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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Galneryus - Advance to the Fall
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05/02/2017
( 2926 letture )
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Quando si parla di power metal, spesso ci si riferisce a quello di stampo europeo -specialmente tedesco- o tutt’al più alla corrente proveniente da oltreoceano, che però si differenzia sotto diversi aspetti, andando a parare maggiormente su territori heavy/thrash. Difficilmente vengono tirati in ballo gruppi provenienti dal resto del mondo, seppur non manchino esempi importanti da questo punto di vista. La band che andremo oggi a trattare appartiene proprio a quest’ultima categoria. Provenienti da Osaka, Giappone, i Galneryus sono la classica eccezione alla regola dell’espressione “Nemo propheta in patria”: è infatti proprio in terra asiatica che il gruppo è diventato famosissimo nel giro di pochi anni, arrivando a siglare un contratto con la VAP, un’importante azienda d’intrattenimento giapponese -non una normale etichetta discografica- che diede loro la possibilità di pubblicare il primo full length a soli due anni dalla nascita del gruppo. Precedentemente, i Galneryus avevano dato alle stampe una demo autoprodotta di due canzoni e un EP, realizzato tramite l’etichetta indipendente Iron Shock. Importanti live show con band del calibro dei Concerto Moon (power/neoclassical metal da Tokyo), dei Dungeon (band heavy/power metal di punta in Australia) e degli svedesi Dragonland hanno ampliato il raggio d’azione e la popolarità dei Galneryus, portandoli così in breve alla firma del contratto di cui sopra. Rispetto al primo album, The Flag of Punishment del 2003, non ci sono stati cambiamenti in line-up, con la conferma della formazione a cinque, che rimarrà la stessa fino al 2006, anno che segnò i primi importanti avvicendamenti all’interno del gruppo. La proposta musicale dei Galneryus è racchiusa nei più tipici canoni del power metal neoclassico e si rifà inevitabilmente a molte band di punta del settore, tra cui principalmente Stratovarius e Sonata Arctica, ma anche, restando in terra asiatica, i già citati Concerto Moon. Band come i Versailles e i Dragon Guardian, provenienti sempre dal Giappone, seguirono a ruota la corrente e intrapresero a grandi linee un percorso parallelo a quello dei Galneryus.
Per la copertina di Advance to the Fall, così come fatto per l’album precedente e per quello successivo, la band si affidò all’illustratore Yoshitaka Amano, conosciuto soprattutto per il suo lavoro con la saga di Final Fantasy. L’album si compone di dodici pezzi, a cui va ad aggiungersi una bonus track, per una durata complessiva di circa un’ora. Ciò che lascia seriamente stupiti è come questo disco possa essere ascoltato e riascoltato innumerevoli volte senza mai stancare, anche grazie alle qualità tecniche dei singoli, che raggiungono vette per molti nemmeno immaginabili. Tutto, dalle chitarre alle tastiere, dalla sezione ritmica alla voce, appare studiato nella maniera più minuziosa, ogni brano risalta di vita propria e contribuisce ad accrescere in maniera significativa le nostre quotazioni finali. Il fiore all’occhiello è però la prestazione superlativa di uno Yama-B più che mai ispirato. Non c’è un solo brano in cui le sue corde vocali calino d’intensità o in cui la sua interpretazione risulti meno convincente; ogni parola, ogni strofa, ogni ritornello risuona come se fosse la cosa più facile di questo mondo. Di poco sotto il velo di perfezione generato dal vocalism di Yama-B troviamo a pari merito chitarre e tastiere, vere protagoniste di una sezione strumentale impeccabile. Basterebbero i primi minuti a togliere ogni eventuale dubbio sulle capacità innate di questa band: l’intro Stillness Dawn e la successiva Silent Revelation sono la miglior vetrina possibile per un album come Advance to the Fall. Ma come non citare le varie Ancient Rage, Fate of Sadness, Deep Affection o Whisper in the Red Sky, pezzi in cui melodia e ritmiche impazzite vanno a braccetto come fosse la cosa più naturale di questo mondo? O ancora The Scenery, dai risvolti addirittura jazz/prog e la ballata da brividi Eternal Regret. Pure la breve strumentale Glorious Aggressor lascia ampiamente traccia di sé e questo ci fa capire quanto sia stato imponente l’impegno a livello compositivo. Tutti brani superlativi, che rendono questo Advance to the Fall un piccolo grande capolavoro del power metal.
Il fatto che il metal di provenienza asiatica sia da noi poco conosciuto (gli stessi dischi sono praticamente introvabili) rende inevitabilmente i Galneryus una band di nicchia del settore, almeno dal nostro punto di vista. Ma sottovalutare il lavoro svolto dai nipponici sarebbe un grave errore, perché in un eventuale confronto tra loro e i più rinomati colleghi europei o americani non ci sarebbe da stupirsi se nella maggior parte dei casi ad uscirne vincitori fossero proprio i Galneryus. La discografia di questa band conta ad oggi dieci studio album, altrettanti singoli ed EP, diversi cover album e numerose presenze in compilation pubblicate da riviste specializzate e non solo, nonché una mezza dozzina di DVD; il tutto in sedici anni di attività. E siamo solo all’inizio.
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4
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Quanto è bella la sezione strumentale che va a chiudere Deep Affection?  |
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3
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Grande power neoclassico... posso solo tessere le lodi di questa favolosa band. Yama-B ottimo vocalist ma preferisco di gran lunga Sho che ha un' estensione davvero notevole.Questi ragazzi spaccano e di brutto. Bravi Galneryus! |
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2
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Ke bravi ragazzi. Musica favolosa |
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1
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...grandissima band....un chitarrista incredibile......peccato che nessuno distribuisce i loro dischi a livello mondiale....hanno fatto dischi ottimi.....nuclear blast....century media...frontiers....fatevi avanti..... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Stillness Dawn 2. Silent Revelation 3. Ancient Rage 4. Fate of the Sadness 5. Deep Affection 6. Dream Place 7. Glorious Aggressor 8. Whisper in the Red Sky 9. The Scenery 10. Eternal Regret 11. Quiet Wish 12. Fly with Red Winds 13. Under Threat (Bonus Track)
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Line Up
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Masahiro Yamaguchi “Yama-B” (Voce) Shusuke Ueda “Syu" (Chitarra solista e ritmica, Cori) Yuuki Nakajima “Yuhki" (Tastiere, Cori) Ryosuke Matsui “Tsui” (Basso, Cori) Junichi Sato “Satoh” (Batteria)
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RECENSIONI |
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