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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Trick Or Treat - The Legend of the XII Saints
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23/04/2020
( 5174 letture )
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A quanto pare i connazionali Trick Or Treat ci hanno preso gusto con i cartoni animati e visti i buoni risultati del progetto Re-Animated hanno deciso di procedere per questa strada, mettendo da parte per il momento i concept che hanno ispirato Rabbits’ Hills pt. 1 e pt. 2. Tuttavia i nostri hanno scelto un compromesso fra queste due strade tanto distanti, facendo cadere la scelta su un concept tratto da un fumetto. Quale scelta migliore se non il noto capolavoro di Masami Kurumada che ha segnato diverse generazioni a cavallo tra gli anni '80, '90 e primi duemila? Il gruppo di Modena ha preso ispirazione dalla famosa saga delle dodici case dei Cavalieri dello Zodiaco, proponendo un solido concept con una canzone ispirata alla storia per ognuno dei cavalieri d’oro. Il progetto ha preso piede a inizio 2019 con una campagna di crowdfunding e il gruppo si è impegnato a pubblicare una nuova canzone ogni mese, in concomitanza con il cambio di guardia del segno zodiacale corrente. Un’idea senz’altro romantica, ma che ci ha portato ad una lunga attesa di un anno per vedere l’opera conclusa e confezionata.
La storia dei protettori della dea della giustizia inizia con una breve intro epica e maestosa. Ave Athena non è altro che il sipario che si apre di fronte alle storie di dodici incredibili personaggi. Nonostante l’intro del platter trasmetta la netta sensazione di essere stato messo lì di fretta, ci vuole poco a far passare un minuto prima che il cammino delle dodici case inizi passando per la prima. Aries: Stardust Revolution è un apripista che rispetta tutti gli stilemi del power metal: velocità, linee fortemente melodiche, doppia cassa ed epicità che trasuda da ogni battuta. Il brano esalta una sezione centrale in latino ricca di pathos, per poi lanciare l’assolo di chitarra dove in sottofondo possiamo udire il martello di Mu dell’Ariete riparare le armature dei nostri eroi, in quanto unico in grado di farlo. Uno dei tanti dettagli sparsi in questo The Legend of the XII Saints scritta da chi ha chiaramente consumato l’opera di Kurumada. L’intro dal sapore settantiano di Taurus: Great Horn ci accoglie nella seconda casa e l’attacco del pezzo investe l’ascoltatore con una possanza adatta al personaggio trattato.
"Hey, i’m talking to you" (Taurus: Great Horn)
Il primo verso della canzone è la stessa identica frase che Aldebaran del Toro rivolge a Pegasus, protagonista della serie, non appena quest’ultimo si appresta ad entrare nella seconda casa del Santuario. L’impatto è molto intenso, ma il vero piatto forte del brano è il ritornello che nelle battute finali della canzone fa venire la pelle d’oca, senza ombra di dubbio uno dei migliori dell'album. Per un personaggio mastodontico come Saga dei Gemelli i Trick Or Treat ci deliziano con la presenza di Yannis Papadopoulos, potente voce dei Beast in Black. Su Gemini: Another Dimension Conti canta i versi della faccia buona del cavaliere dei gemelli, mentre Papadopoulos presta i suoi migliori acuti per il volto oscuro di un cavaliere dalla duplice personalità. L’idea di riproporre il ritornello in due versioni simili, ma con intenzioni e testi diversi è tanto semplice quanto brillante e porta a casa il risultato, arricchito da un comparto musicale di tutto rispetto. Il giro di basso di Leone Villani Conti, arricchito dalle tastiere, apre lo scenario della spettrale quarta casa.
“When you feel the end of life Growing from inside There’s a place where nobody can’ t hide When you feel the end of time Flooding in your veins Just be sure you entered my dark reign” (Cancer: Underworld Wave)
La cupezza di un personaggio che da sempre è rimasto vincolato al concetto di morte si apre sul ritornello del brano, arioso e melodico. Questo dualismo sul contatto con la fine della vita e le sonorità ironiche rappresentano egregiamente Deathmask del Cancro, personaggio che da sempre ha diviso la critica dei fan della serie. Dopo un breve bridge gli assoli di chitarra entrano con un attacco di gran classe ed eleganza, risultando veramente d’effetto. Cancer: Underworld Wave risulta più leggera all’ascolto rispetto alle precedenti tracce e non avendo particolari picchi offre un ascolto più morbido e diverso dai binari classici del power metal.
“Brother what you have done, You were my guide, My hero my best friend Why did you left me alone, Fightning an enemy that I call sadness Everyone say you are betrayer Are they right, or they are liars? No one will doubt my own faith I’ll become the strongest saint
Suspicion haunts me This is not my destiny.. Is love the death of duty Or is duty the death of love?” (Leo: Lightning Plasma)
Malinconia, dubbi e una smisurata perseveranza sono le prime sensazioni che arrivano all’ascoltatore -dritte come un pugno- durante i primi momenti di Leo: Lightning Plasma. Giunti alla quinta casa troviamo Aioria del Leone che convive con il rimorso e il dubbio di cosa sia realmente accaduto al fratello Aiolos del Sagittario, accusato di tradimento nei confronti del Santuario e scomparso da ormai tredici anni. La tristezza, ad ogni modo, dona al leone ferito la possibilità di perseverare nella sua causa di diventare il più forte dei cavalieri per riportare alto l’onore dei due fratelli. Nonostante la canzone non brilli per originalità, la parte forte è il testo -emozionante e di alto livello- che ci invita a chiederci se l’amore sia la morte del dovere, o se il dovere sia la morte dell’amore. Considerazioni che vanno ben oltre il mero concetto di fumetto, cantate divinamente e che dipingono una tela mista di colori caldi e freddi, pregni di amore e disperazione, di un bellissimo rapporto mai coltivato fra due fratelli. Tra sacrifici e rivelazioni, mettiamo da parte l’emozione per una sfida titanica. L’intro di Virgo: Tenbu Horin ci colloca immediatamente in una dimensione lontana dal tempo, spirituale e distaccata dalla vita terrena. Tra il ritornello e il mood evocato dal brano, la traccia dedicata a Shaka della Vergine è un autentico pezzo da novanta che si colloca fra i migliori di tutto il disco.
“Your life is just a grain of sand in universe, Eternal sleep arrives, transition’s not the end In present moment find the path to the 8th sense The Phoenix will not rise again” (Virgo: Tenbu Horin)
Per quello che viene considerato l’uomo più vicino a Dio, la vita non è altro che un granello di sabbia nell’universo e la morte è un mero atto di transizione come insegna il Buddismo. Poco dopo la metà del brano vi è un acuto in grado di toccare alte vette di epicità, seguito da un breakdown che spezza completamente la canzone con un grandissimo effetto, rompendo anche gli stilemi del power metal. Al termine rientra la chitarra con un assolo mozzafiato e successivamente la coppia Benedetti/Venturelli armonizza una linea melodica meravigliosa. Il brano verso il finale continua in crescendo tra le sei corde e i cori, per poi chiudersi fra i brividi del piano e di un ultimo verso sussurrato con decisione e profondità: “Im the closest to God.”. Dal Tibet tanto caro a Shaka della Vergine, con Libra: One Hundred Dragons Force volgiamo il nostro sguardo alle sonorità orientaleggianti della Cina. I violini dipingono perfettamente il mood della patria di Dokho della Bilancia, uno degli unici due sopravvissuti alla precedente guerra sacra narrata in Saint Seiya: The Lost Canvas, alla quale i Trick Or Treat fanno anche riferimento nel testo del brano. Il pezzo è permeato di un sound fortemente ispirato agli anni ottanta, soprattutto durante le strofe. L’arrangiamento dei violini, soprattutto dopo l’assolo di chitarra e nel finale, calza a pennello e -arricchito dai cori che inneggiano al ritorno del regno di Atena- trasmette all’ascoltatore un grande senso di speranza. The Legend of the XII Saints è nel pieno della sua forza e l’ascolto continua a crescere progressivamente nel tempo, così come sempre più ripide diventano le scale che ci portano alle case successive. Scorpio: Scarlet Needle è una pungente e galoppante canzone che denota un lavoro alle pelli da parte di Luca Setti ottimo, rapido e potentissimo.
“Arles is calling my name And i will answer again I am a soldier, I am the arm My duty comes before my thoughts […] The darkness is growing And somebody will gonna fall What is my role here? Am i right or wrong? […] Time will reveal Where all the liars hide And shows me the way That I can’t see now Madness and tears break all the rules” (Scorpio: Scarlet Needle)
Il brano mette in risalto la natura dubbiosa e militare di Milo dello Scorpione, cavaliere che dedica anima e corpo al suo onore e alla causa del Santuario, senza tuttavia privarlo dell’esistenziale quesito su quale sia la cosa giusta da fare. Tra strofe velocissime e sezioni dalle venature quasi thrash metal, la vera punta di diamante del brano sta nei ritornelli e nel finale, che aprono completamente il brano verso lidi più melodici, emozionanti e riflessivi. E proprio parlando di emozioni il nostro cammino torna alle belle sensazioni legate ai ricordi della quinta casa del Leone, solo che questa volta siamo in quella del fratello: Aiolos del Sagittario. Se fino ad ora non ne avevamo avute, con Sagittarius: Golden Arrow arriva la prima ballad dell’intero lotto. La chitarra acustica apre la canzone insieme a un tappeto di tastiere di Alessio Lucatti e alla bella voce di Alessandro Conti.
"Now sleep well, You don’t have to know that grace is gone You will stand, till the time when you’ll save the …
All the stars shine trying to enlighten this night... All the universe is watching and praying for you... Just one last embrace till my sacrifice" (Sagittarius: Golden Arrow)
Il midtempo ricco di lirismo e tristezza narra la storia di Aiolos del Sagittario, che tredici anni prima rispetto alla saga delle dodici case porta via la neonata reincarnazione della dea Athena dal Santuario. Il cavaliere la salva e smaschera il complotto, pagando tuttavia con la propria vita una verità che non verrà a galla per lungo tempo e passando come un traditore fra i suoi pari. Costruire un brano su un personaggio che si vede poche volte nell’arco narrativo di 145 puntate è complesso. Tuttavia i Trick Or Treat riescono nell’impresa con uno dei brani più emozionanti e belli del lotto. Le tastiere sono le vere protagoniste del pezzo, poiché per tutta la durata stendono tappeti sonori e arricchiscono le sensazioni che la canzone vuole evocare. Tra l’assolo di tastiera e il successivo di chitarra vi è anche una citazione in italiano del testamento di Aiolos, lasciato ai protagonisti della serie all’interno della nona casa dello zodiaco. I solismi sono entrambi molto riusciti, combinando emotività e tecnicismo. Con Capricorn: Excalibur, ritorniamo ad una canzone più nei binari del genere, veloce e affilata come la lama di Excalibur, il colpo di Shura del Capricorno, cavaliere che più di tutti mira a raggiungere la perfezione tramite un allenamento durissimo ed infinito. Il pezzo approccia coordinate musicali più vicine al neoclassicismo con diversi inserti che richiamano la musica classica soprattutto nelle parti soliste di chitarra, prima di un bellissimo bridge che apre il pezzo all’emotività del cuore invece che alla violenza musicale della spada. Tra gli stacchi e il suono metallico del filo della spada che scivola giungiamo all’undicesima casa dello Zodiaco. Durante le strofe di Aquarius: Diamond Dust, le chitarre in clean fredde e cristalline trasmettono il gelo dei ghiacci del quale Camus dell’Acquario è maestro. L’intero pezzo, pur non brillando di una sua originalità come altri, è un dialogo del cavaliere nei confronti del suo allievo (uno dei protagonisti della serie).
"Winter cold in your hands, blow away till 7th sense, Winter wind will come, and destroy your enemies like a Diamond Dust, that must cover Joy of the past freezing all your pain forever" (Aquarius: Diamond Dust)
L’invito è quello di congelare il dolore del passato e sconfiggere i nemici del futuro tramite l’ausilio dei ghiacci. Il brano rispetta una forma canzone più canonica e si muove sulle medesime coordinate stilistiche del suo predecessore, tra doppia cassa e un vago sapore di musica classica nei ritornelli. Il nostro viaggio è prossimo alla conclusione quando ci avviciniamo alla dodicesima casa, ultimo baluardo difensivo tra noi e la sala del Grande Sacerdote -portavoce della dea Athena- dove ci attende una meravigliosa distesa di rose velenose. Pisces: Bloody Rose mette in musica la storia di Aphrodite dei Pesci, il cavaliere più bello del Santuario, destinato tuttavia a vivere in un’eterna vita di solitudine, poiché le rose velenose hanno reso il suo sangue e la sua pelle nociva al contatto. La canzone offre un mid-tempo e le sonorità di una ballad dallo stile tipicamente rock anni ottanta, che di tanto in tanto strizza l’occhio all’AOR. Nonostante il bell’assolo di tastiera, le parti di pianoforte e la buona linea melodica, questo brano non lascia il segno come gli altri e soffre il confronto con l’altra ballad del platter Sagittarius: Golden Arrow. Rimane la sensazione di un’occasione parzialmente mancata, mentre le note di chitarra acustica aprono Last Hour (The Redemption). Giungiamo alla fine, in cui la verità viene rivelata davanti alla statua di Athena e sotto le stelle in un dolce brano in cui Alessandro Conti e la sei corde sono i protagonisti.
Quello che sembra più un outro che una canzone, poco aggiunge e poco toglie a The Legend of the XII Saints, disco che si cimenta in un’impresa tutt’altro che facile. La produzione del disco, affidata a Eddy Cavazza è molto pompata e al tempo stesso bilanciata, riuscendo a mettere in risalto sempre tutti gli strumenti e senza appiattire le dinamiche del suono, soprattutto sui brani a metà platter che risultano musicalmente più originali e sfidanti in fase di missaggio e master. Quello che colpisce di più di questo lavoro è come i testi del disco siano sempre perfettamente calzanti e in grado di narrare in maniera emozionante la storia e la psicologia di ogni singolo cavaliere. La sensazione che si ha durante l’ascolto di ogni canzone è quella che la storia progredisca di strofa in strofa, tra citazioni e riferimenti alla trama del manga. In fase di giudizio non si può trascurare il fatto che dopo un buon inizio e una parte centrale del disco a dir poco esplosiva, vi sia un finale calante o perlomeno non all’altezza di tutto il resto. Da Capricorn: Excalibur in poi, il tiro cala leggermente e gli ultimi tre brani non reggono del tutto il confronto con i loro predecessori, che lasciano il segno in maniera più netta e brillante. In conclusione The Legend of the XII Saints è un ottimo disco di power metal con diverse tracce che offrono anche delle sfumature decisamente lontane dal genere di appartenenza e in quanto tale viene giudicato. Se il risultato è questo per un ascoltatore che non ha visto o letto I Cavalieri dello Zodiaco, per coloro che sono dei fan del manga di Kurumada, il disco è un autentico gioiellino da non perdere, poiché è lampante che è stato scritto da una band veramente appassionata all'opera e in grado di trasporne in musica gli aspetti più profondi.
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Da grande amante della serie promuovo a pieni voti questo lavoro. Non lo trovo stucchevole o noioso ma anzi pieno di carica e buona volontà. Va ascoltato in ordine, più volte e con i testi sottomano (vero punto di forza dell'intero lavoro) poiché veramente ogni singolo cavaliere è perfettamente caratterizzato.
Mi permetto solo di annotare che Aphrodite è stato un pochetto confuso con Albafica di lost canvas, solo quest'ultimo era destinato ad una vita di solitudine per via del suo sangue venefico.
Detto questo lasciamo bruciare il nostro cosmo e lanciamoci verso le stanze di Saga, 12 ore sono pochissime.
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Non è un brutto disco, anzi ma...una domanda: di dischi così nel 2020 se ne sente ancora il bisogno? |
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Da non cultore del genere ritengo il disco molto molto bello, suonato e cantato in modo eccellente (chi nei commenti parla di tecnica imbarazzante non ha mai imbracciato uno strumento), con melodie interessanti e assoli sempre pregevoli... avrei forse evitato qualche "citazione" di troppo (in particolare un ritornello mi ha ricordato troppo "ride the sky" ed un altro "letter to my child Neverland born" dei Vision Divine, per non parlare di Pisces che sembra un pezzo dei Toto)... peraltro peccato per l'inglese, sia scritto che pronunciato male... |
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non mi ha mai preso più di tanto, pezzo dopo pezzo, mese dopo mese, non decollava. e poi vorrei sapere quando arriva il pacco di tutta la roba acquistata un anno fa |
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il disco nel complesso è fatto bene, ma non mi ha preso per niente.. troppo derivativo e poi il cantante mi fa venire il mal di testa... mamma mia.. |
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@NobileCassios: Ti aspetto e occhio che son del segno del leone, l'ultima volta non è finita bene ! |
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@Analizzatore: Ma che vittima, lungi da me farlo anche perché è un atteggiamento che trovo misero. Al più nel commento 60 facevo luce sull'attitudine negativa di alcuni utenti! Inoltre trovo sbagliato dire che il recensore fomenta le aspettative: chi recensisce un disco è libero di esprimere la sua opinione a riguardo, sta a voi lettori poi prenderla o lasciarla lì dove è. L'atteggiamento negativo di chi spara a zero con poco senno è comprensibile eccome, ma non per questo giusto, anzi  |
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Non mi fare la vittima, stai travisando quanto accennato sull'eterogenesi dei fini. Innanzitutto che non è l'ascoltatore che si fa delle aspettative, casomai è il recensore che le fomenta. Il discorso serviva a spiegare l'atteggiamento negativo degli utenti, qui come altrove. |
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@axoras da fan della saga, la tua recensione è molto bella ed è lampante che è fatta con perizia da esperto della storia e probabilmente pure della band in questione..il voto è alto ma come sempre soggettivo secondo il recensore e va preso come tale.. x tutti i commenti.. bhè siamo sul portale dove non bisogna registrarsi e chiunque puó scrivere quel che vuole, 9 su 10 è più divertente demolire e deridere che lodare o commentare in maniera costruttiva.. e comunque a onor del vero, i commenti blastatori sono “il sale” la cosa più divertente che mi fa stare qui a leggere piuttosto che altri siti.. comunque i dischi di merda di solito han 0 commenti o poco più, quindi ascolteró con attenzione il disco si spotify, nel caso mi piaccia ordino, nel caso contrario vengo anche io a insultarli😂 |
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@Axoras: sembri molto interessato al numero dei commenti... se tu dovessi assegnare un voto alla tua stessa recensione, quale sarebbe? |
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@Analizzatore: La tua analisi ovviamente è perfetta, se non fosse che la verità -a mio parere- è che se un disco sulla quale ci facciamo delle aspettative non ci piace, è più facile venire qui e dire che io abbia occhi di riguardo per una determinata band -accusa grave per un recensore eh- piuttosto che mettersi in l'anima in pace e accettare che non ci è piaciuto o non lo abbiamo capito / ascoltato abbastanza. La cosa che mi fa cadere le palle per terra è che si preferisce venire qui a sparare boiate -per il gusto di puntare il dito e fare i maschi- piuttosto che aprire i testi del disco o guardarsi la storia alla quale fa riferimento, magari dicendo anche "ho troncato a metà ascolto" sparando un giudizio scarno e puerile. E' la voglia di fare polemica ingiustificata, mettendo in dubbio la buona fede di un recensore, perché si parla di un concept su i CdZ e perché il gruppo è italiano. Perché se avessi scritto una recensione su un gruppo power finlandese, su un generico concept sulla mitologia nordica, a parità di voto avrei avuto probabilmente 300 view e 3 commenti  |
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Sì, ma anche altrove vedo molti pareri negativi di noi povero popolo bue... Credo che qui tutti apprezzino tutto il metal, certo ognuno con le sue preferenze, ma in tutte le sue forme: un disco buono rimane tale anche se non è del sottogenere prediletto. Sicché quando un metallaro qualsiasi legge 86 -ottantasei- è contento del fatto che comunque andrà ad ascoltare un discone; non ci si meravigli che poi, deluso, venga qui (o vada altrove) e ironizzi o si incazzi. Una valutazione più contenuta, conforme a stilemi logori e stra-abusati ingentiliti -neanche tanto- dalla tecnica dei nostri, avrebbe generato molto meno della metà dei commenti piccati che si leggono. Perché il metallaro di cui sopra comincia a pensare che per la band ci sia un immeritato occhio di riguardo (che sia vero o no) e di conseguenza questa viene presa sul cazzo. L'eterogenesi dei fini? |
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@Analizzatore: Effettivamente prendendo in rassegna tutte le testate nazionali e internazionali il mio è il secondo voto più basso che il disco ha ricevuto, ironia della sorte  |
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Sì sì, come no... ma 86 non sarà troppo poco? |
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Comunque più riascolto The Legend Of the XII Saints e più riesco a trovare dettagli che mi piacciono.
L'idea mia rimane, avessero continuato la strada dei Rabbit's Hill con più varietà avrei apprezzato ancora più, ma per intanto devo dire che come album di classico power (happy) metal è bellissimo.
Un'opener come Aries poi è spettacolare, ma trovo tanti ritornelli e passaggi che entrano in testa, mentre la conclusiva Late Redemption sta alla grande in fondo alla tracklist, il coro finale è da brividi. Quindi dividerei le due cose: se si guarda ad un album power con più influenze e meno "ridonandante", non trovo sia un disco da 86, mentre se lo si prende in mezzo alla miriade di dischi power classico direi che il voto se lo merita tutto. Perchè alla fine la classe c'è, la capacità di scrittura l'hanno sempre avuta. Magari è meno attaccato al tema e epico come i fans della serie si sarebbero aspettati, ma per me non cambia molto. @Enrico86 comunque ho dato un'occhio ai siti esteri e non mi pare che schifano il disco eh, metal temple per esempio da 8 |
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Leggo che all'estero rideranno di un album come questo. Basta farsi un giro sui maggiori siti stranieri e guardare le valutazioni che danno a questo disco per notare che é tutto il contrario ( come se del resto dall'estero arrivasse sempre roba seria ) |
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Alla terza canzone ho smesso di ascoltarlo .......... |
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@Sandro70: questo probabilmente è il motivo perché alcuni scrivono recensioni e altri le leggono, tu probabilmente al netto della tua riflessione potresti scriverle  |
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certo invece i testi degli Slayer, Deicide e compangia bella a 60 anni suonati sono maturi e intelligenti, vero? ma ripigliatevi! |
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Noto che spesso c'è gente che commenta le recensioni dopo aver ascoltato il disco ( al 99% dei file MP3 ) una volta ( se va bene ). Sarò io che alla mia veneranda età sono un po' lento a comprendere e a giudicare ma direi che almeno 5 / 6 ascolti per farsi un'idea abbastanza precisa ci vogliono . Altrimenti è meglio passare oltre onde evitare brutte figure. |
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@naoto l'ignoto: sei un membro del gruppo o della crew?
L'album l'ho ascoltato tutto, anche se arrivare alla fine non è stato facile.
La recensione è molto ben scritta, e sono contento che al recensore sia piaciuto. Come è piaciuto a tantissimi, forse la maggior partedi coloro che l'hanno ascoltato.
Ciò non toglie che per me sia assolutamente un album mediocre.
Fortuna per te e per il gruppo che io no scrivo le recensioni.  |
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Dai Naoto ascoltati l’album prima di scrivere ste robe.. oppure chi ha fatto sta recensione è un cretino a parer tuo |
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Non capisco onestamente come un disco del genere possa prendere 86. Come si fa a chiamare Power una sorta di Pop-Metal alla Beast In Black, Sabaton, Gloryhammer e molti altri? Sì va bene, il concept è originale e tutto, la voce del cantante merita, ma ci fermiamo lì. La produzione sembra uno scherzo, iper pompata e sembra più la colonna sonora di un videogioco. Rtornelli abusati e strabusati in un genere ormai pieno al 90% di cloni su cloni e un 10% che riesce ad avere una sua personalità. Per me 50. |
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Se questo abominio vale 86..................l' ultimo dei noveria prende 2000 !!!!! A maledetto corona virus hai colpito proprio tutti. |
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Premessa: sono un fanatico cultore del fumetto e dell'anime, e avido collezionista delle action figures della serie prodotti dalla Bandai, alla veneranda età di 44 anni.
Ciò detto, l'album, a mio avviso, è imbarazzante sotto ogni punto di vista tranne quello strettamente nostalgico/nerd.
Produzione degna degli Skylark, songwriting che era già obsoleto nei primi anni 2000, tecnica appena dignitosa. A parte la prova vocale, faccio fatica, più che altro, a prenderlo seriamente come prodotto musicale.
In seno al genere di appartenenza, già logoro di suo, non è neanche lontanamente paragonabile ai lavori di Rhapsody (in ogni declinazione) o Labyrinth.
Varcando i confini nazionali poi, si rischia davvero la figuraccia.
Mi dispiace tanto per i miei amati Gold Saints. |
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Per tornare a qualche post fa e ricollegarmi dico che ho 40 anni e ancora mi appassiono anche io x le cose di quando ne avevo 15. eppure ho casa, bollette, famiglia, lavoro ed impegni. La musica deve anche essere spensieratezza, ci sono momenti che si vuole ascoltare qualcosa di piu' impegnativo e momenti in cui si vuole ascoltare qualcosa di piu' esay. Che male c'è? |
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Mi sa che state andando fuori dai binari, posso capire le critiche al disco e alle canzoni (in primis io non ho elogiato completamente questo lavoro) ma, come detto da un altro utente, non mi focalizzerei troppo su aspetti quali i testi. Capisco benissimo che un concept scritto bene, con magari frasi e parole colte, sia uno spettacolo per le orecchie e dia smalto anche alla musica, ma qui stiamo parlando di un gruppo di ragazzi italiani (e già qui precludi, salvo rari casi, frasi e tematiche complesse in lingua inglese) che hanno sempre fatto "happy metal". Non posso aspettarmi dai Trick che mi tirino fuori lyrics al livello dei Maiden, già che li avete citati, per quanto riguarda profondità soprattutto. Ma, da quello che ho letto nei lyric video, e pur considerando che devo ancora vedere la saga dei cavalieri d'oro, non mi sembra che abbiano scritto male questi testi. Non ci vedrei nemmeno un artista più "colto" o un cantautore a scrivere dei Saint Seiya, inoltre. Trovo più giusta la collocazione di questa tematica al power metal. Senza entrare nei discorsi sul genere che è morto e bla bla che sono sempre quelli |
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@underground: credo si stia andando troppo OT, però vedo che ora non hai esattamente scritto le stesse cose di prima e tanto mi basta. Se leggi i miei post, anche io sono da sempre appassionato di videogiochi e fantasy, oltre che di musica certo... piuttosto apriamo un thread sul forum. Potrebbe essere una bella discussione ma in effetti ha ragione @Axoras, nessuno ha fatto considerazioni mirate sui brani del disco. Rispettiamo gli spazi del sito ed usiamoli bene che già non aver disqus è una benedizione  |
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@Skull: non è un'esagerazione, senza ovviamente andare troppo dall'altra parte. Essere adulti ma avere dentro di sé quel lato fanciullesco per me è importante e fondamentale perché ti aiuta a vivere meglio, a guardare la vita si' in modo serio ma anche, quando si può, in modo molto più spensierato.
Tu mi dici di guardare là fuori: appunto, vedo troppe persone che non sanno vivere, vuote dentro di sé, mentre chi rimane con una parte fanciullesca dentro vedo sempre che vive meglio.
Troppe volte sento le frasi "devi crescere" "queste sono cose da bambino" eccetera, ma perché? È da bambino guardarsi ancora a cinquant'anni certi cartoni animati o film di animazione? È da bambini vestirsi con magliette con disegni o con tute? È da bambini giocare con i videogiochi? Per tanti si, come se fosse un male, io invece lo trovo bellissimo perché se faccio queste cose vuol dire che sono vivo, non morto dentro. C'è un periodo per essere seri ed adulti, ma anche quello in cui essere bambini e giocosi.
Se questo gruppo, di cui ho detto non apprezzo la proposta musicale (pur essendo un appassionato anche di power), hanno fatto un concept legato ad una serie animata ben venga, si tratta pur sempre qualcosa di più originale che non i soliti draghi e spade (da me adorati per RPG e film, tipo Il Signore degli Anelli).
Poi possono non piacere musica e concept ma legare il tutto alla frase detta in precedenza mi sembra assolutamente assurdo. |
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Vorrei partecipare all'interessante discorso ma mi mancano le basi. Who the fuck are Trick or treat? Comunque Il tema Cavalieri dello Zodiaco è originale, meglio dei soliti, perché abusati, D&D e figli di Tolkien. Certo che da collezionista di fumetti avrei preferito un Applessed di Shirow o un Ken Parker di Ivo&Milazzo, ma vabbè.. Le voci acute e molto alte sono tutte figlie di Plant. E si alcuni acuti o falsetto di Mercury ad inizio carriera sono decisamente estremi, come ci hanno ricordato i The Darkness in queste ultime decadi. Ma ho già scritto troppo, adesso vado ad ascoltarmeli, anche se il power ultimamente.... |
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Skull 29 e 33. Ovviamente la mia era una provocazione data dal fatto che spesso quando si parla di Power si minimizza a quegli sfigati coi draghi, le spade che cantano a palle strizzate. E' questo minimizzare che a me da fastidio. Per quello che riguarda lo stile di canto... Ma non è che le definizioni sono venute dopo per il bisogno di etichettare tutto? Non so, ma... Come cantava Freddie, Eric Adams, Lemmy, Ronnie, ecc.? C'è un etichetta? E Steve Perry? |
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Non ti preoccupare....tra qualche minuto ci pensa duke........ |
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Non so perché ma rimango, al netto degli ultimi commenti., sempre più convinto che se la tematica trattata dal concept fosse stata diversa probabilmente avrei avuto la metà della metà dei commenti. La cosa che trovo comunque più aberrante è che ci sia una leggerezza totale nel giudicare un disco dopo i primi due ascolti o senza aver mai guardato le lyrics, sbandierando il disco come una pagliacciata. Chiaro che se il topic del concept non vi piace, il booklet non lo aprite e pensate che il power metal sia un genere da ragazzini mentre altri fanno TRVE heavy metal, allora probabilmente non è il disco che è piatto, ma forse si è finiti a commentare sotto la recensione sbagliata. Il mio non è un capo d'accusa nei confronti di nessuno, ma un mero invito ad aprirsi un po' prima di sparare sentenze a cuor leggero. Ancora devo leggere un commento tecnico su una canzone in particolare  |
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@Undergorund: vacci piano anche tu, per favore... è certo positivo che rimanga lo spirito del fanciullino anche una volta divenuti uomini adulti, non fanciullini da un metro e ottanta... esattamente come si può diventare saggi o semplicemente vecchi stupidi. Non credere a me, dai un'occhiata la fuori ed avrai di che dubitare. Si roconsce dalla capacità di sostenere uno scambio la differenza, in entrambe i casi. Dai che tu puoi capire, se vuoi. Dai per scontato qualcosa che spesso, accanto alle proprie preferenze tutte, non c'è. |
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@Tino: effettivamente Kiske non ha fatto niente altro che prendere, forse involontariamente, quello che già Tate faceva coi Queensryche ed in pratica diventando il modello per tutti i cantanti power da fine anni ottanta in poi (specie per gente come Kotipelto, forse massima espressione dopo Kiske nel genere).
Con Tate condivide pure il fatto che nessuno dei due è appassionato di metal ma più di rock, infatti come artista preferito se non sbaglio ha più volte citato Elvis.
Purtroppo dopo un'iniziale fase in cui sono usciti grandi gruppi e grandi dischi (oltre alle zucche e cugini, Strato, Sonata Artica, Edguy, Hammerfall, Rhapsody ecc.), il power si è un po' incartato su se stesso, con un sound troppo simile, stessi riff, stessa batteria ad elicottero ecc. Basta ascoltare l'ultimo dei Majestica, un disco molto ben fatto ma che tolte tre canzoni è un ripetere continuo di citazioni dei gruppi sopra citati, diventando alla fine parecchio noioso.
Sammett non solo ha capacità di scrittura superiori ma è riuscito con gli Avantasia ad andare oltre le solite linee guida del genere per creare un qualcosa di quasi unico, anzi direi capostipite di tanti altri progetti che si sentono in giro.
Per il commento 26: le prime due righe sono il perfetto esempio di come ci siano persone per cui certi elementi (tipo un concept su cartoni animati et simila) dopo una certa età siano stupidi perché bisogna essere adulti. Niente di più stupido: essere bambini dentro, anche da anziani, è un pregio non un difetto.
Se poi non si riesce a scindere la musica, che può piacere o meno, dai testi e' quanto di più sbagliato si possa fare, visto che ci sono capolavori di canzoni con testi che definire stupidi è dire poco. |
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@Tino: non intendevo trovare la sfumatura tecnica, chiedevo umilmente se quel modo di cantare che ho sempre scherzosamente chiamato "a palle strizzate" abbia un nome esatto, tipo growl, harsh... che non sia solo clean. Se esiste non lo conosco, sul serio... e davvero ne sopporto proprio pochi sul generis.
Credo dipenda molto dal proprio background... io, che manco ci volevo venire, sono arrivato che i Maiden erano già in caduta. Ho apprezzato (tantissimo) i Blind Guardian, qualcosa dei primi Hammerfall... ma c'era un'abbondanza tale di bella roba nei 90's che ho ascoltato tutto, hc, punk, rock, grunge, industrial, thrash, death, groove... a differenza magari di chi (non è una colpa) si è solo carotato tutto il power coi nomi che facevi. Ma chi sono i "defenders"'?
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Come potremmo chiamare lo stile kiske? Io l’ho sempre chiamato stile Tate dal 1986…comunque concordo con il post 9, più di vent’anni fa ho amato la seconda ondata power, quella di gamma ray, stratovarius, hammerfall, ha avuto il merito di ridare slancio a un certo tipo di fare metal, ma ora è effettivamente un genere che è invecchiato parecchio e si è incartato su uno stile che ha poche vie di fuga. L’unico che sembrerebbe averle trovate è sua maestà sammett che abilmente si è svincolato dagli ottimi edguy, rischiando (e vincendo) con la sua stupenda creatura. Ma per il resto mi sembra che ci sia tecnica a pioggia ma poca sostanza, un genere pieno di zuccheri e di calorie ma poco snello |
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@fasanez: io con il growl non ho difficoltà, a parte alcuni rari casi, mi piace.
Non posso dire dire lo stesso dello stile Kiske (come potremmo chiamarlo?) e molti altri come lui... ma la valenza artistica non la metto certo in discussione. Sarebbe sciocco. |
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@Enrico86: scusami, "parecchio fuori luogo" direi di no, opinabili certamente si come quelle di tutti. Che sia tranquillamente possibile scindere il pacchetto concept+music è una cosa che io ad esempio non condivido, vedo un messaggio nella musica, che può certamente essere veicolato anche senza liriche o quasi, gli esempi sono molti. Spesso i testi, sopratutto nel metal, non sono all'altezza della musica, è certamente vero... ma se provo ad invertire le cose, cercando esempi di musica che non sia all'altezza dei testi, fatico ben di più.
Grazie della tua moderazione, spero che non ti abbia urtato il mio tirare in mezzo Dragonball, ripeto che i CDZ sono stati un mito anche per me... ritengo però che quel tipo di produzione non sia accostabile a roba tipo The Cave (classici della filosofia) oppure Tolkien (classici/origini del fantasy). Ai voti non do mai peso, gli influencer con me farebbero la fame tutti, ho espresso una perplessità. |
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scusa skull, ma credo che le tue critiche siano parecchio fuori luogo. Prima di tutto perchè i trick or treat hanno sempre avuto un approccio abbastanza goliardico e spensierato che va preso per quel che è. In secondo luogo perchè uno non è obbligato a prendere insieme il pacchetto concept+musica, è possibile scindere tranquillamente le due cose. |
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@26 felice di non essere normale se mi esalto ancora con le stesse cose che mi esaltavano quando avevo 15 anni.
l'affitto e le bollette le devo pagare come ogni povero cristiano, almeno nei videogiochi, fumetti e soprattutto musica trovo ancora svago e divertimento, sicuramente avrai una vita molto più entusiasmante di noi sfigati non normali |
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@Fasanez perdonami, sbagli a mettere Tolkien (che piace molto anche) a me sullo stesso livello. Anche in quanto a GDR stai parlando con un appassionato.
E i fumetti di Ken che t'inlordavano di inchiostro le mani me li ricordo bene... ripeto che il punto non è quello. Scusami. Cerco di spiegarmi con chi ha i mezzi per capire prima ancora che comunicare. Dimmi, proprio perchè vicini come leva e cresciuti con gli stessi miti... un concept su Dragonball lo metteresti al pari di Nightfall? Penso che un concept non originale possa aggiungere valore in pochissimi casi, tipo The Cave degli Oprhaned... che non si rifà esattamente ad un fumetto giapponese anni 80 di cui noi sentiamo l'onda lunga dei ricordi ma ai posteri non resterà. Nelle mie parole non c'è mancanza di rispetto per nessuno, lo preciso, ma usiamo le parole per quel che significano. |
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26. di anni ne ho quasi cinquanta, adoro il fantastico, sono unfan di Tolkien, colleziono libri e vinili e non smetterò mai di emozionarmi sui keepers o su visions. Gioco a d&d, anche dal vivo, e quando posso non disdegno una partita a Diablo III. Ho dei problemi seri? Faccio anche karatè tradizionale e adoro Ken il guerriero. Molto più dei cavalieri. Eppure mi sono sempre reputato un normale padre di famiglia, con un buon lavoro.... Ah... Adoro kiske e non sopporto il growl per più di tre secondi. ho davvero dei problemi? |
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@26: Più o meno quello che intendevo dire con "e se fosse stato un concept originale, allora?" Con quei cartoni ci sono cresciuto anche io... ma appunto, sono cresciuto... il discorso del power è diverso, è un genere che può piacere o meno, come tanti altri del resto... escludendolo un attimo dal discorso, se un disco come questo fosse eseguito alla grande, suonato alla grande, ecc. non meriterebbe la stessa scala adoperata di consueto, bensì 20 punti in meno di partenza.... sarebbe più equilibrato. Esattamente come il commento #11 di @invictusteel, che guarda caso non dice male, ma sposta la valutazione 21 punti sotto alla rece. Vedo che stiamo evitando una certa parola che abbiamo certamente pensato, forse la riserveremo allo prossimo concept sulle sfere del drago (speriamo di non vederlo mai)... Nessuno ne deve avere a male se "altri" 40enni ci vedono solo un concept dal valore molto opinabile accompagnato dalla solita musica trita e ritrita che di personale ha poco. Libera la band di suonare quel che vuole e liberi voi di ascoltare quel che volete, secondo me è così. Inutile rompere tanto il c... con "chi non ascolta" "chi non apprezza" ecc... il punto non è quello... |
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Credo che, se a circa 40 anni si ha veramente voglia di mettersi a suonare/ascoltare musica di questo tipo, su argomenti come anime, fate, draghi, cavalieri e Paperino ecc. qualche cosa che non va ci sia... Piuttosto ascoltate ed esaltatevi con Gli Atroci, almeno lì si sa che è una band parodia, cazzo!
DGM ed ELDRTICH, tanto per fare 2 nomi e rimanere in Italia, dovrebbero essere divinità, paragonati a queste pagliacciate (povero metal made in Italy)... |
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quando lessi l'intenzione dei Trick or Treat di rendere omaggio ad uno dei cartoni preferiti dell'epoca che fu (ma anche di oggi) nei fui gasatissimo! durante i mesi successivi, ho ascoltato qualche pezzo in streaming e sono rimasto parecchio deluso. come già detto da qualcuno qui sotto, non sento nessuna epicità che sia il giusto merito ad un opera come quella dei Cavalieri. Proverò a dargli un'altra possibilità riascoltandolo per intero, ma per il momento rimane l'amaro in bocca. Peccato. |
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@IO: un genere può piacere o meno, chi lo critica per partito preso è quello che è. Invece una critica ad un genere, come a questo disco, è il fatto che da anni si ripetono in tanti gruppi gli stessi identici riff, linee vocali, e melodie di chi ha fatto grandi dischi in passato, e neanche quelli oggi riescono a ripetersi. Basta vedere come i Gamma Ray neanche esistono più e gli ultimi dischi erano solamente discreti, lontani parenti dei loro migliori, ed un po' per tutti i gruppi. Quelli che oggi vanno di moda, tipo Sabaton o Powerwolf, ripetono lo stesso sound da un bel po' a discapito della bontà dei dischi. Sammet che è uno dei pochi a continuare grandi dischi nel genere con gli Avantasia adatta a vari cantanti il suo stile, imbastardendolo con altri generi per fare qualcosa di veramente buono (infatti le canzoni più canoniche power le canta Kiske). Altri gruppi tipo i Dynatzy mischiano power e hard rock melodico per creare un suono più originale, salvo poi sentire echi Stratovarius in gran parte.
Sono anni che in nessun genere c'è qualcosa di nuovo, ma diversamente dal power in alcuni altri generi si riesce comunque a tirare fuori buoni dischi, copiando anche dal passato, ma con una certa personalità.
In questo disco questo manca, a mio parere. |
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IO, quindi il black metal, il brutal, il grind , non hanno dato niente dopo il 1990? Anche lo stesso power ha subito notevoli cambiamenti, io credo che nessuno abbia inventato un genere musicale... |
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ma quelli che criticano il genere per partito preso esattamente che problemi hanno? non vi piace il genere? ascoltate altro... ah magari scoprirete che è da una 30ina d'anni buoni che non si inventa più nulla in NESSUN sottogenere del metal! |
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disco power dell'anno! |
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All'epoca gli diedi una chance col primo rabbit, di cui avevo sentito parlare in toni entusiastici ma che proprio non mi è piaciuto per niente... premetto che a me non piace il power... ma i dischi dei Blind Guardian, fino a Nightfall compreso, li trovo uno meglio dell'altro... è proprio alla luce di questo che mi pare fisiologicamente impossibile un voto simile.... e se fosse stato un concept originale allora? Indipendentemente dal fatto che sia ben suonato, eccetera...
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@Labruscore: Magari li avessi prodotti io, studio da qualche anno missaggio e mastering ma ancora non sono a questo livello aimé !
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Buon disco. Non un capolavoro. L' idea di mettere in musica il concept delle dodici case già da sola merita un premio. Poi si poteva fare di meglio visto il potenziale della storia. Ma non mancano i buoni pezzi. Il problema maggiore è che per chi come me era presente durante il boom del power metal di fine 90 primi 2000 e ha letteralmente ascoltato ogni possibile uscita dell'epoca, la sensazione di risentito è inevitabile. Non ce nulla in sto disco che non sia già stato fatto dai gruppi che una ventina di anni fa ampliarono (allora si che in molti casi avvenne con successo) il filone musicale degli Helloween.Oggigiorno il filone è saturo tranne per i neofiti che non hanno voglia di approfondire. Resta comunque la stima per un gruppo italiano meritevole di massima stima e supporto e in grado di produrre ottimo,forse un po manieri stico,power metal. Ripeto il disco poteva esser migliore ma va bene anche così. Un disco power sui cavalieri. figata. |
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86...sono tuoi amici o li hai prodotti te? Mo lasa lè....
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@frank: perdonami, ma da quando i Trick vengono osannati? Sono sempre stati trattati con rispetto ma la loro sporca gavetta se la sono fatta, quindi dubito ci siano delle decisioni costruite a tavolino. Il discorso dei "gruppi con 10 anni di esperienza e attivi che vengono ignorati" è sempre quello, chiaramente ci sono tanti gruppi piccoli che non vengono considerati ma questo è il mercato, cosa ci vuoi fare? L'importante è che ci siano i die hard fans che li sostengono |
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Ormai in italia ci sono i soliti gruppi che quando esce il loro disco, anche se mediocre(come in questo caso) vengono osannati.
Viceversa, ci sono altri gruppi, italiani,anche con 10 anni di esperienza ed attivi, che vengono regolarmente ignotati. |
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Anche io avevo ascoltato ogni mesi i brani (a proposito, bella idea quella di un brano al mese) e staccati cosi mi piacevano molto. Apprezzo parecchio la saga dei Cavalieri ma non ho seguito la parte relativa ai personaggi narrati nel disco (che dovrò approfondire di sicuro) ed ho paura che mi perdo molto "feeling" con le canzoni non potendo capire i testi e le differenze tra i cavalieri. La recensione è ottima e si vede la passione del recensore, che sicuramente è riuscito ad entrare nel mood generale più di me. Ascoltando il disco due volte, penso che sia un pò troppo "piatto" per i miei gusti, e lo dico da amante della band, vista anche live alcune volte, ma non riesco a trovare l'atmosfera e le sensazioni che ho provato con quel capolavoro che è Rabbit's Hill 1, per dire. Specifico: questo è un disco da avere, perchè trasuda di qualità, ottime melodie, parti strumentali fantastiche e, ovviamente, parti cantate strepitose (Alle pauroso come sempre). Ma mancano i capolavori per me, ma ripeto che può essere dovuto al fatto che non conosco i temi trattati. Con Rabbit's Hill, proprio in vista del disco, lessi il libro e mi appassionai alla grande. Qui ancora no, ma lo ascolterò ancora. Comunque Lucatti da un apporto grandioso all'album, veramente, |
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non voglio fare il metallaro duro e puro che non ride mai,ma qui l'infantilismo regna sovrano.abbiamo 40 e piu anni,prima quello con la storia di ken il guerriero tale gabriels,ora i cavalieri dello zodiaco.....il prendersi non sul serio è un altra cosa.qui è infantilismo e il vivere una realtà di fantasia.l'italia è conciata male anche col metal,il power in particolare.l'unico gruppo veramente valido nel settore sono gli hollow haze di nick savio,il resto tra sti qua,enzo e the glory ensemble,gabriels,i vision divine,michele luppi e progetti,i drakkar,i genovesi li di gonnella,come si chiamano......quelli col cantante donna cmq siamo ridotti male.in campo estremo c'è di meglio in italia rispetto al power,ah,nel settore power e affini mi piacciono molto anche gli eldritch |
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Adoro i Cavalieri dello zodiaco ma qui non c'è la poesia del cartone o del fumetto. Comunque piacevole, non certo che il capoalvoro che si legge in giro, ma carino voto 65 |
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Stesso discorso di underground, prima ascoltavo quasi esclusivamente power metal e, viste le numerose recensioni positive, ho provato ad ascoltarlo ma mi ha annoiato dopo poco. Purtroppo il power, almeno per me, si satura molto in fretta |
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Il power metal è proprio invecchiato male, o perlomeno io non riesco più ad ascoltarlo: ci ho provato con questo presunto semi capolavoro ma è arrivata la noia molto in fretta. Insufficiente. |
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Ho ascoltato di mese in mese le canzoni apprezzandole quasi tutte. Alcune sono veramente dei capolavori del genere e la cosa più bella è che sono riusciti a mettere in musica le caratteristiche differenti di ognuno dei 12 cavalieri d'oro e le loro complesse personalità. Davvero complimenti per l'idea di fare questo disco, per l'idea di fare sentire una traccia al mese, per la qualità di ciò che è stato composto e poi eseguito. Veramente bravi! Li ascolto dal loro demo "Like donald duck" ed ancor prima dal live di cover degli Helloween quando ci scrivevamo via mail (anno 2004...ne sono passati di anni ed i ragazzi han fatto la giusta carriera che si meritavano!). Veramente complimenti, continuate così! Voto 90, capolavoro |
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Pur non amando il genere, ho ascoltato tutti i pezzi quando sono usciti, dal momento che amo i cavalieri. Ma qui sinceramente non ho trovato un millesimo dell'epicitá che trasuda l'opera originale. Peccato, un'occasione sprecata. Sicuramente buono, forse anche di più, per chi ama il power, ma per il resto nulla a mio avviso. |
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I cavalieri sono il mio cartone preferito da sempre, ho tutto, tra DVD fumetti e gadget di vario genere. Un concept del genere ha un potenziale enorme, ed è molto affascinante, e i Trick or Treat hanno fatto bene a lanciarsi in questa sfida. Il risultato è un album carino, un troppo piatto, senza picchi o melodie eclatanti. Suonato bene e cantato splendidamente, ma per me è un album da 60 |
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@Michele "Axoras" poco ma sicuro eh eh |
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@MetalFlaz: se non altro la voce di Conti è senz'altro più azzeccata di quella che fu scelta per il doppiaggio nella versione italiana dell'anime dai ... |
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cavolo il cavaliere dei Pesci è stata una delusione nel cartone animato (senza contare la lunga attesa per vedere come sarebbe stato), speravo che nel pezzo di quest'album (anche qui attesa lunga) ma invece niente.. ah son nato sotto il segno dei Pesci.. ma dai? |
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Asoltato a ogni uscita sul tubo. Cancer e Leo per due capolavori. Grande Album, Bravi! |
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Parecchio sorpreso da questo disco. Credevo in unfallimento ed invece l'ho trovato molto, molto bello |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ave Athena 2. Aries: Stardust Revolution 3. Taurus: Great Horn 4. Gemini: Another Dimension 5. Cancer: Underworld Wave 6. Leo: Lightning Plasma 7. Virgo: Tenbu Horin 8. Libra: One Hundred Dragons Force 9. Scorpio: Scarlet Needle 10. Sagittarius: Golden Arrow 11. Capricorn: Excalibur 12. Aquarius: Diamond Dust 13. Pisces: Bloody Rose 14. Last Hour (The Redemption)
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Line Up
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Alessandro Conti (Voce) Guido Benedetti (Chitarra) Luca Venturelli (Chitarra) Leone Villani Conti (Basso) Luca Setti (Batteria)
Musicisti Ospiti: Yannis Papadopoulos (Voce nella traccia 4) Alessio Lucatti (Tastiere nelle tracce 6, 7, 8, 9, 10, 11 e 12)
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RECENSIONI |
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ARTICOLI |
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