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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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06/07/2017
( 2060 letture )
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Esagerare nella digitalizzazione, nella massima ostinazione e ostentazione della precisione, la scrupolosità di ogni singolo movimento coordinato, robotico, a supplire quanto di più umano ci sia nelle nostre arti e nelle nostre articolazioni. Banalizzare su un tema inflazionato, un evento come il disastro di Chernobyl, che da solo ha rappresentato sciagura, monito e argomento di discussione per tutta la seconda metà del 900, sfoggiandoci sopra un corredo di maschere anti-gas di ogni era e conflitto.
Eppure la formula dei Cytotoxin ha fatto breccia nel cuore di un'etichetta di riferimento per il genere come la Unique Leader Records, che per cinque anni ha atteso il seguito del precedente Radiophobia, fomentando i fan più incalliti di quella che viene sbandierata come “la musica più tecnica che sia mai stata composta”: quanto di più lontano dalla dottrina propria del Death Metal. E così gli sweep-picking rimpiazzano i riff, mentre scale e assoli vanno a sovrastare ogni buon proposito di comporre sui primi cinque tasti della chitarra. Le parti più rocciose sguazzano nei lidi metalcore, con plettrate molto frammentate e taglia-e-cuci a codice binario: è proprio questa sensazione di completa finzione che scorpora del tutto qualsiasi atmosfera o cenno al concept di base, richiamando più la musica a 8-bit e il drum-programming della Playstation rispetto a una sana colata lavica di uranio impoverito che ci deforma le membra. I continui cambi, i richiami vagamente progressive e i breaks sincopati, comunque, rendono l'album quasi gradevole dal punto di vista delle strutture e degli incastri: nell'immane scarsità di punti di arrivo, tra un blast beat a 300 bpm e una svisata alla Michael Angelo, ci si imbatte ogni tanto in qualche buona partitura ragionata.
Per i meno avvezzi, superare lo scoglio dei primi 30 secondi è assai faticoso. Chi, vice versa, è più in sintonia con i cloni plastificati di Origin, Periphery, Broken Hope, Necrophagist o Beyond Creation, questo Gammageddon potrebbe suscitare curiosità. Ma si consiglia a tutti gli specialisti delle gare di tecnica di andarsi prima a ripassare i Gorguts o i Cephalic Carnage. O Richard Benson, se ritenete...
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8
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Richard Benson? 😳 Cazz c\'entra! 🤭
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7
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Le recensioni sono inutili... bisogna ascoltare e non basarsi sulle recensioni... inoltre con tutte ste recensioni ci sono altrettante contraddizioni... (in una recensione un gruppo viene citato come paragone in meglio poi magari nella recensione riguardante tale guppo e album preso d'esempio vengono segati)... dico che secondo me il 90% dei gruppi soprattutto in questi ultimi decenni sono spazzatura... inoltre citando recensione sopra, a mio gusto i Periphery come Necrophagist sono band inascoltabili... così come per me inascoltabili sono i Metallica, Iron Maiden ecc (mai comprato nulla) o tante altre band osannate dalla massa e dalle recensioni... non mi dicono nulla... e pure le recensioni per me sono il nulla... Questi Cytotoxin secondo me han sfornato tre ottimi album... poi vabbè questo sito è molto commerciale.. e la brutalità al tempo presente non sta più nella musica ma nella quotidianità... |
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6
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Tre volte al giorno a stomaco pieno e ogni otto ore. Leggere attentamente il foglietto illustrativo. |
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5
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Der Brutale perdonami: 1) se per te la brutalità è tutt'altra cosa e quindi parti già dal presupposto che il disco non ti sarebbe calato, l'assegnazione da parte della redazione è sbagliata, il disco in questione lo si dà a un altro che abbia meno preconcetti di base. 2) mi tocca concordare con Sicktadone, i riferimenti fatti mancano di qualsiasi logica e sono fuorvianti per chi legge e 3) come la vedi vedi la recensione liquida frettolosamente un lavoro e una band decisamente non così piatte da meritare una sufficienza che sembra regalata a malavoglia. |
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4
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Se si citano dei gruppi "correlati" lo si faccia almeno con una logica. |
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3
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Attorno al 2000 acquistai a scatola chiusa "Grotesque Blessings" dei Broken Hope, etichettato come l'album più tecnico che fosse mai stato concepito. Immondizia. A quanto pare sono rimasto scottato a vita da tutti i proclami e le note a margine. Sì, i paragoni potrebbero calzare per nulla, ma tutto alimenta la mia concezione per cui 1) per me la brutalità è altra cosa, 2) la tecnica fine a sé stessa la lasciamo ai funamboli del "guitar guitar virtuoso meets Paganini". PS: incuriosito, sono andato a vedere video live dei Cytotoxin e devo dire il loro mestiere lo sanno fare. |
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2
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Concordo con la valutazione di Mr. Freddy anch'io preferisco il precedente che continuo ad ascoltare tutt'ora, non capisco invece cosa c'entrino i Periphery o i Broken Hope (o perlomeno quali Broken Hope?)... mah, come minimizzare il valore di un album in maniera random. |
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1
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Non sono proprio d'accordo. Innanzitutto di suoni "di plastica" e finti se ne sentono molti meno rispetto al tipico album Unique Leader (o diciamo pure Nuclear Blast) e la batteria non ha chissà quale sentore di drum machine. Al di là di questo, trovo che i Cytotoxin siano una band abbastanza peculiare perché pur facendo questo brutal ultra tecnico sono molto oltre i classici Brain Drill, Beneath the Massacre e affini, perché le canzoni funzionano. Gli sweep sono numerosi ma raramente suonano "a casaccio", e loro riescono a condire i pezzi con ottime melodie e un certo tipo di "atmosfera" che è loro, personale (la title track è veramente valida sotto questo punto). Ascoltando i loro dischi io ho l'impressione di trovarmi dinanzi ad una vasta distesa radioattiva. Detto questo, penso che il disco precedente fosse un po' migliore. Questo ha alcuni pezzi che rimangono poco impressi e che sì, a volte sfociano un po' nel manierismo o nel tecnico "perché sì". Casi rari, però. Secondo me un 75 non ci starebbe affatto male. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Radiatus Generis 2. Chaos Cascade 3. Gammageddon 4. Chernopolis 5. Deadzone Outpost 6. Redefining Zenith 7. Corium Era 8. Antigenesis 9. Outearthed 10. Sector Zero
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Line Up
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Grimo (Voce) Jason (Chitarra) Fonzo (Chitarra) V.T. (Basso) Stocki (Batteria)
Musicisti ospiti: Stewan de Calué (Voce nella traccia 6) Julien Truchan (Voce nella traccia 8)
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RECENSIONI |
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