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Bombus - Vulture Culture
15/11/2019
( 2235 letture )
Nascono nel 2009 nella solita Svezia, terra che ormai ci ha abituato ad una sicurezza musicale come poche altre nazioni. I Bombus inizialmente si dedicano a cover punk rock di band come Melvins, Poison Idea e The Jesus Lizard, maturando lentamente uno stile proprio ed una stabilità della propria formazione che sfocia nel debut album omonimo nel 2010. In pochi anni riescono a raggiungere notevoli obiettivi, come aprire per band quali Black Sabbath, Gojira, Baroness e intraprendere un tour con i Graveyard, con una tappa che tocca anche l’Italia.
Il sound della band è un potente hard and heavy che prende a piene mani dal vecchio punk, hard rock ed heavy classico ma viene proposto in maniera decisamente moderna, come se i Motorhead decidessero di affinare il proprio sound con arrangiamenti ricercati ed una produzione modernissima.

Vulture Culture è il loro quarto album, uscito come il precedente sotto Century Media, che vede l’ingresso in pianta stabile di Simon Solomon alla terza chitarra, scelta che si rileva vincente in quanto gli arrangiamenti sono ancora più curati e gli assoli risultano decisamente interessanti.
La caratteristica del disco è proprio la capacità del combo svedese di miscelare potenza, melodia, drammaticità, riff potenti e diversi stili in modo decisamente naturale e senza risultare caotico e pomposo. L’opener A Ladder – Not A Shovel è un crescendo di epicità, partendo da atmosfere cupe e sinistre per sfociare in una strofa punkeggiante ed un cantato di chiara ispirazione Motorhead. I brani si mantengono tutti su un buon livello senza annoiare e senza risultare ripetitivi e scontati, pur avendo a che fare con un robusto hard rock non si scade mai nei soliti cliché o in soluzioni facili. It’s All Over per esempio pur essendo la ballad del lotto si distacca totalmente dal concetto di ballad, risultando un brano intimistico, quasi etereo, attingendo dai Pink Floyd o dal gothic in stile Tiamat di Gaia. Ancora atmosfere volte a creare immagini catastrofiche con In The Shadows, in cui le tastiere svolgono un ruolo chiave. In We Lost A Lot Of Blood Today troviamo influenze ancora più pesanti, vicini a Pantera e Rammstein per fare due nomi, influenze riscontrabili anche nella title track e nella successiva Two Wolves and One Sheep a cui si aggiungono sonorità nu metal, senza però mai prendere il sopravvento. Da segnalare nuovamente l’ottimo lavoro di chitarra, sempre vario e dinamico, in un continuo creare trame melodiche e articolate.

Il sound di Vulture Culture è curato in ogni dettaglio, la registrazione è perfetta, effettuata da Daniel Johansson, mentre mix e mastering sono stati affidati al guru Jens Bogren, ormai nome sinonimo di garanzia e qualità. I Bombus, il cui unico difetto sta proprio forse nella scelta del proprio moniker, memorizzabile facilmente ma poco consono per una band heavy metal, si rivelano una piacevole scoperta per il sottoscritto, ed una conferma di qualità nel vasto panorama musicale odierno. Difficile dire cosa riserverà il futuro ai nostri, e se riusciranno a confermarsi anche a livello di pubblico, ma se leggete questa recensione non perdete la possibilità di dedicargli un ascolto.



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
74.8 su 5 voti [ VOTA]
Tristan
Giovedì 11 Marzo 2021, 11.07.55
7
Disco bellissimo. Lo rimetto regolarmente e lo ascolto sempre dall'inizio alla fine (cosa rara). Adoro la voce roca e tutte le melodie/armonie delle chitarre.
AkiraFudo
Giovedì 28 Novembre 2019, 9.31.55
6
gran bel disco... diretto e divertente, con una voce strepitosa e pezzi che si stampano in mente dal primo ascolto... bella scoperta!
AndreA
Mercoledì 20 Novembre 2019, 13.02.13
5
Grandissima band, album veramente bello. Li riconoscerei in mezzo a mille band.
Shock
Lunedì 18 Novembre 2019, 20.13.54
4
Dopo averlo ascoltato per bene, il mio giudizio: gran bel disco!! A cavallo tra hard rock e metal, il gruppo si crea un suo sound riconoscibile, con un songwriting migliorato negli anni, con un perfetto mix tra potenza e melodia, una voce bella tosta ed un brillante uso delle chitarre. Sicuramente tra i migliori dischi dell'anno!!!
Troops of tomorrow
Venerdì 15 Novembre 2019, 18.52.08
3
Tanta roba. Promosso.
Shock
Venerdì 15 Novembre 2019, 17.47.17
2
Ascoltato solo una volta per adesso, troppa roba oggi nuova, ma di primo acchito si tratta di un buonissimo disco. Magari ripasso dopo qualche ascolto maggiore.
Galilee
Venerdì 15 Novembre 2019, 16.07.24
1
Bravi. Inoltre il songwriting è più che buono. Mi sa che....
INFORMAZIONI
2019
Century Media
Heavy
Tracklist
1. A Ladder – Not A Shovel
2. (You Are All Just) Human Beings
3. Mama
4. It’s All Over
5. In the Shadows
6. We Lost A Lot Of Blood Today
7. Vulture Culture
8. Two Wolves and One Sheep
9. Feeling Is Believing
Line Up
Fredrik “Feffe” Bergland (voce, chitarra)
Mattias “Matte” Jacobsson (chitarra, voce)
Simon Solomon (chitarra)
Ola Henriksson (basso)
Peter Asp (batteria)
 
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