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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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26/06/2016
( 1496 letture )
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Nati dalla mente di Matthew, batterista di Weverin e dei più “noti” Valdur, il progetto Sxuperion giunge alla pubblicazione di questo terzo full length in tre anni. Dedicandosi ancora una volta a tutti gli strumenti, alla produzione ed alla pubblicazione sotto la sua etichetta Bloody Mountain Records, il musicista mette in mostra un certo attaccamento per la sua personalissima creatura; pur essendo sconosciuto ai più, il progetto ha infatti alle spalle una bella manciata di demo/EP che va avanti dal 2003.
Terzo ed ultimo capitolo della trilogia dei “Corridoi Cosmici”, Cosmic Void riprende le sonorità del primo atto uscito nel 2014 (Through Cosmic Corridors). Dopo un secondo capitolo dedicato interamente a sonorità ambient/sci-fi, Matthew rientra in lidi prettamente death/black, riuscendo comunque a non suonare come una copia del debutto. Per quanto si tratti di canzoni monolitiche e incentrate su riff serratissimi, il musicista arricchisce il tutto con degli stacchi semi-gregoriani/orchestrali e dei momenti vagamente più atmosferici grazie all’utilizzo di rallentamenti e dissonanze; non si tratta però di una soluzione tanto riuscita, poiché il risultato finale, almeno per quanto riguarda i canti gregoriani/orchestrazioni è quello di un collage sonoro. Tali intermezzi infatti suoneranno più come un’aggiunta che come parte integrante del sound, andando così a togliere quel senso di coesione e continuità che ci aspetterebbe. Si ha quindi la sensazione di trovarsi davanti ad un songwriting troppo amatoriale, ed è un peccato perché Matthew ha regalato sicuramente più soddisfazione con i Valdur, suo gruppo principale in cui suona la batteria. Le canzoni suonano quindi tutte piuttosto uguali, monotone e offrono ben pochi spunti realmente interessanti; viene quindi difficile distinguere un pezzo dall’altro, ma il problema non è tanto questo, quanto più che altro il fatto che i pezzi sono fin troppo lunghi per quello che offrono e per come lo offrono. Non è un caso che il brano migliore del lotto sia From All That Is Not, costruito su tempi più moderati e che si distacca un minimo dalla monotonia generale.
Di tutta la trilogia, Cosmic Void è in sostanza il capitolo meno riuscito; la monotonia generale e il superficiale songwriting non rendono giustizia a quello che, seppur nel suo piccolo, sarebbe potuto essere un disco/progetto molto interessante.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ardent Hymns Accumulating 2. Irreligious Cosmic Void 3. Prime Calignosity (Disharmony in the Empryrean Kingdom) 4. Crepuscule Devout Whore 5. From All That Is Not
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Line Up
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Matthew (Tutti gli strumenti)
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RECENSIONI |
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