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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Running Wild - Masquerade
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18/02/2017
( 4368 letture )
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A Rolf Kasparek, in arte Rock 'n' Rolf, nonostante alcuni passi falsi degli ultimi anni che ne hanno ridimensionato un po’ l’aura, si deve riconoscere il merito di essere stato uno dei pochi a tenere alto il vessillo dell’heavy metal nel ben mezzo degli anni ’90 con i suoi Running Wild, periodo in cui la scena subì un forte ridimensionamento ed un calo di interesse generale causato da diversi fattori. Tra ondata grunge e le varie derivazioni industrial, death e black nate ad inizio degli anni ‘90, la band di Amburgo è stata uno di quei pochi gruppi di metal classico in grado di mantenersi fedele alla linea e a proporre con costanza e convinzione album di ottimo livello. È in questo contesto, nel 1995, sotto l’etichetta Noise Records, che vede la luce il nono disco ufficiale della band. Intitolato Masquerade, al contrario dei precedenti Port Royal, Under Jolly Roger, Pile of Skulls e Black Hand Inn, si discosta leggermente dalle consuete tematiche piratesche dedicandosi anche a liriche più mistiche e in particolare all’eterna lotta tra il bene e il male. Conservando la consueta dose di epicità e solidamente ancorato al tipico suono dei Running Wild, l’album presenta in diversi passaggi tutti gli ingredienti musicali che hanno reso celebre la band di Amburgo - non mancano infatti la consueta dose di trascinanti cori dal forte pathos - ma allo stesso tempo introduce inflessioni con un retrogusto più oscuro e riflessivo, altrettanto esaltanti ed entusiasmanti. Dette atmosfere, cupe e sinistre, fanno subito capolino tramite l’intro The Contract/The Cripts of Hades che ben presto sfuma per dar spazio all’arrembante ed energica batteria di Jörg Michael che, insieme ai taglienti riff di Rock 'n' Rolf coadiuvato da un ottimo Thilo Hermann, fanno esplodere la titletrack. Masquerade è una clamorosa killer-song di puro heavy metal che spazza via letteralmente l’ascoltatore, trasportandolo con solidi e compatti riff fin dalle prime battute. Complice una registrazione e una produzione avvolgente e fragorosa che dona un carattere selvaggio e ancora più battagliero, la band si presenta in gran spolvero con la consolidata formazione che collabora proficuamente dalla fine degli anni ‘80. Quest’alchimia si percepisce molto bene e viene ulteriormente confermata nelle successive tracce, le granitiche Demonized e Black Soul, potenziate dal consueto indiavolato drumming di Jörg Michael intento a scandire le veloci ritmiche condite da arrembanti cavalcate in doppia cassa. Se Lions in the Sea veloce e dai sentori avventurosi e marinareschi si candida agevolmente come uno degli episodi meglio riusciti di tutto l’album, è, invece, un pezzo più ritmato e cadenzato ed è in grado di sprigionare con le sue melodie un’altra canzone trascinante e coinvolgente. Giro di boa e la furiosa Wheel of Doom riaccelera l’andatura in perfetto stile Running Wild con coordinate devote all’heavy/power più battagliero. Il pezzo in questione apre alla seconda parte del disco che, a onor del vero, presenta complessivamente dei buoni pezzi, senza però contenere grossi picchi qualitativi. Ci riferiamo in particolar modo a Soleil Royal, Men In Black e alla conclusiva Underworld, episodi di certo un po’ meno ispirati rispetto ai precedenti e un po’ troppo manieristici, ma che ben rappresentano la facilità della band di riuscire senza troppa fatica a snocciolare degli onestissimi pezzi di heavy metal, in grado certamente di mantenere il disco su livelli più che buoni. Dedica a parte merita Metalhead, un brano certamente immediato e da una semplicità compositiva estrema, ma in grado di sprigionare genuinità in tutta la sua durata ed in particolare nel refrain:
Metalhead, trust in yourself and fight Metalhead, free your mind Metalhead, deny the darkened side Metalhead, your soul is prime
trova il proprio apice come manifesto dell’orgoglio metallaro, nonché vero tributo dei Running Wild ai propri fans.
A distanza di oltre vent’anni dall’uscita, il nono album della band di Amburgo brilla di luce propria nel vasto panorama del power metal tedesco e, anche se una parte della critica e alcuni fans tendono e a considerarlo il primo passo verso il declino, l’album nel suo complesso è assolutamente da considerarsi come un prezioso sigillo della discografia dei Running Wild. Masquerade è un gran disco seppur oggettivamente inferiore ai due album precedenti, gli inarrivabili Pile of Skulls e Black Hand Inn. Un album che, come del resto tutti i precedenti, riascoltato oggi suscita anche un po’ di malinconia, facendo tornare alla memoria quando i cosiddetti pirati del metal erano configurati come una solida e coesa band e non come un intermittente progetto solista di Rock 'n' Rolf. Bei tempi, impossibili da ripetere, e che tutti i fans dell’heavy metal conservano nei propri cuori.
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13
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All\'epoca, il mio primo disco dei Pirati.
Fu amore a primo ascolto.
Tutt\'ora una delle mie band metal preferite in assoluto.
Non ho una precisa classifica dei loro dischi perché li amo tutti,
ma credo Masquerade sia comunque tra i migliori senza dubbio e di sicuro nella top 5.
Voto 90 |
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12
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Ottimo album con 2 capolavori : Lions of the sea e rebel at hearth. |
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11
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"Masquerade, al contrario dei precedenti Port Royal, Under Jolly Roger, Pile of Skulls e Black Hand Inn, si discosta leggermente dalle consuete tematiche piratesche": le tematiche piratesche già in Death of glory non c'erano più.
"la band si presenta in gran spolvero con la consolidata formazione che collabora proficuamente dalla fine degli anni ‘80.": la band dalla fine degli anni 80 ha iniziato a cambiare continuamente formazione...
Leggere le note nei booklet, magari? Basta anche un giretto su metal-archives (o Wikipedia, alla peggio...) |
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10
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Uno degli ultimi album di rilievo dei Running Wild. Non siamo ai livelli di Death or Glory o Pile of Skulls, ma rimane un ottimo album. La title-track e la tripletta Lions of the Sea/Rebel at Heart/Wheel of Doom sono da manuale dell'heavy metal, il resto si assesta comunque su buoni livelli. Voto 81 |
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9
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Qui cominciano a perdere un po' di gloria, ma continuano a vendere bene, sempre coerenti. Per il testo evidenziato nella recensione, se fosse a nome Manowar, scatterebbe la parola d'ordine social:americanata! |
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8
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Il mio preferito dei Running. Riffoni e metallo a fiumi, lo adoro! |
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7
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Un album che inizialmente non mi aveva granchè preso, ma che con il tempo ho iniziato ad apprezzare davvero, potente e con delle belle mazzate dove probabilmente non avevano mai fatto prima. Ma il meglio secondo me, arriverà con The Rivalry che è tra i miei 5 dischi preferiti della band. Masquerade si merita comunque un bel 80 |
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6
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Uno dei miei dischi preferiti di sempre. Esaltante al massimo. |
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5
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L'avevo comprato appena uscito a Udine mentre ero militare. Un disco da 75. |
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4
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Sinceramente non in cima alle mie preferenze dei dischi dei pirati, un album discreto, per me 70 |
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3
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album più pesante del solito, troppo pesante a mio avviso.. 70 |
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2
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Cd che mi è stato regalato anni fa, alcuni pezzi molto validi, altri un po' meno, comunque ogni tanto lo riascolto volentieri, un 75 ,per me. |
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1
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METALHEAD!!!!!!!!!!!!! THIS IS HEAVY METAL!!!!!!!!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Contract/The Cripts of Hades 2. Masquerade 3. Demonized 4. Black Soul 5. Lions in the Sea 6. Rebel At Heart 7. Wheel of Doom 8. Metalhead 9. Soleil Royal 10. Men In Black 11. Underworld
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Line Up
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Rock 'n' Rolf (Voce, Chitarra) Thilo Hermann (Chitarra) Thomas "Bodo" Smuszynski (Basso) Jörg Michael (Batteria)
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