sono le migliori....ok, ci sentiamo e ci ascoltiamo anche il cd insieme come ai tempi della scuola... |
|
|
|
|
|
|
20
|
@Radamanthis come ho detto più volte per me i RW fino a RIvalry erano intoccabili, poi il vuoto ad eccezione di alcuni brani molto belli presenti su The Brotherhood e Rogues en Vogue, inascoltabili Victory e Shadowmaker. Questo Resilient risolleva leggermente il giudizio, ma brani di troppo mestiere e poco cuore. Brani scritti a tavolino molto simili tra di loro, con qualche brano molto bello penalizzato da un batterista inesistente. Le parole di Raven rispecchiano il mio giudizio, poi ne parliamo di persona davanti ad una birra! |
|
|
|
|
|
|
19
|
Comunque, parere personale, Soldiers of fortune e Bloody island entrano di diritto nel best of della band da mettere in auto!!! Sono le due top tracks del disco e tra le migliori della loro discografia, poche palle!!!  |
|
|
|
|
|
|
18
|
@Mauro My Refuge Paietta: ciao, a parte ciò che hai scritto riguardo a sto disco in calce al tuo post n.14 che ne pensi del disco in se (tralasciando i paragoni con i grandi dischi del passato) ? Lo chiedo a te nello specifico perchè so bene quanto ami questa band e quante aspettative avevi su un loro nuovo album! Un saluto, a presto!  |
|
|
|
|
|
|
17
|
Disco di gran lunga superiore a quell'aborto di Shadowmaker, tanto basta per farmi sorridere....ottima recensione Raven! voto: 70 |
|
|
|
|
|
|
16
|
''Bene, tiriamo le somme. Cosa vi aspettavate da Resilient? Se siete tra quelli che speravano in un nuovo Pile of Skulls rimarrete certamente delusi, dal momento che questa può essere considerata una minestra ben riscaldata, magari con dentro una spezia diversa per dargli quel tocco particolare, ma non più di quello''' Non immaginate quanto personalmente adoro le minestre riscaldate!!!!!!!!!! E se si raffreddano di nuovo le riscalderei nuovamente!!!! Dai Running Wild non mi aspetto e ne rimarrei di consequenza deluso se mi sfornassero un album in stile Dream Theater. Dai Metallica mi aspetto solo album alla Metallica (load e reload shit!). Dai Maiden solo album alla Maiden (infatti ora terrificanti) Dai Dream Theater solo album alla Dream Theater. Dai Rammstein solo album alla Rammstein. Volete che continuo??!?? ''E tutti voi In Coro: SIIIIII!!!!!!!!'' Bene: Dagli Slayer solo album alla Slayer. Dai Dimmu Borgir solo album alla Dimmu Borgir. Dagli Anathema solo album alla Anathema (ora pop band depressa) Dagli Ac/dc solo album alla Ac/Dc Dagli Empire of the sun solo alb..........la morte! FINE |
|
|
|
|
|
|
15
|
Sono a 3 ascolti e purtroppo, a malincuore, per ora è una mezza delusione. Dai Running Wild mi aspetto pezzi da scapocciare fino a slogarsi il collo e da cantare a squarciagola e qui, a parte Bloody Island, c'è molto poco. La bellissima metafora a chiusura della recensione è tanto triste quanto perfetta. |
|
|
|
|
|
|
14
|
@AndreA, ai tempi di Masquerade la band era all'apice della loro popolarità, anche i Blind Guardian in un'intervista dissero che in partia la band power metal che richiamava più gente ai concerti erano i Running Wild, solo che Rolf non ha fatto come tante altre band, vedi Gamma Ray o Rage che pur di suonare all'estero si accontentavano di audience di 200 persone o organizzavano tour con più band, inizialmente girava voce che volesse portare i Running WIld live solo in location in cui potesse addobbare il palco a mo di nave pirata, per poi dichiarare anni dopo di non amare particolarmente la vita on the road... a parte questo pur avendo amato alla follia questa band negli ultimi anni mi ha dato più dispiaceri che gioie, e questo Resilient pur miglior di Shadowmaker non riesce a prendermi abbastanza... |
|
|
|
|
|
|
13
|
Anni fa(diversi aggiungo)i Running Wild godevano in patria di una popolarità indistruttibile,ma anche all'epoca non sono mai riusciti a raggiungere lo status di molti altri gruppi teutonici che li sorpassavano mettendo comodamente la freccia.Ora non sto a dire chi era meglio o chi era peggio ma i RW non hanno mai fatto tour estesi e numerosi quanto i vari Helloween,Gamma Ray,Primal Fear e compagnia varia,probabilmente hanno avuto il tallone di achille nel loro dispotico leader,che ha sempre voluto gestire tutto pur non essendone all'altezza. |
|
|
|
|
|
|
12
|
@Raven rimangono comunque un gran numero di ascolti... |
|
|
|
|
|
|
11
|
Immenso Raven lo metto in lista... |
|
|
|
|
|
|
10
|
Noi ovviamente abbiamo i dischi tempo prima dell'uscita per le recensioni. Questo l'ho ascoltato più di altri, sia perchè il disco e la band sono importanti, sia perchè doveva rappresentare un mio piccolo traguardo, poi slittato di qualche giorno. Ad ogni modo prima ho sbagliato a battere la cifra, gli ascolti sono 24, non 34. |
|
|
|
|
|
|
9
|
Quello che ho sentito mi piace molto...certo Pile of skulls era di altro livello ma questo un 75 lo prende di sicuro! |
|
|
|
|
|
|
8
|
@Raven massimo rispetto...recensore serissimo...io avrei dato un po' di voti in più(78 per me) ma non posso dire niente...l'avró ascoltato si e no 3 volte. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Il cd non l'ho ancora sentito ma non lo comprerei solo x come si veste rock n rolf, eheh...inguardabile (con tutto il rispetto x cio' che ha fatto in tutti questi anni, s'intende) |
|
|
|
|
|
|
6
|
34. Debitamente calcolate per rispondere a domande come questa. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Raven, quante volte lo hai ascoltato prima di recensirlo? |
|
|
|
|
|
|
4
|
Pienamente d'accordo con il recensore , per me un 65 di voto. |
|
|
|
|
|
|
3
|
Per me un bellissimo abum,lui un pò è tornato sui suoi passi,non sarà un "Port Royal"o un "Death of Glory"ma per me 75 li becca tutti! |
|
|
|
|
|
|
2
|
Ottimo disco, missaggio praticamente perfetto! 75 |
|
|
|
|
|
|
1
|
Bel dischetto, lontano da Under jolly roger, pile of skulls, death or glory ma più che sufficiente e decisamente migliore dall'anonimo shadowmaker. lo valuterei 70 |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Soldiers of Fortune 2. Resilient 3. Adventure Highway 4. The Drift 5. Desert Rose 6. Fireheart 7. Run Riot 8. Down to the Wire 9. Crystal Gold 10. Bloody Island 11. Payola & Shenanigans (Limited Edition bonus track) 12. Premonition (Limited Edition bonus track)
|
|
Line Up
|
Rolf Kasparek (Voce, Chitarra, Basso) Peter Jordan (Chitarra)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|