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27/04/25
THE LUMINEERS
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Mark Slaughter - Halfway There
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22/06/2017
( 2777 letture )
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Un bel ritorno, felici di rivedere Mark nuovamente attivo e pronto a scalciare sul palco e su CD. Chi non conosce questo dotato singer dovrà fare almeno una circonvoluzione a ritroso e andarsi a riascoltare grandi dischi e performance sciorinate negli anni 80-90 con Vinnie Vincent (ex guitar hero dei Kiss) e con gli Slaughter appunto, band che raggiunse il doppio platino e la popolarità con il primo disco Stick It To Ya. Questo è il suo secondo disco solista, il primo, Reflections In A Rearview Mirror, vide la luce nel 2015, e fu un ritorno in sella dopo tanto tempo, come ha tenuto a dichiarare lo stesso frontman, qui invece, con Halfway There, siamo al cospetto di una release più matura, concepita e cresciuta con il passare del tempo. Mark ha fatto tutto da solo, in pratica suona egli stesso tutti gli strumenti su scrittura di brani esclusivamente usciti dalla sua penna, e senza risparmiarsi ha prodotto e co-mixato, con John Cranfield, il tutto, in pratica come seppellirsi in studio per un annetto buono senza mai uscirne. Le 10 tracce escono per la label EMP Label Group, etichetta del bassista dei Megadeth, David Ellefson, suo amico da oltre trent’anni, mentre la copertina è stata curata da “Mister” Sam Shearon, rinomato disegnatore horror e già al lavoro su varie copertine (Rob Zombie, Iron Maiden, Kiss).
E la musica come si presenta? Beh, diciamolo subito, se fosse firmata dalla sua vecchia band al completo non ci sarebbe da stupirsi per nulla, tante cose richiamano gli Slaughter del passato, segno che il cantante non era solamente il parafulmine dell’operazione, ma aveva un ruolo centrale in tutta la discografia del gruppo: armonie vocali, melodie, impatto, spigolosità hard, insomma molto dei trascorsi è stato trasferito qui. Fattore certamente non negativo, sia chiaro. Halfway There parte bello compatto grazie a Hey You, pezzo con un riff urticante che innesca un ritmo distruttivo e metallico, chorus tipico trademark di Slaughter con una sorta di anthem, poi è orgia di cori, e chitarre che arano l’asfalto, ottima partenza, insomma. Devoted è un’altra bella manganellata di guitar serrate con Mark che la fa da padrone grazie alla sua vocalità asprigna, mentre tutti gli strumenti sono in atteggiamento guerresco, Supernatural è Slaughter band al 127% con le scansioni melodiche, up-tempo, bridge e ritornello, un bel tuffo carpiato nel passato, ma con una valenza anche nel presente: ottimo pezzo con la voce del ragazzo di Las Vegas, che negli anni non ha smarrito un’unghia di smalto, timbro ed estensione, tutto inalterato grazie a Dio. La titletrack Halfway There si srotola su una base pianistica, una ballad energica ed energetica dove il singer frusta la carta d’identità con i suoi vocalizzi e un inciso davvero di grande spessore, composizione splendida per arrangiamenti e cori reiterati, un incastro ottimale di tutte le armi sciorinate; uno dei top del lavoro intero. Forevermore fila liscia e innesta la voglia di riascoltarla subito, Conspiracy è hard rock modernista con una spruzzata polverosa e tagliente di Winger del terzo album Pull, Reckless è sulfurea, pesante e stranamente dark, addizionata con cori provenienti dallo Stige, il fiume infernale, le chitarre cupe creano una cappa soffocante e la voce di Mark sguazza in questo marasma d’oltretomba: brandello di grandissima bellezza con killer solo della sei corde. Se Disposable si nutre di una voce filtrata calata all’interno di una nenia di grande effetto, lo scoppio hard ci presenta una semi-ballad di grande effetto e sviluppi pregevoli, Turn It detona di 4/4 in stile americano con chitarre appuntite, mentre Not Here tradisce spunti beatlesiani, per un lento dove la voce di Mark non tradisce mai e fa volare verso limpidi cieli azzurri, melodie di ottima cucitura e una chitarra liquida di rara bellezza con accenti jazz.
Senza scetticismi, questo secondo capitolo solista è davvero un bel disco, un significativo ritorno di Mark Slaughter, non troppo leccato, con tonalità nerborute ma mai rozze, arrangiamenti potenti e sfarzosi nei momenti più calmi, canzoni ben scritte, superiori a certi filler presenti, negli anni, in certi album della band madre. Le chitarre meritano un plauso, ma tutto il contesto vale l’assoluto ascolto. Il nostro suonerà in giro per gli Usa in vari club, fortunati coloro i quali riusciranno ad intercettarlo sul palco.
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7
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....si potrebbe dire...no bad!!!....ma siamo comunque molto lontano dai brani scritti dagli Slaughter degli anni '90...il buon Mark fa quello che puo' assenblando dei brani non molto ispirati e brillanti....per il futuro sara' meglio che richiami dana strum in fase di songswriting!...almeno la voce da studio regge...dal vivo molto meno...il compare tom keifer alcuni anni orsono fece meglio con il suo album solista!!! |
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6
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Anche io ho adorato i primi due Slaughter, soprattutto Stick, vero pezzo da 90 del genere. Ascolterò appena posso! |
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5
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Devo ancora ascoltare bene il precedente, ma mi procurerò anche questo... Tra il 1990 e il 1993 gli Slaugher erano uno dei gruppi che ascoltavo di più! Ho consumato "Stick It To Ya" e "The Wild Life", ottimi album di un genere ormai agli albori, mentre non ho mai amato particolarmente i successivi 3 album (anche se le derive psichedeliche di "Revolution" non erano male!) |
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4
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Per me il.voto e` un po` alto, album discreto che si lascia ascoltare ma quest`anno nel genere ho sentito di meglio, ed attendo altri album. |
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3
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Cavallo di razza!!! Non delude mai. |
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2
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La cover dell album da lontano sembra il simbolo dei queensryche |
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1
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Certo che i trascorsi in band come gli 'invasion' o gli stessi slaughter non si possono dimenticare per chi ha seguito l'hair/glam negli anni 80. Sebbene la discografia degli slaughter sia esigua, la qualità non ha mai fatto difetto, come in questo caso. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Hey You 2. Devoted 3. Supernatural 4. Halfway There 5. Forevermore 6. Conspiracy 7. Reckless 8. Disposable 9. Turn It 10. Not Here
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Line Up
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Mark Slaughter (Voce, Chitarra, Tastiere, Basso, Orchestrazioni)
Musicisti Ospiti Bill Jordan (Piano) Jaymi “Pink Bassman” Millard (Basso) Josh Eagan (Batteria)
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RECENSIONI |
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