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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Seven Kingdoms - Decennium
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18/08/2017
( 1982 letture )
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S’intitola Decennium la quarta (quinta, se si considera l’EP In the Walls del 2016) fatica dei floridiani Seven Kingdoms, pubblicata proprio in occasione del decimo anno di attività della band, sorta nell’ormai lontano 2007. Si tratta di un lavoro particolarmente interessante, poiché è il primo del gruppo a uscire sotto la prestigiosa Napalm Records, che notò la band dopo il grande successo ottenuto su Kickstarter proprio per la realizzazione del nuovo album. Nuovo contratto che ha portato anche alla ristampa da parte della Napalm dei precedenti lavori. Le premesse, viste così, sono appunto piuttosto interessanti ed è lecito chiedersi se effettivamente queste fioriranno o meno all’interno delle dieci tracce di Decennium. La risposta, purtroppo, è un secco no.
Stilisticamente, rispetto al passato, la band non fa grandi progressi, rimanendo ancorata a un veloce power metal di stampo europeo, ma influenzato da un riffing tagliente che a tratti s’avvicina alla durezza del thrash, con la bella voce di Sabrina Valentine, in grande risalto nella musica dei Kingdoms. Il disco presenta anche una buona produzione, è ben suonato e ha un buon sound. Ma allora, direte voi, dov’è il problema? Banalmente, il problema sono proprio le canzoni che, se non in rarissime eccezioni, sono del tutto prive di mordente, non riescono a essere ficcanti e si dimenticano con la stessa facilità con la quale si dimentica il piacere di una flebile folata di vento immersi nell’opprimente caldo estivo. Il limite di Decennium non è di essere un disco estremamente derivativo (che assolutamente è), ma di essere un album con un songwriting di standard molto basso e quasi del tutto incapace di tirare fuori belle canzoni. Eccezione parziale a tutto ciò è l’opener Stargazer (notare la sfiorata omonimia con la canzone dei Nightwish, una delle evidenti ispirazioni del gruppo) che, pur senza essere niente di straordinario, riesce a essere una canzone discreta, con un buon tiro, una bella strofa in crescendo, un ritornello coinvolgente e un buon assolo. Peccato che l’opener non faccia che illudere l’ascoltatore che si ritrova poi immerso in un mare di noia e prevedibilità, se non per qualche fugace momento di ripresa sparpagliato qua e là lungo la tracklist (si possono in parte salvare brani come Castles in the Snow o Neverending). Si pensi solo che Kingslayer, il pezzo con tanto di videoclip che dovrebbe lanciare e promuovere la band prima di tutti gli altri, potrebbe essere benissimo un riempitivo qualunque di un disco qualunque di una qualunque power metal band, e questo la dovrebbe dire lunga.
Sembrerebbe dunque una gran bella occasione sprecata questa dei Seven Kingdoms che, forti del contratto con Napalm Records, avrebbero dovuto perlomeno cercare di realizzare un prodotto migliore. Peccato, perché, come detto, sound e produzione sono decisamente buoni. Il loro power metal non sarà originalissimo, ma gioca tra la delicatezza della voce di Sabrina Valentine, la durezza delle chitarre e una batteria sostenuta. La band sembra anche crederci, ma quando il songwriting è così debole rimane ben poco da fare.
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Se vi piace il Symphonic Power ascoltatelo che lo apprezzerete di sicuro ,non date retta ai soliti critici rrecensori che, non amanti del genere, bocciano tutte queste uscite. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Stargazer 2. Undying 3. In the Walls 4. The Tale of Deathface Ginny 5. Castles in the Snow 6. Kingslayer 7.The Faceless Hero 8. Neverending 9. Hollow 10. Wakened from Nothing
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Line Up
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Sabrina Valentine Cruz (Voce) Camden Cruz (Chitarra) Kevin Byrd (Chitarra) Aaron Sluss (Basso) Keith Byrd (Batteria)
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RECENSIONI |
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