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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lord Fowl - Glorious Babylon
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08/05/2020
( 1271 letture )
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Un’etichetta che immette sempre sul mercato dischi interessanti e di valore è di sicuro Small Stone Records, che si fa spesso notare per l’alta qualità delle uscite stoner, ma che in questo caso invece propone al proprio pubblico un album di hard rock viscerale e retro, genere che sta conquistando fette di audience sempre più ampie all’insegna di quel sentimento di nostalgia legato ai suoni “del passato”. I Lord Fowl, da New Haven nel Connecticut, arrivano con Glorious Babylon al terzo disco – il secondo pubblicato con Small Stone Records – con una formula praticamente immutata fin dall’esordio: brani secchi e diretti, pensati e probabilmente nati con l’obiettivo di essere funzionali alla sede live. Ne consegue quindi una durata contenuta per ogni singolo episodio (solo in un caso si superano di poco i cinque minuti) e una scrittura che lascia da parte qualunque fronzolo non necessario per concentrarsi sulla sostanza.
La band mostra subito le proprie influenze, rendendo omaggio ai Thin Lizzy nel brano d’apertura Fire Discipline, dal ritmo sostenuto e guidato dalle inconfondibili chitarre armonizzate che rimandano necessariamente alla creatura dell’immortale Phil Lynott; il suono è grezzo e assolutamente vintage nel suo essere poco rifinito, ma se questo può funzionare per i musicisti coinvolti nel progetto non è detto che abbia lo stesso effetto su qualunque ascoltatore. Difatti il suono globale del disco rimane sempre piuttosto schiacciato e non esplode mai dalle casse o dalle cuffie, il che è un peccato ragionando con gli standard odierni in fatto di produzione. Questo inficia negativamente la resa di tutto il disco, che ha dalla sua dei brani comunque ben eseguiti come The Gramercy Riffs, con il suo groove scoppiettante e i suoi cori glam che rimandano alle più pompose hit rock anni ’80 (anche se nel ritornello vi è un aumento spropositato di volume, completamente avulso dal contesto e di cui non si comprende il motivo), o anche Epitaph, un breve episodio di purissimo rock’n’roll, tanto banale quanto ben riuscito.Anche quando i nostri si cimentano in territori più vicini allo stoner, come nella lenta Deep Empty, sembra che manchino il focus dell’intero brano, andando per le lunghe quando invece avrebbe giovato una scrittura più concisa. C’è poco altro da dire su Glorious Babylon: i Lord Fowl sono musicisti navigati e sanno imbracciare i propri strumenti, ma la fascinazione per il vintage e il retro rock questa volta ha giocato a loro svantaggio, affossando brani potenzialmente buoni per colpa di una produzione non all’altezza, che appiattisce il sound generale e rende molto poco vivido il risultato finale, quando invece solitamente una scelta simile dovrebbe produrre l’esatto contrario.
Forse questo è uno dei pochi passi falsi commessi dall’etichetta di Detroit, sicuramente ci sarà un’ampia fetta di pubblico che apprezzerà un’uscita come quella qui recensita, ma cercando di essere il più obiettivi possibile Glorious Babylon è un album che ha poco da offrire e quel che offre lo offre anche nel peggior modo possibile; l’augurio che si può fare ai Lord Fowl è quello di optare per una produzione più moderna e a fuoco, che lasci da parte le velleità vintage per dare realmente giustizia alle proprie composizioni.
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7
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Non voglio fare polemica tout court, semplice. Voi avete il vostro modus operandi io il mio pensiero 😉 |
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6
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Peccato, ma forse è meglio così. |
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4
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@Undergorund Ti dico, sarà forse che sono un gran fan dell'etichetta (le ultime uscite di gruppi come Bison Machine, Pale Grey Lore e soprattutto Sundrifter e La Chinga le ho amate molto), ma i Lord Fowl non mi sono affatto nuovi, però ci sta tranquillamente il fatto di ritenerli sconosciuti. Magari per una persona che non li conosce ce n'è un'altra che li conoscerà. Comunque basta cercare su google e le recensioni saltano fuori, solo in prima pagina ce ne sono cinque di questo disco. E per le "priorità" la redazione saprà come comportarsi, personalmente però dalla Frontiers ci sto più alla larga possibile, ma entriamo nel campo puramente soggettivo. |
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3
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@Black me out: avrete sicuramente mille ed una motivazione per recensire questo gruppo, ma siccome bazzico parecchio il genere, anche su siti esteri, né questo né l'altro l'ho mai ne né visto né recensito.
Dico solo che ci sono molti più gruppi da recensire prima di questi "sconosciuti", basta chiedere alla Frontiers, che è abbastanza vicina a noi. |
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2
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Bhe @Underground, avrei tante motivazioni da porre in risposta al tuo commento, ma ne verrebbe un altro estremamente lungo e proabilmente inutile. Perciò ti dico solo che di recensioni hard rock ne arriveranno altre e forse avranno quotazioni più elevate di questa. In ogni caso il gruppo in questione non è "sconosciuto" solo perché magari non lo conosci tu, dato che il disco esce per Small Stone Records ed è già il secondo, debutto escluso; in più gli scorsi album sono stati recensiti in molte altre webzine estere con voti rilevanti, anche per questo motivo la redazione ha ritenuto opportuno sottopormi l'ascolto di questo terzo album. Album che è stato comunque recensito su altri portali stranieri con voti diversi dal mio, che ho dato il giudizio che puoi leggere. Questo per dire che magari puoi scoprire, ascoltando il disco, che lo trovi meritevole, chissà. |
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1
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Vabbè dai, con tanti dischi di hard rock usciti e non recensiti venite fuori con due gruppi sconosciuti e due dischi inutili..... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Fire Discipline 2. Glorious Babylon 3. Get Lost 4. Deep Empty 5. The Wraith 6. In Search Of 7. The Gramercy Riffs 8. Red Cloud 9. Epitaph 10. Space Jockey
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Line Up
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Vechel Jaynes (Voce, chitarra) Mike Pellegrino (Voce, chitarra) Jon Conine (Basso, chitarra) Michael Petrucci (Batteria, percussioni)
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RECENSIONI |
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