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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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17/05/2016
( 2848 letture )
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Se pronunciamo le parole “gothic metal” e “scena tedesca” nella stessa frase è difficile non finire per citare i Crematory. La band di Mannheim è ormai sulle scene da oltre 25 anni e continua con costanza e pazienza certosine a sfornare dischi quasi sempre molto validi, nonostante il gruppo sia a tutti gli effetti un hobby per i suoi membri. Negli ultimi anni comunque anche i Crematory non sono stati risparmiati da una certa quantità di scossoni e di cambiamenti di line-up (basti pensare che quella dello stesso Monument oggi non è già più quella ufficiale) e proprio in quest'ultimo lavoro abbiamo assistito all'esordio di ben due nuovi membri (Tosse Basler e Rolf Munkes) che hanno portato ovviamente una certa dose di cambiamenti. Intanto perché si tratta di un totale ricambio nel reparto chitarre, cosa che in un gruppo metal tende ad essere abbastanza rilevante, e poi perché Tosse è anche dotato di un'ottima voce pulita, che è andata a completare quella di Felix in modo decisamente efficace.
Proprio il lavoro dei due nuovi membri risulta piuttosto importante nella costruzione dello scheletro dei dodici pezzi che compongono Monument, soprattutto per quanto riguarda le compatte ritmiche in power chords senza fronzoli che -pur senza l'uso di distorsioni particolarmente estreme- riescono in molti frangenti a trascinare anche da sole i brani nonostante passaggi abbastanza ripetitivi e con una percentuale di momenti più “solisti” veramente limitata. Fondamentale invece nell'economia del sound è il lavoro di Katrin Jüllich (moglie del batterista Markus), che dietro le tastiere si occupa di creare il sottofondo elettronico che da qualche anno caratterizza il sound dei Crematory (anche se, ad onor del vero, in quest'ultimo disco c'è stato un leggero ridimensionamento proprio in questo ambito), con suoni tipicamente industrial già sentiti ma comunque usati per passaggi melodicamente molto gradevoli. Anche la sezione ritmica propriamente detta continua ad affondare sempre più le sue radici proprio nell'industrial, con passaggi della batteria di Markus Jüllich anche qui molto ripetitivi nell'approccio e nei filler, ma che sono -complessivamente- ben contestualizzati. Il basso di Harald Heine è invece abbastanza evanescente, ed emerge con un suono sferragliante particolarmente denso sulle frequenze medio/alte solo nei -rari- momenti di silenzio delle sei corde. Il reparto vocale è invece forse una delle sorprese più rilevanti: Felix continua ad essere molto efficace con la sua voce harsh piuttosto flessibile (si passa dal growl profondo ad approcci sempre “sporchi” ma più leggeri) che guida le danze soprattutto nei pezzi in lingua tedesca (Haus mit Garden, Eiskalt, Falsche Tränen e Die letzte Schlacht). Tosse Basler invece dà il meglio di sé con un pulito estremamente convincente che si alterna tra tonalità medio basse molto interessanti a livello timbrico e parti più acute comunque molto valide, che spesso culminano in ritornelli veramente riusciti (Die so Soon, Before I Die, Save Me).
La produzione invece costituisce un capitolo particolarmente negativo per via di una serie di problematiche che hanno per alcuni versi impedito a Monument di esprimere al meglio il suo potenziale. Innanzitutto la sezione ritmica è rimasta sacrificata: come già detto il basso di Harald Heine è sì presente, ma va davvero cercato con il proverbiale “lanternino”, mentre la batteria di Markus Jüllich suona parecchio spenta e con dei suoni poco incisivi sia a livello timbrico che come dinamiche (anche se in merito a queste ultime potrebbe trattarsi di una scelta voluta per assecondare la moderna attitudine industrial della band). Anche il mastering non è ha avuto un risultato troppo felice considerando che Monument suona veramente “alto” (in termini di volume) anche per gli standard di questo periodo di “loudness war”, e si tratta di una differenza piuttosto marcata persino rispetto alla media dei dischi metal, quindi è facile intuire dove siano andate a finire un'altra buona parte delle dinamiche dei vari strumenti, cosa che rende costante un fastidioso senso di “piattezza” durante tutti i cinquanta minuti di durata.
Insomma, nel complesso i Crematory hanno tirato fuori -almeno in termini compositivi- un album superiore alla loro media (sicuramente superiore al precedente Antiserum), ma che non riesce a brillare di luce propria perché limitato dai suddetti problemi di produzione e anche per la poca freschezza delle soluzioni stilistiche utilizzate. È innegabile come all'interno del loro territorio questi tedeschi si muovano bene, ma quello che è -a conti fatti- un vantaggio in termini di esperienza diventa uno svantaggio quando si tratta invece di creare qualcosa in grado di stupire il pubblico dopo tanti anni di carriera. Monument resta comunque un disco valido e decisamente da ascoltare se siete fan del genere.
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3
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A me è piaciuto. Anche Antiserum l'avevo apprezzato (pur non essendo un album eccezionale), più che altro come sperimentazione, ma qui credo che la commistione di elettronica col gothic sia migliore rispetto al precedente, che forse era troppo elettronico. Questo invece lo trovo molto ben bilanciato. Concordo con Room su Basler, la sua voce è veramente azzeccata per questo genere. La pecca è sì il basso, che praticamente non si sente; la batteria invece secondo me ci sta e credo che il suo sound sia proprio una scelta stilistica. Comunque alla fine è vero, per i fan del genere credo sia davvero un buon disco. Non penso che abbiano bisogno di stupire il pubblico: almeno per quel che mi riguarda, questo è quello che mi aspetto dai Crematory e, una volta che le canzoni prendono (cosa che succede, l'ha notato anche Room), per me va bene. Concordo con la maggior parte della rece e col voto  |
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2
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sicuramente meglio rispetto al precedente. godibile lavoro nel loro stile |
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1
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Mmmmm antiserum non era un granche', ho ascoltato qualche traccia ma siamo lontani dai veri crematory secondo me |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Misunderstood 2. Haus mit Garden 3. Die so Soon 4. Ravens Calling 5. Eiskalt 6. Nothing 7. Before I Die 8. Falsche Tränen 9. Everything 10. My Love Within 11. Die letzte Schlacht 12. Save Me
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Line Up
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Felix (Voce) Tosse Basler (Chitarra, Voce) Rolf Munkes (Chitarra Katrin Jüllich (Tastiere, Samples) Harald Heine (Basso) Markus Jüllich (Batteria)
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