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Adrenaline Rush - Soul Survivor
20/04/2017
( 1496 letture )
Gli svedesi Adrenaline Rush sono una band attiva soltanto da pochi anni e giunta ad oggi al secondo album ufficiale, dopo l’omonimo debut che aveva visto la luce nel 2014. Sotto contratto con la nostrana Frontiers Records, etichetta che ha dimostrato spesso di avere occhio lungo per certi gruppi, i cinque, guidati dalla voce dell’affascinante Tåve Wanning, propongono un sound che spazia tra hard rock, heavy metal e rock melodico, che forse sarebbe la definizione più adeguata per descriverli a chi ancora non li conosce. Adeguata, ma non del tutto veritiera, dato che la band è stata capace di mutare in parte la propria pelle, rendendo, con questo nuovo album, la propria proposta molto più heavy che in passato. La voce di Tåve Wanning è pulita ma aggressiva, melodica ma allo stesso tempo sporca e “stradaiola” quanto il genere richiede. La cantante dimostra di possedere delle notevoli qualità vocali, che almeno durante l’ascolto dell’album ne fanno risaltare l’aspetto artistico al di là di ogni altro tipo di giudizio e che la rendono un punto di riferimento essenziale all’interno delle trame del disco. Ma Tåve Wanning non è la sola a meritarsi gli elogi: le chitarre del nuovo arrivato Sam Soderlindh e di Alexander Hagman sembrano infuocate tanta è l’energia sprigionata nel corso di queste dodici tracce, e le ritmiche dell’altra new entry Joel Fox e di Marcus Johansson fanno più che degnamente la loro parte riuscendo anche a stupire in più di un’occasione. Insomma, le premesse per un ottimo album ci sono tutte, resta però da vedere se un ascolto più dettagliato ci permetterà di confermare o meno le belle parole fin qui riservate al gruppo svedese.

L’album -come già detto- si compone di dodici tracce, tutte tra loro molto similari per intensità ed efficacia, motivo per cui non è affatto semplice -ma comunque non impossibile- individuarne alcune più di altre per delineare i punti forti di Soul Survivor. E allora partiamo dai singoli rilasciati in anteprima nelle ultime settimane: Love Like Poison, Breaking the Chains, Stand My Ground e Sinner, quattro pezzi caratterizzati da un forte sapore ottantiano, dove ritmiche e riff costantemente a metà tra heavy metal e hard rock incontrano melodie e atmosfere simil-glam, per non dire talvolta molto vicine al pop o all’AOR -con tutti i distinguo del caso-, senza che ciò faccia calare di un solo punto l’interesse nei confronti del pezzo. Già solo dall’ascolto di questi quattro pezzi si capisce subito che è proprio sulle sonorità heavy metal che gli Adrenaline Rush dovrebbero puntare in futuro per riuscire a “sfondare” ed emergere una volta per tutte, facendo valere le loro qualità preponderanti, dando sfogo a ciò che meglio gli riesce. Perché se anche sullo sfondo rimane evidente un certo retrogusto “pop radiofonico”, la voce di Tåve Wanning convince più che altro quando si fa aggressiva e decisa, le chitarre della coppia Soderlindh/Hagman quando sfornano riff taglienti e assoli di un certo calibro e la sezione ritmica quando fa capire di non avere intenzioni pacifiche e supera i limiti di velocità imposti dai brani più morbidi e mansueti dell’album. Da questo punto di vista convince poco un pezzo come Shock Me, ma anche le già citate Breaking the Chains e Sinner ci lasciano con più dubbi che conferme. Al contrario, le varie Adrenaline, Love Like Poison, Stand My Ground, Break the Silence e Don’t Wake Me Up, nonché la semi-ballad Soul Survivor si candidano come tracce migliori del disco; quelle, insomma, da consigliare a occhi chiusi anche a chi non apprezza particolarmente il genere in questione. E il fatto che siano in maggioranza non fa che confermare la bontà di quest’album.

Cosa manca ancora agli Adrenaline Rush per raggiungere un maggiore stato di grazia? Sicuramente un pizzico di personalità in più, quel qualcosa in grado di renderli distinguibili non per l’orecchiabilità delle melodie, ma piuttosto per delle soluzioni meno prevedibili e un po’ più originali, per quanto certe volte potrebbe essere lo stesso gruppo a non voler perseguire questa strada. In tal caso sentiremo ancora parlare di loro, ma non certo in termini di giovani promesse dell’heavy metal nordeuropeo, semmai in qualità di gruppo semplicemente interessante e adatto ad essere visto live, magari di spalla a qualche nome di spicco, ma niente di più. Da tenere d’occhio nei prossimi anni.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
77 su 1 voti [ VOTA]
Pink Christ
Mercoledì 26 Aprile 2017, 9.13.53
3
Non la miglior voce che esista ma sinceramente non la trovo cosi fastiidosa. Si sposa bene con la proposta musicale che fanno. Belle le parti di chitarra e le "sfuriate" di batteria 77
deris
Domenica 23 Aprile 2017, 8.38.50
2
mai sentito voce piu' fastidiosa
Maurizio 76
Venerdì 21 Aprile 2017, 11.29.50
1
musica fantastica, ma la voce di lei lascia a desiderare davvero. Gnocca si, ma non vocalmente dotata
INFORMAZIONI
2017
Frontiers Records
Heavy Rock
Tracklist
1. Adrenaline
2. Love Like Poison
3. Breaking the Chains
4. Soul Survivor
5. Stand My Ground
6. My Life
7. Break the Silence
8. Sinner
9. Shock Me
10. Wild Side
11. Don’t Wake Me Up
12. Crash
Line Up
Tåve Wanning (Voce)
Sam Soderlindh (Chitarra solista, Cori)
Alexander Hagman (Chitarra)
Joel Fox (Basso, Cori)
Marcus Johansson (Batteria)
 
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