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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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11/11/2019
( 1729 letture )
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Per coloro che sono avvezzi a una determinata scena estrema, i giapponesi Boris sono una band che non ha certo bisogno di presentazioni. Sono passati ventitré anni dal loro debutto Absolutego e i Tre possono vantare una produzione sterminata, contaminata da drone, noise, stoner, sludge, hardcore, post rock e almeno un’altra mezza dozzina di generi. L’ultimo LφVE & EVφL, a due anni di distanza dall’ottimo Dear, rappresenta un traguardo simbolico importante: quello del venticinquesimo album in studio!
L’opera in questione è concettualmente divisa in due parti (LφVE e EVφL, appunto) che galleggiano nel mare dell’ineluttabilità, dallo shoegaze che apre Away from You alla lenta cantilena immersa nella nuvola di rumore di Shadow of Skull. Due opposti che, almeno nel modo in cui vengono rappresentati in quest’album, hanno molto in comune, più di quanto possa sembrare; la prima contiene tre pezzi all’insegna del post rock, mentre la seconda è incentrata su noise e drone, risultando -in qualche modo- quella più simile al repertorio passato dei Boris. Ma dai crepitii elettrici di Coma che richiamano i più criptici Godspeed You! Black Emperor alle stratificazioni chitarristiche di Uzume, il passo è breve. Questo risulta essere un grandissimo punto a favore, poiché rende un disco intenzionalmente incentrato sul gioco degli opposti un lavoro coeso e dotato di forte continuità per tutta la sua durata. Raramente riscontreremo cali d’attenzione, nonostante i Boris facciano di tutto per mettere in difficoltà l’ascoltatore: non a caso la vetta più alta del disco risulta essere la traccia più lunga che si ritrova anche a fare da ponte tra le due metà. Si sta parlando della title-track EVφL, vera e propria sinfonia post-rock che ci accoglie con delle ritmiche tribali che a poco a poco si spengono per lasciare il posto a una sezione rumoristica, in cui si inseriscono dolcemente le lyrics, che ci accompagnano passo-passo verso l’assolo di Wata che spalanca le porte al crescendo finale. Un assolo simile lo ritroveremo anche in LφVE, questa volta atto ad abbattere con violenza il grigio muro sonoro che si è venuto a costruire: il disco risulta essere pieno di continui richiami e collegamenti tra una traccia e l’altra, e ciò giova molto alla longevità del lavoro.
Per riassumere, LφVE & EVφL è un buon lavoro che, nonostante non possa reggere il confronto con i grandi capolavori della band, si rivela un ascolto molto piacevole. La band gioca ancora una volta con i proprio limiti, riesplorando il proprio passato e regalandoci un album compatto e credibile. È un lavoro volto al doom in cui la furia tipica di stoner e hardcore viene a mancare, ma ciò non è necessariamente un aspetto negativo: anzi, l’album risulta di facile assimilazione ma comunque riesce non annoiare ascolto dopo ascolto. Per chi non avesse mai ascoltato i Boris e non sapesse da che parte della loro sterminata discografia iniziare, LφVE & EVφL potrebbe essere la risposta.
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Amo i Boris, ma questo a mio parere rimane uno dei loro dischi meno riusciti (beninteso che nella loro immensa discografia ci sono tantissimi alti e bassi), addirittura noioso in certi punti, specialmente se confrontato col precedente "Dear", che al confronto è un vero e proprio capolavoro, almeno per me. Rimangono ottimi episodi come tutti quelli citati da Luca - per me soprattutto LφVE e Uzume - ma nel complesso non sono riuscito ad ascoltare il disco per intero per più di una volta, purtroppo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Away from You 2. Coma 3. EVφL 4. Uzume 5. LφVE 6. In the Pain(t) 7. Shadow of Skull
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Line Up
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Takeshi Ohtani (Chitarra, Basso, Voce) Wata (Chitarra, Voce) Atsuo Mizuno (Batteria, Voce)
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RECENSIONI |
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