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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Tankard - One Foot in the Grave
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09/06/2017
( 3144 letture )
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Non è una novità che i thrashers europei più incalliti ritengano i Tankard una band degna di essere annoverata tra gli dei dell’olimpo teutonico metallico, tra l’altro qualche anno fa protagonisti del “Teutonic Thrash Big 4” col terzetto Kreator/Sodom/Destruction. Trentaquattro anni no stop di bevute, pogate, invettive e cantate collettive, che hanno sempre fatto breccia anche in coloro che non sono mai stati loro grandi fan ma ne hanno sempre apprezzato la simpatia, la coerenza, l’immediatezza e la schiettezza nell’esprimere determinati concetti, fossero essi semplici e quotidiani o generalizzati e globali. One Foot In The Grave è la diciassettesima release ufficiale, ancora sotto l’ala protettiva della connazionale Nuclear Blast Records, sempre con una copertina irriverente di Patrick Strogulski (alla faccia di chi crede non arriveranno ai trentacinque anni di carriera), registrato ai Gerhard Studios di Troisdorf e prodotto da Martin Buchwalter, un nuovo guru nella scena metal tedesca: dieci brani incorruttibili che i fan della band ameranno alla follia e che fanno scapocciare non poco, fornendo anche nuovi spunti riflessivi soprattutto per quanto riguarda le lyrics scelte e analizzate.
A tal proposito si parte subito alla grande con Pay To Pray, il cui inizio epico viene subito spazzato via da un riffone thrash e da una batteria incalzante a supporto dell’inconfondibile voce di Gerre in una denuncia totale dell’assoluzione dei propri peccati previo pagamento di un lauto compenso, anche se ovviamente per chi ti assolve in questo modo è assolutamente tutto normale, anzi sembra quasi abbiano salvato il peccatore da un inferno garantito. Si continua alla grande con Arena Of The True Lies, un thrash ritmato e decisamente motorheadiano che si scaglia apertamente contro l’abuso malefico dei social network, le notizie false e i clickbait selvaggi, in un turbinio di degrado sociale e mentale che da più importanza ai cosiddetti “leoni da tastiera”, censori universali che fanno da giudici, giurie e boia in meno di un’ora, piuttosto che alla ricerca della verità in una realtà concreta. Non si ha nemmeno il tempo di riprendere fiato che Don’t Bullshit Us! ci travolge col suo attacco incessante a tutto ciò che l’etichetta giornaliera impone ai più come schema prestabilito, facendo ovviamente pendere l’ago della bilancia verso un anticonformismo in puro stile Tankard, che si traduce immediatamente nell’alcolica titletrack, in cui dopo anni di abusi alcolici il dottore ti dice chiaramente che hai il classico “piede nella fossa” ma tu te ne sbatti altamente e continui imperterrito le tue bevute regolari e non, a costo di portarti appresso le birre nel girello (e l’artwork di copertina ne riassume appieno il pregno significato), visto che ti serviranno nel faccia a faccia con la “Signora In Nero”. Il mid tempo ritmato e accelerato di Syrian Nightmare è un assoluto highlight dell’album e a livello testuale stupisce per il delicato argomento dell’attuale situazione sociale e politica in Siria, trattato con molta sincerità e trasparenza e con una diretta denuncia, non solo della situazione drammatica nei racconti dei sopravvissuti e tragica negli orrori visibili a tutti noi ma anche e soprattutto della sempre più marcata indifferenza mondiale per questo scempio e dell’incapacità di tutti noi a immedesimarsi in chi vive quotidianamente una vera e propria guerra civile in continua evoluzione. Sembra quasi che i Tankard, tra una birra e l’altra, siano decisamente maturati o comunque abbiano tentato un’evoluzione più ragionata, non solo a livello testuale ma anche e soprattutto musicale, con un deciso distacco dal “tupa tupa or die” che li ha sempre bene o male contraddistinti e un leggero avvicinamento a un songwriting vagamente kreatoriano dell’ultim’ora, come per esempio in Northern Crown (Lament Of The Undead King), dalla base thrash ma con un retrogusto vagamente epico, grazie anche a inequivocabili cori di stampo teutonico. La dimensione ottimale della band di Francoforte è ovviamente quella del thrash n’ roll alcolico e della denuncia sociale, quindi Lock’Em Up e The Evil That Men Display faranno sicuramente la felicità dei fan di vecchia guardia tanto quanto la conclusiva Solo Grinder. Discorso a parte merita la penultima song dell’album, Secret Order 1516, basata su un iniziale intro epico e cerimoniale per poi svilupparsi ed esplodere in un brano in cui la mano di Andy Gutjahr alla chitarra non è chiamata solo alle solite sfuriate thrash sia in fase ritmica sia in quella solista ma è anche dedita ad accorgimenti, soprattutto nei bridge, di stampo heavy/epico.
Ad ogni album dei Tankard si sa sempre bene o male cosa aspettarsi (inclusa la ghost track finale con coro da stadio alcolico ovviamente in onore dell’amato Eintracht Frankfurt), ma questa volta i nostri hanno osato qualcosa di più, come detto a inizio recensione, soprattutto in fase lirica, e ciò non può far altro che stupire in maniera positiva anche chi non li ha mai seguiti particolarmente. Se i soliti “gufi” pensano che One Foot In The Grave sia il testamento di Gerre &Co. resteranno decisamente delusi, perché sempre rimanendo di base fedeli a loro stessi i Tankard avvisano il mondo intero che di birre da stappare e scolare ce ne saranno ancora molte in futuro! “Ein Prosit!”
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ai primi ascolti devo dire abbastanza buono. Northem Crown veramente un gran pezzo. La seconda parte mi piace di più. per me si assesta su un 70 |
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18
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Piacevole ascolto come ogni lavoro dei teutonici, ma nel complesso mostra qualche filler di troppo, finendo inevitabilmente per abbassare la valutazione che comunque a mio avviso si attesta su una abbondante sufficienza. 67 |
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Molto bello, per me è forse il disco thrash dell'anno, anche per me 80 ci sta tutto. Onore ai Tankard, una garanzia..dopo più di 30 anni sempre con passione ed entusiasmo..questo vuol dire essere onesti col proprio pubblico e amare ciò che si fa, grandissimi! |
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Anche per me il migliore degli ultimi anni non un cedimento tutto fatto bene, un bell'80 lo do anch'io. |
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Questo non l'ho sentito, e sinceramente è una band che non mi ha mai tirato molto, provasse Gerre a fare gli "striduli" e tutti i live che fa professionalmente e appassionatamente, dando anche l'anima, che fa il grande Bruce, dopo quello che ha passato, altro che il birra thrash metal, ci rimarrebbe secco stecchito  |
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Dopo vari passaggi confermo l'impressione, gran bel disco con una buona dose di scazzo ma con pezzi più impegnati. Capisco il tuo punto di vista @Lambru ma sai dopo 35 anni di carriera e 50 anni d'eta e dopo una non proprio salubre vita un calo ci sta, preferisco lui Bruce Dickinson che nell'ultimo disco pur di far vedere cha ci arrivava ancora si cimentava in striduli al limite dell'odioso. |
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Niente, non posso dire che non mi piace la voce e i soliti fanboy....anzi, direi fanbimbi, giù ad attaccarmi, ahahah |
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Amplifon per lambruscore subito!!! ottimo album |
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@Nergal, io ho solo criticato la voce di Gerre, non riesco ad ascoltare thrash con un cantante che parla, li adoro fino a The meaning of life, poi poco alla volta, per me sono andati in calare. Tu come al solito non capisci, limiti tuoi, ahah |
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10
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@Nergal, vieni con me a vedere AL B-ANO? So che è l'unico italiano che apprezzi... |
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Vabbé ma i Tankard sono leggenda, cosa c'é da dire? Bravi sempre. |
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Per me il migliore da qualche anno a questa parte. Mi ha subito preso bene, gran belle bordate thrash ma anche pezzi con influenze piu` metal classico alla Accept. Una garanzia col loro thrash alcoolico. Gli darei un 80, direi che lo merita tutto. Arena of the trues lies, la titletrack, Syrian nightmare, Northern...,Secret order 1516 le migliori. |
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7
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@LAMBRUSCONE fatti un viaggio(con Gigi D'Alessio nello stereo che accompagna)e vedrai che ti ritornano le idee chiare ....  |
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Band molto valida...posseggo tutta la loro discografia compreso questo ultimo concept...bravissimi e sempre molto intriganti e tecnici !!! @lisablack ancora lo devi comprare ! Hahahahaha non bisogna arrivare in ritardo se si e' appassionati e se si seguono le band...hihihihihihi cmq Voto 80/100  |
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5
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Per ora ho sentito solo i primi pezzi del disco, anche se con testi impegnati la dose cazzara della band c'è sempre tutta. Aspetto a dare un giudizio ma le premesse sono buone, molto buone. |
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4
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Sebbene mai troppo considerati, sembra che oltre la famosa triade (sodom, destruction, kreator), ci sia il nulla ... in realtà con questo vinile fanno 17 e siamo nel 2017 eh eh ... questa volta i tankard usando sempre gli stessi ingredienti ma variando il dosaggio hanno realizzato l' ennesimo bel dischetto. (Imho). |
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3
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Mi arriva a giorni, ma credo che conoscendoli, mi piacerà senz'altro.. |
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Per me è un disco più che soddisfacente, insieme a quello dei Kreator rimane il migliore tra le ultime uscite dei big teutonici. Un 75 se lo merita tutto |
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Non ci siamo, ormai Gerre parla, non urla più, mi hanno davvero stufato, mi spiace.... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Pay To Pray 2. Arena Of The True Lies 3. Don’t Bullshit Us! 4. One Foot In The Grave 5. Syrian Nightmare 6. Northern Crown (Lament Of The Undead King) 7. Lock’Em Up 8. The Evil That Men Display 9. Secret Order 1516 10. Solo Grinder
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Line Up
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Gerre (Voce) Andy Gutjahr (chitarra) Frank Thorwarth (Basso) Olaf Zissel (Batteria)
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