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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Radio Moscow - Magical Dirt
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25/07/2016
( 1645 letture )
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Avete presente i Led Zeppelin? Beh, immagino di sì, chi non li conosce. Un po' tutti abbiamo avuto la possibilità di ascoltare un loro disco o semplicemente un loro brano, non so, Stairway to Heaven o Whola Lotta Love. Spesso la band britannica è stata ridotta, dall'ignoranza umana, a semplice artefice del riffone sporco e solido della sigla introduttiva della storica trasmissione Top of the Pops o riconosciuta attraverso uno dei membri fondatori come lo sono stati Robert Plant o Jimmy Page. Proprio riferendoci a quest'ultimo, quale chitarrista non ha mai provato ad eseguire una volta nella vita l'intro di Stairway to Heaven? Diciamoci la verita, ci siamo stancati di entrare in un negozio di strumenti musicali e riconoscere lo storico arpeggio dalle inesperte dita di qualche rocker in erba. Jimmy Page, che genio. Si dice abbia inventato tutti i riff possibili e che per tale scopo abbia stipulato un contratto con il diavolo per vendergli l'anima o qualcosa del genere. Leggenda, almeno così si dice, poi se si esaminano meglio i suoi lavori, si arriva a pensare che sia stato il diavolo a vendere l'anima a Page. Bene, ora vi pongo una domanda scomoda: avete mai provato ad immaginare gli Zeppelin senza il loro chitarrista leggendario? O meglio, avete mai provato ad immaginare un'altra personalità al posto di Page? Uno alla Hendrix, per fare un esempio che calza a pennello col ragionamento guida. Scommetto che l'idea stuzzica e non poco qualcuno. Arrivo al punto. Se volete sapere cosa sarebbero stati i Led Zeppelin con il rivoluzionario Jimi Hendrix alle sei corde, basterà piazzare, paradossalmente, Magical Dirt del trio statunitense Radio Moscow nel lettore, spingere play e viaggiare indietro nel tempo sino agli anni settanta. Godere dell'hard rock per eccellenza, quello puro che non conosce derivazioni, facendolo attraverso una band derivativa. Improvvisamente, al posto del pantalone col risvoltino a vita bassa che mostra, quando ci si piega sulle ginocchia, il buco del "salvadanaio", vestiremo un bel zampa d'elefante.
Il sound pieno e grasso e le lame vocali di Parker Griggs ci daranno un benvenuto fulminante con So Alone, la cui struttura è quella tipica che ci aspetteremmo, viste le premesse. Non ci resta che spingere il volume oltre la soglia di tollerabilità umana e pregare di non diventar sordi. Che bomba e che assolo! L'esplosività prosegue con Rancho Tehama Airport. Il modo in cui Marrone detta i tempi ai compagni è esemplare, e con quanta potenza sbalorditiva. Griggs ancora una volta regala assaggi di bravura legata ad una inaspettata fantasia compositiva. Hendrix per Death of a Queen? Silenzio d'obbligo in sottofondo per godere a pieno di ogni passaggio e fraseggio. Si fatica coi ragazzi originari dell'Iowa. Si possono sentire le perle di sudore bagnarci il volto ed appannarci la vista tra una movenza e l'altra. Il collo di una bottiglia di whisky scivola lungo le corde di una vecchia chitarra acustica. L'aria si scalda, inganna le nostra percezione visiva riflettendo immagini distorte lungo la strada infinita che sembra salire verso il cielo limpido. Ecco Sweet Lil Thing, il pezzo principe del platter. La bestialità esecutiva ed i feroci duelli strumentali dei primi tre brani si ripresentano in These Days e Bridges. A tratti sembra di riscoprire il Frusciante dei tempi d'oro. Le dita volano sulla tastiera in palissandro e, in entrambi i momenti, una presunta fine rinvigorisce un brano nel brano. In Gypsy Fast Woman si presenta la psichedelia. Sarà merito del fungo in copertina, ma la musica finisce per catapultare l'ascoltatore in un'altra dimensione. La voce di Griggs, leader indiscusso, possiede varie personalità e nel moderno southern/rock di Got the Time sembra di percepire lontanamente Wedder, cantante dei Pearl Jam. Le chitarre si avvitano e si sciolgono fino a confondersi. Il sound è rarefatto e si prova un certo senso di affanno nel tentativo di restare lucidi con Before It Burns. Lasciarsi andare o scappare dall'ipnosi? L'album si chiude con il semplice ed immortale vecchio blues chitarra e voce. Stinging ci renderà folli.
Magical Dirt è un discone che da una parte rievoca il passato con coraggio e dall'altra -quella dalla metà in giù-, propone lo stoner/southern più facilmente reperibile ai giorni nostri. Per farci un'idea migliore, possiamo rispolverare The Answer o i primi Wolfmother. I Radio Moscow, gruppo formatosi nel 2003 e che della formazione originale ha conservato, col passare degli anni, il solo Griggs, mantengono in alto con personalità, talento e intelligenza il nome del sacro rock. Una band stratosferica. Credetemi sulla parola.
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INFORMAZIONI |
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Alive Natural Sound Records
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Tracklist
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1. So Alone 2. Rancho Tehama Airport 3. Death Of A Queen 4. Sweet Lil Thing 5. These Days 6. Bridges 7. Gypsy Fast Woman 8. Got The Time 9. Before It Burns 10. Stinging 11. The Nectar Reprise
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Line Up
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Parker Griggs (Voce, Chitarra)
Anthony Meier (Basso)
Paul Marrone (Batteria)
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RECENSIONI |
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