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Eyefear - A World Full Of Grey
( 1821 letture )
Progressive metal? Power metal? Probabilmente si possono riconoscere entrambe le correnti musicali nell'ultimo nato in casa Eyefear, band australiana attiva dalla prima metà degli anni '90. E probabilmente non potremmo iniziare una discussione più sterile di quella riguardante i confini tra i due generi. La prima cosa che colpisce di questo disco è l'artwork, ispirato e professionale nella sua malinconica tragicità. Infilandolo nel lettore si è letteralmente trascinati in un mondo grigio e cupo, senza possibilità di svegliarsi da questa teatrale illusione acustica. Proprio la capacità del gruppo di trascinarci altrove diviene suo principale punto di forza: anche quando le chitarre perdono incisività, anche quando la scarsità di soluzioni geniali sembrerebbe precludere un impatto trascinante, le atmosfere di A World Full Of Grey, così avvolgenti e realistiche, rapiscono l'inconscio con scenografie tanto concrete da sembrare materializzarsi davanti agli occhi.

La musica degli Eyefear può contare su di un tessuto sonoro predisposto da musicisti abili ed esperti, dal quale emergono con particolare intensità le onnipresenti tastiere di Sammy Giaccotto e l'incredibile voce di Danny Cecati, già nei Pegasus e sicuramente celebre per la sua particolarissima capigliatura (avete mai visto i capelli di un uomo lunghi fino ai suoi piedi?). Proprio l'ugola in questione finisce per costituire un marchio di fabbrica invidiabile, eppure in certi frangenti, pesante nella sua ripetitività. Le doti di Cecati sono fuori discussione: voce potente, incredibile estensione, ma forse penalizzata da un timbro esclusivamente votato a sonorità power-epiche. La diretta conseguenza è che il disco perde d’impatto sulle lunghe distanze: già dal terzo ascolto A World Full Of Grey comincia a puzzare di conosciuto, scontato e privo di genialità. La produzione è assolutamente professionale, degna del nome della band, eppure non sufficiente a regalare quei punti persi in fase di arrangiamento. La batteria non tuona come potrebbe e le chitarre scivolano sotto il peso predominante delle tastiere originando un risultato indubbiamente valido ma con un sapore in un certo senso “old-style”. Dovendo ricercare un metro di comparazione a tutti i costi, si potrebbe affermare che il lavoro compiuto da Andy LaRocque (ex King Diamond, produttore di Evergrey e Falconer) riprende in chiave moderna, e con le dovute proporzioni, sonorità affini a When Dream And Day Unite dei Dream Theater.

Pur tenendo conto di quanto espresso fin ora, non si può non apprezzare l’effettivo valore di alcuni brani. Decisamente affascinanti sono le atmosfere di Searching For Forgiveness, traccia in grado di mostrare in sette minuti (non poco in realtà) una panoramica di capacità, debolezze, pregi e difetti di questa terza fatica australiana. Altri buoni episodi sono, pur senza gridare al miracolo, Lost Within e Whispers Of The Soul, la prima più aggressiva e la seconda più progressiva, con Kimmie che dietro le pelli disegna piacevoli accompagnamenti in levare. Siamo schietti: questo è un disco ben suonato, gradevole all’ascolto ed impacchettato come si deve. Mancano spunti per poter parlare di un prodotto fuori dalla media, ma siamo già ben oltre alla semplice “promessa per il futuro”. Buono per gli amanti di un’epicità introversa e malinconica.



VOTO RECENSORE
75
VOTO LETTORI
30.76 su 26 voti [ VOTA]
Rob
Martedì 23 Ottobre 2007, 0.48.24
1
Come impostazione la copertina somiglia a quella di "Heart & Anger" dei Secret Sphere
INFORMAZIONI
2007
Dockyard 1
Heavy/Prog
Tracklist
1. Searching for Forgiveness
2. A World Full of Grey
3. Changes
4. Lost Within
5. Moments
6. The Eyes Tell No Lies
7. Whispers of the Soul
8. Haunted Memories
9. Breathe Again
10. Searching for Forgiveness (radio edit)
Line Up
Danny Cecati - vocals
Con Papazoglou - guitars
Rob Gorham - bass
Sam Giaccotto - keyboards
Zain Kimmie - drums
 
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