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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Apocalypse Orchestra - The End Is Nigh
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04/06/2017
( 2952 letture )
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Gli svedesi Apocalypse Orchestra debuttano nel mondo del folk metal, a distanza di appena due anni dalla loro prima demo, con questo The End Is Nigh, pubblicato sotto la connazionale Despotz Records, piccola casa discografica attiva dal 2006, con alle spalle pochi lavori. L’album viene presentato come una fusione fra doom metal e musica medievale, un platter all’interno del quale questi due generi musicali lontani quasi un millennio fra loro riescono a creare un’atmosfera capace di riportarci indietro nel tempo, anche attraverso l’utilizzo di composizioni originali dell’epoca. Il legame col medioevo però non si limita ad essere solo da un punto di vista musicale, in quanto la band capitanata da Erik Larsson e Mikael Lindström ci narra di flagellanti, medici della peste, racconti infernali, del non senso della guerra e della sofferenza, anche per intensificare l’atmosfera che si va a creare durante il lungo ascolto di questo full-length. Lungo sì, in quanto i nostri scrivono otto tracce per un totale di quasi un’ora, presentando pezzi che vanno dai sei ai dieci minuti, salvo per una sorta di intro che anticipa il brano di chiusura.
Quanto presentato da questi cinque ragazzi nostalgici del medioevo tuttavia non è, nonostante una prima buona impressione, totalmente convincente. Le tracce, pur presentando una gran varietà di strumenti lontani da quelli tipici del metal, bensì più consoni al folk, spesso risultano faticose da mandare giù e per certi versi noiose. Il talento non manca, le idee ci sono tutte, però forse la formazione dovrebbe tenderle meglio, creando un qualcosa di più accattivante e meno statico. È vero, gli Apocalypse Orchestra si rifanno molto ai canoni di un genere come non sempre di facile fruizione quale il doom metal, quindi è inutile aspettarsi brani divertenti con cori trascinanti o con altre caratteristiche danzerecce più tipiche di simili progetti, però tale ‘immobilità’ non si può nemmeno giustificare in toto, pensando a quanti gruppi doom siano capaci di far emozionare senza mai annoiare, nonostante le ritmiche rallentate e funeree. Nel caso degli Apocalypse Orchestra non si parla infatti di noia da 'musica lenta' -il lettore mi perdoni il termine- bensì da noia da inconcludenza e da staticità. I brani, infatti, non sono affatto 'brutti' per sé, ma si assomigliano decisamente troppo tra loro e presentano qualche singolarità solo in sporadici passaggi, come ad esempio col canto gregoriano che apre Flagellants' Song, caratterizzata anche da una lenta pausa tutta folk, con il rilassante e lento assolo della successiva Exhale e con un accenno di voce harsh della conclusiva Here Be Monsters, che presenta anche melodie orientaleggianti. Il resto di quanto presentato è sempre la ‘solita minestra’, all’interno della quale fanno da filo conduttore una voce solenne e lenta, però capace di trasmettere tutta quell’atmosfera che la band vuole trasmettere, riff granitici ed una batteria che esce molto raramente dai suoi binari e che osa ben poco. Nonostante quindi la vasta strumentazione e le tante idee, la noia diventa padrona già a metà dell’ascolto, se esso viene eseguito con attenzione; ascoltando invece l’opera in questione come sottofondo mentre si è intenti a fare qualsiasi altra cosa, essa non risulterà così pesante da mandare giù, risultando per certi versi anche piacevole.
Il debutto degli Apocalypse Orchestra, registrato nella seconda metà del 2016, si rivela quindi un ammasso di grandi idee e potenzialità che devono solo prendere forma per essere capaci di stupire in positivo. Una lieve sufficienza quindi a questo quintetto, che sembra avere comunque tutte le carte in regola per fare decisamente meglio e che, con tutta probabilità, sarà in grado di maturare e sorprenderci in futuro.
Signora, deve sapere che suo figlio ha tutte le potenzialità per riuscire nello studio, ma ancora non si applica...
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2
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Voto 80 per un'opera originale e coinvolgente. Nella mia personalissima top ten 2017 senza dubbio. |
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Per me è un discone, l'ho appena ascoltato tutto. Idee stupende e canzoni monumentali (Flagellant's Song su tutte), un po' di monotonia in certi pezzi e il che non lo rende perfetto, ma comunque un disco godibilissimo di puro Folk Doom suonato egregiamente. Secondo me merita un 85, contando che è pure un debutto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Garden of Earthly Delights 2. Pyre 3. Flagellants' Song 4. Exhale 5. Theatre of War 6. The Great Mortality 7. To Embark 8. Here Be Monsters
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Line Up
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Erik Larsson (Voce, Chitarra, Cetera, Mandola, Liuto) Jonas Lindh (Chitarra, Voce) Mikael Lindström (Cornamusa, Mandola, Hurdy Gurdy, Voce) Rikard Jansson (Basso, Voce) Andreas Skoglund (Batteria, Percussioni, Voce)
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