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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Grand Funk Railroad - On Time
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24/02/2018
( 3792 letture )
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Si possono vendere milioni di copie, pubblicando ben sei lavori (cinque in studio ed un live) nel giro di poco più di due anni (agosto 1969-novembre 1971), il tutto nonostante un'accoglienza abbastanza fredda da parte della critica ed un manager iperattivo, ma non esattamente limpido? La risposta è positiva, se si parla dei Grand Funk Railroad, straordinario trio di musicisti autore di alcuni lavori imprescindibili per comprendere il passaggio dal blues all'hard rock. No, non si tratta di un'esagerazione: assieme a gruppi altrettanto fondamentali come The Jimi Hendrix Experience, Cream, Free ed altri, Mark Farner e soci hanno certamente fatto da spartiacque fra un prima ed un dopo nella storia della musica, a cavallo di quegli anni leggendari fra i 60 ed i 70. Come detto poc'anzi, questi ragazzi del Michigan si sono fatti conoscere rilasciando sei album nel giro di pochissimi anni, anche grazie all'impulso del loro manager Terry Knight, dal quale successivamente si separarono a causa di alcune scelte non condivise e di una gestione delle royalties non esattamente trasparente.
Prima del fattaccio, tuttavia, Knight aveva davvero spinto il trio a fare del proprio meglio già dall'esordio discografico, intitolato On Time e capace di vendere già un milione di copie grazie al suo incendiario rock con venature blues, una sorta di “hard blues”, per così dire. Il disco si apre con la splendida Are You Ready, una sorta di manifesto programmatico inaugurato da un grande gioco chitarra/batteria, poi sormontato dalla bella voce del cantante-chitarrista-compositore Mark Farner; il brano vive un crescendo costante fino alla conclusione, un'orgia strumentale dove i tre mostrano tutte le loro notevoli capacità. Anybody's Answer parte in maniera più dimessa, con poche dolci note di chitarra elettrica, poi esplode in un brano carico di pathos che si alterna fra momenti più pesanti e rallentamenti atmosferici che riprendono la dolcezza dei primi secondi: una perla davvero! Ma la terza traccia, Time Machine, non è da meno e costituisce uno splendido esempio di blues rock sanguigno, con tanto di armonica, ma soprattutto di un basso esplosivo suonato da Mel Schacher. Un trittico iniziale davvero notevole, non vi pare? Eppure le sorprese non sono finite, giacché l'incalzante High on a Horse, che ricorda qualcosa degli Uriah Heep, spinge nuovamente il piede sull'acceleratore ed offre un riff di chitarra sferzante ed assassino, sul quale Farner declama versi con più energia che mai. La sezione ritmica torna grande protagonista su T.N.U.C., brano noto principalmente per lo spettacolare assolo di batteria di Don Brewer, ma di cui vanno rimarcate anche le intriganti influenze funk che fanno capolino nei primi minuti. Del resto, una band denominata Grand Funk Railroad non poteva non incorporare influenze simili nel proprio sound! Into the Sun tira un po' il freno a mano inizialmente, poi evolve in un bel brano hard rock con alcuni passaggi di chitarra in palm-muting che qualcuno potrebbe giungere ad etichettare come proto-thrash! Naturalmente si tratta di un'esagerazione, ma l'effetto è comunque dirompente. Heartbreaker ci riporta sui lidi battuti da Anybody's Answer e potrebbe validamente provenire da un musical come Jesus Christ Superstar in quanto a pathos, mentre Call Yourself a Man costituisce forse la canzone meno valida del platter e, ciò nonostante, è imperdibile nel suo incedere. Questo fa capire il livello assoluto dell'album che stiamo analizzando! Can't Be Too Long torna ancora una volta su sonorità epiche ed al confine con il soul, rispolverando tuttavia anche echi rock piuttosto pesanti, soprattutto nella seconda metà; On Time chiude le danze con Ups and Downs (di downs in realtà l'album è sostanzialmente privo!), un ulteriore, eccellente esempio di “hard blues” con una splendida prestazione collettiva da parte del trio.
Non resta molto altro da aggiungere: On Time è il primo di una serie micidiale di lavori prodotti dai Grand Funk Railroad, che nel giro di un paio di anni passeranno da emeriti sconosciuti a gruppo con milioni di copie vendute. Probabilmente, nonostante la straordinaria qualità di On Time, il trio ha prodotto successivamente anche di meglio: Grand Funk, Closer to Home, Survival sono infatti album ancor più rifiniti e potenti, senza dimenticare l'incendiario live del 1970. Qualcuno, addirittura, potrebbe rivolgere le sue personali preferenze al celebre We're an American Band, album del 1973 successivo all'aspra disputa legale con Terry Knight e che strizza maggiormente l'occhio al rock più radiofonico. Ciò nonostante, la grande storia della band parte proprio da On Time ed è semplicemente impossibile dimenticarlo o ignorarlo. Se lo ascoltate, capirete senza ombra di dubbio il perché.
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15
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Grandissima band, il loro successo iniziale fu dovuto all\'inserimento nel programma Atlanta Pop Festival, dove il gruppo sbaraglia tutta la concorrenza. Album già molto buono come esordio, anche se preferisco Closer To Home, il Live ( a dir poco mitico ), Survival e E Pluribus Funk, seguiti a ruota da Phoenix e We\'re an american band, anche se però con quest\'ultimo siamo nel 73 e li dovranno fare i conti con altri astri nascenti, Montrose per esempio |
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14
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Primo album di una delle migliori band di sempre..Mark Farner chitarrista e cantante molto, troppo sottovalutato, Don Brewer batterista incredibile, un metronomo e Mel Schacker musicista immenso che col suo basso terremotante sostiene il suono della band... Gruppi così purtroppo non ne nascono più |
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13
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mmmm non proprio, sono le mode latenti che cercano di plasmare quello che il vero rock e'. Van Halen Black Sabbath Led Zeppelin Iron Maiden e molti altri in realta' hanno fatto qualcosa per se stessi e per loro stessi, non per essere dei piacioni alla moda, che spesso non e' naenche tale. |
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12
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Come tutti i dischi d'esordio pecca di una direzione ben precisa... questo ne fa un album variegato in cui si può trovare un pò tutta la vena blues-rock... dal successivo fino a Phoenix sarà una escalation di Lp da sogno che porterà la band ad esplorare nuove soluzioni sempre più sofisticate senza per questo perdere eccessivamente in impatto e visceralità... Da We are.... in poi invece il gruppo diventerà l'immagine sfocata di sé stesso... |
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11
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Ottima band! @Rasta mi citi un altra ottima band e un altro ottimo disco vedo! |
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10
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assieme ai GRAND FUNK viaggiano gli MC5 di Kick Out The Jam; visto l'occhio di riguardo che ha Metallized nei confronti delle origini dell' Hard'n'Heavy, tale Disco non può mancare nel loro database.
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9
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Ottima recensione per un album, il primo di questo sottovalutatissimo "power trio" statunitense, che ha rappresentato senza dubbio un debutto notevole, per non parlare dei successivi "Gran Funk" e "We're An American Band" che reputo i loro migliori album per distacco! Voto 92, dunque, più che giusto! |
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8
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Gran disco. Il successivo ancora meglio. |
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7
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Ricalco paro paro i commenti 1/2/5/6, aggiungo che quest'album è molto bello, ma contiene ancora alcune ingenuità che verranno in seguito affinate. Le canzoni molto belle ma anche lì in seguito faranno ancora meglio. Il mio preferito è Closer To Home, ma ce ne sono parecchi grandiosi, tipo quello prodotto da FRANK ZAPPA, ma anche Pluribus, American Band, il + tranquillo Phoenix.... Buonissima recensione. Giusto rimarcare il fatto dello spartiacque. |
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6
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Band stratosferica e seminale ..... Band così non ne esistono più .... |
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5
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Band enorme. Tra le grandi della storia. Una potenza devastante per l'epoca, batteria e basso impressionanti. |
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4
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Grandiosi! Tra le band più grandi di sempre e purtroppo tra le più sottovalutate... Il mio preferito è "E Pluribus Funk", album SPETTACOLARE!! Ora voglio le recensioni di tutti gli album! |
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3
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Band da approfondire. Ho solo l'omonimo, che mi piace parecchio. |
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2
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Una delle più grandi band di tutti i tempi, eroi veri assieme ai Mountain e a tanti altri protagonisti di un'epoca tra le più gloriose del rock. Album meraviglioso come quasi tutti quelli usciti a loro nome. |
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1
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Ottimo ripescaggio! I Grand Funk stanno agli USA come gli Uriah Heep stanno all'Europa. Amatissimi da pubblico, autori di album vendutissimi (e bellissimi!), ma poco considerati da certa critica con la puzza sotto il naso. Io li preferirò nella seconda parte della carriera in cui raffineranno di molto la proposta, ma i primi 3 (ignorantissimi, grezzissimi, infuocatissimi) album e il live sono comunque dischi da avere. Mark Farmer fa parte della schiera dei fuoriclasse MAI menzionati: cantante spettacoloso e ottimo chitarrista. Heartbreaker canzone da adorare incondizionatamente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Are You Ready 2. Anybody's Answer 3. Time Machine 4. High on a Horse 5. T.N.U.C. 6. Into the Sun 7. Heartbreaker 8. Call Yourself a Man 9. Can't Be Too Long 10. Ups and Downs
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Line Up
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Mark Farner (Voce, Chitarra, Piano, Armonica) Mel Schacher (Basso) Don Brewer (Batteria)
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RECENSIONI |
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