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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Blondie - Plastic Letters
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29/04/2019
( 1632 letture )
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Qualcuno all’epoca definì Debbie Harry la Marilyn Monroe del punk rock. Forse Debbie stessa si definiva così, fantasticando (quando ha scoperto di essere stata adottata) sul fatto che proprio la diva biondo platino potesse essere sua madre. Una frontwoman a tutto tondo, capace di attirare su di sé le luci dei riflettori (ma vista la sua bellezza la cosa era anche prevedibile), andando però così ad oscurare i restanti membri della band; ovvero Cris Stein, suo compagno e mentore, Frank Infante, Jimmy Destri e Clem Burke. Senza dimenticare ovviamente (anche se Plastic Letters non è stato registrato con lui) di Gary Valentine, figura fondamentale per la scrittura del singolo (I’m Always Touched by Your) Presence, Dear .Tutti ottimi musicisti, soffocati però in un certo senso dal carisma e dalla bellezza di Debbie. Non che questo fosse proprio un male. Cris Stein nelle interviste rilasciate sosteneva che in qualche maniera era giusto così dato che riteneva la sua compagna una persona fantastica e meritevole di tutte le attenzioni.
Anche il nome stesso della band, Blondie è stato creato a partire proprio dalla chioma bionda della cantante. Un figura quindi centrale che ha saputo ispirare, grazie anche al suo modo di fare sul palco (oltre che chiaramente il lato estetico) decine e decine di artiste (tra cui Madonna). Il tutto in un periodo (fine anni 70 e inizio anni 80) di forte transizione (come accennato in precedenza Madonna dove ancora arrivare a scandalizzare la musica pop). Siamo nel 1978 quando è uscito Plastic Letters. La parola chiave usata poche righe sopra (ovvero transizione) racchiude proprio questo secondo album dei Blondie, in quanto si colloca in mezzo tra il loro debutto del 1976 e il loro grandissimo successo commerciale (circa 20 milioni di copie vendute), ovvero Parallel Lines . E’ comprensibile quindi sentire all’interno del disco una sorta di innocente irrequietezza che porta ad abbandonare (ma non del tutto) certe sonorità punk rock in favore della neonata New Wave (di cui i Blondie sono tra gli esponenti di maggior successo). Eppure anche in album di passaggio come questo ci sono dei tratti distintivi (oltre chiaramente la voce di Debbie) che li distinguono (e che hanno permesso loro) e che li hanno fatti emergere. Ovvero la preparazione tecnica e la scelta di precise sonorità inserite nel posto giusto al momento giusto. Mi riferisco soprattutto ai singolo (già citati in precedenza) ma anche ad altre tracce come l’introduttiva fan mail ad esempio. Risulta dunque sbagliato associare i Blondie alla sola Debbie Harry ( o a Cris Stein) vista la preparazione tecnica (e qualitativa) che saranno in grado di offrire in futuro.
In definitiva Plastic Letter è un album di transizione, forte di un singolo pazzesco (che ha il pregio di aver lanciato in maniera continuativa la band) e che paga il prezzo di essere uscito tra due album di caratura superiore. Eppure, per capire la musica dei Blondie e la loro evoluzione Plastic Letters rappresenta una tappa obbligata.
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6
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"Plastic", appunto. Au revoir. |
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5
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All' epoca una rivista musicale lo elesse disco del mese per l' uso " impazzito "dell' italico organo farfisa e per le stravaganze sonore che il gruppo proponeva fin da allora. Certo la fusione rock-disco avvenne con il successivo album "Parallel Lines " ad opera di " Heart of Glass" e anche l' utilizzo del rap, mai adoperato prima da una band non afro-americana avvenne ancora più tardi con " Autoamerican" etc. Ma anche qui piccole sperimentazioni pop rock sono presenti, nella swingante Kidnapper o nel pop sixties di Denis o anche nell' indecifrabili stili di " I'm on E"o " Cautios Lip". |
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4
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ps del ps...com'è che non mi fa votare dicendo che ho già votato?? |
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3
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ps..facciamo anche 80 dai... |
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2
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Bellissimo album di una grandissima band. |
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1
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Recensione che mi sembra sbrigativa e raffazzonata, oltretutto contiene errori di sintassi e ortografia che avrebbero potuto essere evitati se fosse stata riletta. Comunque il punto è che del disco dice ben poco e, nel tentativo di andare oltre la centralità della figura di Debbie Harry, paradossalmente si focalizza quasi solo su di essa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fan Mail 2. Denis (Neil Levenson) 3. Bermuda Triangle Blues (Flight 45) 4. Youth Nabbed as Sniper (Stein) 5. Contact in Red Square (Destri) 6. (I'm Always Touched by Your) Presence, Dear 7. I'm on E 8. I Didn't Have the Nerve to Say No 9. Love at the Pier 10. No Imagination 11. Kidnapper 12. Detroit 442 13. Cautious Lip (Stein, Ronnie Toast)
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Line Up
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Debbie Harry (Cantante) Cris Stein (Chitarra) Frank Infante (Basso, Chitarra) Jimmy Destri (Sintetizzatore, Pianoforte, Cori) Clem Burke (Batteria)
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RECENSIONI |
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