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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Scorpion Child - Acid Roulette
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25/06/2016
( 3139 letture )
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Texani di Austin, ecco qui gli Scorpion Child. Un quintetto assai interessante che si getta anima, corpo e ampli sull'hard rock, contaminandolo con frustrate lisergiche, montagne di potenza sonica non indifferenti e una perizia strumentale e compositiva di tono maledettamente apprezzabile. Esordiscono nel 2013 con un lavoro auto-intitolato che riscuote ottimi consensi negli USA, con tanto di traguardi nelle chart di tutto rispetto e da quel primo passo attingono linfa vitale per continuare nella loro corsa, stando ben attenti a non creare una cesura con il recente debutto, fatto di disperazione lancinante, carboni ardenti e voglia di emergere. Acid Roulette appare come un CD molto tosto che illustra, all’interno dei testi, un racconto organico, una storia ispida come quella di una triangolazione amorosa, quindi un vero e proprio concept, stilema che sta tornando di moda ultimamente tra le realtà hard.
La trama si snoda attraverso 13 pezzi, nei quali il protagonista narra la vicenda, supportato da riff urticanti, miscele musicali laviche e una resa sonora davvero coinvolgente. Una copertina che conferma la visione psichedelica del combo americano, poi si parte subito con alabardate degne di Goldrake in pieno combattimento spaziale: da notare che il cuore e l’anima del disco sono stati registrati live in studio, per cogliere il pathos, salvo poi apportare piccoli cambiamenti e finiture in un secondo momento. Sin dall’apertura di She Sings I Kill, titolo geniale, i cinque sparano che è un piacere, con spessore, potenza nelle corde e influenze che vanno dai Led Zeppelin ai Sabbath, riff roventi, chitarre appuntite, stacchi tenaci e vigorosi, un ritmo coinvolgente condito da una voce viziosa, ma con estensione invidiabile ed espressività di livello, insomma un primo squarcio nel buio che convincerà chi si metterà all’ascolto; 5:30 di intensità senza ritegno. Reaper’s Danse è un’altra bottigliata sulla nuca con chitarre in rincorsa, ritmi adrenalici, con citazioni dotte in bilico tra Maiden e un certo metal timbrato USA degli eighties, My Woman In Black si veste da splendido hard rock deragliante tinto di cori e atmosfere dark, un solismo dell’ascia al fulmicotone, voce perfettamente calata nel personaggio; la title track smonta un pezzo blues per ricostruirlo sulle fondamenta di una chitarra liquida, tremolante effettata e fortemente lisergica, per un sound maestoso, fuso con le corde vocali dirompenti di Aryn Jonathan Black, che gioca a fare il Plant della situazione, riuscendoci alla grande, tra l’altro. Fantastico l’intermezzo centrale, la chitarra che va sfumando fischiando, le key che entrano e piazzano lì un solo che riporta l'ascoltatore dritto dritto nei primi seventies tra fumi, alcol e sostanze psicotrope, mentre la batteria impazzisce e gli strumenti vanno in temperatura di fusione. Winter Side Of Deranged carica a testa bassa con la drum in tempo dispari e un passaggio centrale molto ben armonizzato dai cori, Séance è un rito parlato e con coralità da liturgia senza musica; Twilight Coven è splendido hard rock anni settanta con richiami ai Deep Purple e ai primi vagiti di Tony Iommi e compagni, congegnato alla grandissima con classe che scappa da tutti i pori, Survives parte come ballad e si trasforma in un anthem vecchio stampo con forti essenze di Queen che non passano inosservate. Questi ragazzi hanno una modalità compositiva proiettata nel passato, ma lo sanno fare con una qualità davvero notevole, grandi lodi a loro. Riff cinereo, andamento pesante come la ghisa, ecco a voi un perfetto mix tra Sabbath e Led Zep, pronta e scodellata Blind Man's Shine: ma non pensate sia una copiatura pedissequa, anzi, tutto risulta coinvolgente e scuoti-osso sacro, con le chitarre che si affacciano su una tempesta scatenata da organo e strumenti coordinati. Se Moon Tension è quasi punk come approccio veemente, ma la natura hard rock sbotta senza scogli ad arginare, Tower Grove pesta per bene con un finale muscoloso, mentre Might Be Your Man e la finale Addictions sono due vere suite, composte con una pregevolezza rock che molti si sognano e sanno riattivare i circuiti neuronali sin da subito. La prima è una splendida song con tutta l’acidità e la possanza del tempo che fu, dove ancora una volta voce e strumenti si fondono alla perfezione, regalandoci una traccia di grandissima energia e brillantezza e un mega solo della sei corde che ci catapulta dritti sul finire dei sixties mentre Jimmy Page esce allo scoperto da dietro il muro, infine i 6:33 di Addictions pongono il sigillo definitivo su un lavoro maestoso in qualità, perizia e capacità della band.
Acid Roulette è una release adatta a tutti: se poi amate le radici del rock -e ci auguriamo che anche chi ascolta brutal o grind abbia basi solide fondate nel rock duro dei 60 e 70- qui troverete una benedizione santificata da questi cinque yankee che sanno rivitalizzare anche lontani echi del passato. Un disco moderno e antico, potente e di atmosfera, una storia intrigante e strumenti odorosi di Hard Rock, fantasmi dei trascorsi e linee direttive attualissime, in poche parole perdersi questi Scorpion Child sarebbe un peccato originale non rimediabile. Uno dei migliori dischi di questa prima parte di 2016. Semplicemente fenomenali.
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8
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....semplicemente fantastico.... |
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7
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Gran bel disco, una sorpresa per me |
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6
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Chi ama l'hard rock non può non amare questo lavoro. Non é un capolavoro , ma piace e tanto. Buono il voto del recensore. |
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5
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Non mi ha sconvolto, ma è di certo un album confezionato con molto mestiere che permette un ascolto molto piacevole. Credo che un 80 sia giusto. |
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4
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@Mix: beh le radici sono le stesse, blues, hard rock anni 70' tipo Led Zeppelin, ma anche Black Sabbath, ed uno voce che ha in Plant il modello, impossibile non anche ricordare i Badlands, ma qui c'è veramente tanta qualità. |
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3
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Solo a me ricordano i sottovalutati Badlands di Jake E. Lee? |
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2
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Mi avete incuriosito,vado a sentirlo |
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1
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Sicuramente uno degli album dell`anno. Hard rock di classe superiore, questo album mi piace molto di piu` del primo. Il cantante e` veramente bravo, sulla scia di Plant ma con grande personalita`. Recensione perfetta e voto congruo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. She Sings I Kill 2. Reaper's Danse 3. My Woman In Black 4. Acid Roulette 5. Winter Side Of Deranged 6. Séance 7. Twilight Coven 8. Survives 9. Blind Man's Shine 10. Moon Tension 11. Tower Grove 12. Might Be Your Man 13. Addictions
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Line Up
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Aryn Jonathan Black (Voce) Christopher Jay Cowart (Chitarre) Aaron John “AJ” Vincent (Tastiere) Alec Caballero Padron (Basso) Jon “Charn” Rice (Batteria)
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RECENSIONI |
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