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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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God Forbid - Gone Forever
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11/05/2019
( 972 letture )
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Dal New Jersey con amore, odio, rabbia e heavy metal. Una breve cartolina oltreoceano per presentare gli ora dismessi (sigh!) God Forbid, band di classe e cuore che, senza ombra di dubbio avrebbe meritato di più. Una fine prematura e per certi versi simile a quella dei coetanei Shadows Fall, con i quali il quintetto ha condiviso il palco più volte a inizio carriera. Dopo album promettenti ma non propriamente a fuoco, i Nostri tornano sulle scene con il peculiare e granitico Gone Forever sotto l’egida della sempre attenta Century Media. È il 2004 e molte realtà di metal moderno si affacciano sul mercando cercando spiragli di sorta e notorietà. E se è vero che ogni ciclo ha una fine, per i God Forbid, band difficilissima da etichettare, il discorso è completamente differente. Andiamo a scoprire il perché…
Prodotto dal bravo Eric Rachel e mixato dal fenomenale Colin Richardson, Gone Forever si presenta come uno spaccato anti-temporale e decisamente futuribile. Un pugno in faccia di 41 minuti, suddiviso in 9 succosissime tracce abrasive. Esattamente come in “Timecop”, veniamo sbalzati costantemente avanti e indietro nel tempo con una ricca ricerca sonora e una serie di arrangiamenti che non si sbilanciano mai troppo, ma che intelligentemente accarezzano una vasta gamma di sfumature: dal metal-core al thrash, fino all’heavy metal tout-court. I giochi sono affidati all’arrembante incipit di Force-Fed, con un breve delay che anticipa una scorribanda thrash e alcune armonizzazioni appena accennate. La voce roca e graffiante del mastodontico singer afro-americano Byron Davis convince sia nella versione aggressiva sia nei contro-cori, condivisi con il chitarrista ritmico Dallas Coyle, riff-maker sottovalutato e seconda voce abile e convincente. Chiariamo subito: gli assoli non si sprecano e piovono come fossero polpette aliene a cura del bravissimo Doc Coyle (co-fondatore della band e ora nel super-gruppo Bad Wolves). Il codino di Force-Fed rallenta per un roccioso breakdown di matrice –core, per poi catapultarci nel primo singolo dell’album, la focosa e melodiosa Antihero, che si trascina dominanti riff old-school per poi armonizzarsi nei versi principali, scanditi ancora una volta dalla rabbiosa ugola di Byron Davis e dai frequenti intermezzi solisti di Doc, che spezza la tensione e regala tecnica e gusto. L’anti eroe sfavillante è un in realtà un singolo solo per definizione, anche perché i break ritmici e rallentati sono squisitamente heavy (e sempre controbilanciati da qualche svisata melodica importante). I God Forbid non si fanno intimorire e non ricercano la via facile: niente melodie casuali e radio-friendly, ma solo una costruzione della canzone tipicamente metal: compatti quando serve, armoniosi il giusto e devastanti per la restante porzione sonora. L’album si presenta con un bel packaging e una copertina malinconica. E mentre la potente e catchy Better Days è tipicamente figlia della prima ondata metalcore, la successiva Precious Lie abbassa i toni, aprendosi con un fraseggio aperto e distante. Si alza il sipario ed ecco un brano cadenzato, dominato da riff muscolosi ma anche dalle melodie cupe e sofferte di Dallas Coyle e da un break chitarristico stupendo, nonché da una parte finale destrutturata e greve. La strada si fa sempre più buia e i corvi iniziano a posarsi intorno a noi mentre proseguiamo sul sentiero sterrato: è ora della terremotante Washed-Out World, che si apre con una intro strumentale, doppia cassa e breve assolo che si evolve in un vigoroso up-tempo dalle venature tecno-thrash. Byron Davis canta con trasporto, mentre i cori ricordano alcune soluzioni dei Nevermore. La varietà presente nel corso dell’ascolto salva ed eleva Gone Forever all’ennesima potenza, regalandoci un album aggressivo e ben bilanciato. Non ci lasciamo sfuggire tutti i passaggi e le cromature, piccolezze atmosferiche e melodie nascoste. I fratelli Coyle ci regalano un breve bridge “sospeso” prima della frammentata ripresa finale.
Corey Pierce fa la sua parte percuotendo violentemente le pelli e disegnando strutture ritmiche ora nervose e complesse ora dirette ed esemplificate, mentre la seconda e ultima parte del platter conferma le nostre vecchie e nuove impressioni. Bordate thrash moderne (Living Nightmare) si alternano a brani con spezie e sapori differenti (la title-track), per poi chiudere il cerchio mistico-metallico con la conclusiva Judge the Blood, manifesto del sound GF-2004. Sei minuti conclusivi corroborati da classicismi, pianoforte e dramma notturno. Il mood dell’intero lavoro è compresso all’interno dell’ultima traccia per un veloce e arguto riepilogo dell’ascolto appena concluso. Intro in avorio e primi passi a cura delle chitarre melodiche e sognanti. Una struttura più complessa, se vogliamo, che si perfezionerà nei seguenti lavori, il concept IV: Constitution of Treason e il progressivo Earthsblood.
Da sempre una delle migliori realtà della tanto valida quanto bistrattata NWOAHM, i God Forbid iniziano a spaccare le montagne proprio dal suddetto album e, per qualche anno, continueranno a farlo nel migliore dei modi, sempre migliorando e sempre con umiltà, creatività e devozione. Dopo tanti anni Gone Forever continua a essere un punto di riferimento ma, soprattutto, un bellissimo album.
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1
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Gran disco, peccato che nel calderone metalcore di quegli anni fu poco considerato. Voto perfetto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Force-Fed 2. Antihero 3. Better Days 4. Precious Lie 5. Washed-Out World 6. Living Nightmare 7. Soul Engraved 8. Gone Forever 9. Judge the Blood
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Line Up
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Byron Davis (Voce) Doc Coyle (Chitarra) Dallas Coyle (Chitarra, Voce) John “Beeker” Outcalt (Basso) Corey Pierce (Batteria)
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RECENSIONI |
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