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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Odium - As the World Turns Black
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16/10/2017
( 1098 letture )
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Con più di vent’anni di carriera sul groppone e ben sette album pubblicati i power-thrashers tedeschi Odium tornano alla carica con questo As The World Turns Black, il loro nuovo ordigno bellico pronto a scuotere ancora una volta il loro fanbase più fedele e ortodosso. Nata nel ’93 dalla mente dello storico chitarrista Rochus Pfaff, poi supportato dall’altro chitarrista David Hübsch, la band di Hasselroth, rinnovata con due nuovi innesti nel 2008, si presenta oggi come una macchina compatta e ben oliata in ogni sua sezione. La base thrash teutonica si fonde alla perfezione con il gusto melodico ed epico tipico del metal nordeuropeo e con un vistoso ma efficace richiamo ai Kreator odierni, giusto per prendere l’esempio più lampante. Sicuramente gli innesti di Ralf Runkel dietro il microfono e il rinnovamento della sezione ritmica nel nuovo millennio con Belinda Ann Smaka al basso e Marcel Müller alla batteria hanno giovato notevolmente ai due membri fondatori, sia in termini di freschezza compositiva sia nella scelta di stare al passo con le produzioni più moderne ma senza esagerare, seguendo un filone di melodic thrash moderno che in Germania sta davvero facendo proseliti.
Si parte subito mettendo le idee in chiaro con The End Of Everything, che con il suo up-tempo gasa notevolmente l’ascoltatore e lo introduce nel mondo visto con gli occhi degli Odium, con una batteria chirurgicamente precisa e una sezione ritmica quadrata e rodata nel corso degli anni. Si continua immediatamente con Point Of No Return, brano con lo stesso ritmo dell’opener, con una alternanza base tra strofe e ritornello, che pur essendo facilmente memorizzabile sembra però quasi soffocato dall’uguaglianza di cantato con le strofe stesse della pur valida voce di Ralf Runkel. Se No Goodbye, nonostante le piacevoli armonizzazioni chitarristiche, si rivela essere fin troppo simile nello stile ai due brani iniziali, facendo purtroppo sentire qualcosa di eccessivamente ripetitivo nel songwriting, con Blind, introdotta da un coinvolgente intro ritmato di basso di Belinda Ann Smaka, la band tedesca prova a creare qualcosa di diverso con un heavy/thrash di discreta fattura con un ritornello corale di facile presa ma senza far sussultare l’animo di chi li ascolta, nonostante alcuni inserti thrash davvero pregevoli. Sempre di up-tempo si parla con Revolution, molto rockeggiante nel suo incedere ma anche purtroppo abbastanza piatta e scontata, con l’ennesima insistenza su un ritornello corale dal sapore epico che però non riesce a far prendere il volo al brano, anzi proseguendo se stessa, ma a un ritmo più lento, nella successiva Frozen World, che nonostante le armonizzazioni lascia un senso globale di incompiuto piattume. Si ha finalmente una scossa decisa e convinta con Time Is A Killer, brano che fonde il thrash teutonico classico con quello dei moderni Kreator, con una batteria sempre presente nella sua precisione e tecnica ma con un songwriting che che non decolla fino in fondo, così come un ritornello decisamente anonimo. Piacevoli all’ascolto la cadenzata e moderna titletrack, all’interno della quale sentiamo finalmente un assolo di chitarra breve ma non male, e la conclusiva Inside The Incubus, che ripropone la formula dei riff armonizzati fino allo sfinimento al servizio di una compattezza generale di fondo votata al modernismo quasi schiavistico.
Gli Odium di Mr. Pfaff non sono di certo una band di primo pelo e il rinnovo di line up ha permesso loro di evolversi verso lidi più commerciali, pur sempre di metal parlando: purtroppo questa scelta non sempre paga, soprattutto se in nove brani non si riesce a uscire minimamente da schemi prestabiliti, non si prova a incastrare assoli degni di questo nome, non si tenta un’alternanza corale e infine non si varia una prova vocale che soffoca le capacità del cantante a favore di un cantato decisamente scontato, prevedibile, mai in evoluzione e a tratti assai noioso. Se si vuole uscire dall’underground per proseguire su un certo tipo di strada ci devono essere anche determinate idee a supporto di un simile progetto, e purtroppo questo As The World Turns Black è ancora decisamente lontano dal vedere questo tipo di traguardo.
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Proverò a dissociarmi dalla giurisprudenza consolidata. Non mi sembrano così scarsi. Anche la voce del singer ben si adatta alla proposta musicale cioè un melodic/thrash che ha anche una produzione aggiornata ma non plasticosa. A me non è dispiaciuto  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The End Of Everything 2. Point Of No Return 3. No Goodbye 4. Blind 5. Revolution 6. Frozen World 7. Time Is A Killer 8. As The World Turns Black 9. Inside The Incubus
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Line Up
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Ralf Runkel (Voce) Rochus Pfaff (Chitarra) David Hübsch (Chitarra) Belinda Ann Smaka (Basso) Marcel Müller (Batteria)
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RECENSIONI |
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