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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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The Flower Kings - The Sum of No Evil
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22/08/2020
( 1375 letture )
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The Sum of No Evil è il decimo disco dei The Flower Kings, band svedese capitanata da Roine Stolt, polistrumentista che ha militato in gruppi quali Kaipa, Fantasia -da lui stesso fondati- e supergruppi come i Transatlantic -ideato da Portnoy e Neal Morse- e The Tangent. Possiamo definirli un assodato punto di riferimento per la scena progressive rock mondiale. La critica spesso si impunta su questioni quali la mancata diversificazione della discografia del gruppo, la carente evoluzione o l’eccessiva produzione di album che non godono dell’abilità di sorprendere. Nel caso dei The Flower Kings le dispute in merito non sono davvero di spessore in quanto le lamentele non concernono brani ripetitivi dalle strutture sempre uguali o con medesimi riff, o ancora che riprendono pezzi classici progressive farcendoli con un tocco di modernità. Si sta comunque parlando di composizioni ed esecuzioni ottime, inevitabilmente originali e articolate. La continuità tra album contribuisce a solidificare un’impronta che una band può voler lasciare, e l’arte non dovrebbe andare incontro ad esigenze di un qualche consumatore che si vuole ritenere soddisfatto. L’analisi critica va incoraggiata ma non quando si presuppone una parabola che la carriera di un artista dovrebbe seguire, e con ciò non si intende ergere un genere a “intoccabile”: il mondo del progressive rock non è inattaccabile solo perché v’è presente della complessità nell’elaborazione della musica, dunque con le precedenti considerazioni non si voleva donare l’immunità ai The Flower Kings. La questione verte in modo particolare intorno alla concezione che si ha dell’intenzione dell’artista, spesso trascurata quando si confronta la propria aspettativa nei confronti di un album con l’effettiva uscita.
Ciò detto, si passi alle valutazioni specificamente riservate a The Sum of No Evil. L’album si compone di sei tracce dalla durata variabile, si va dai cinque minuti ai ventiquattro, per un totale di più di un’ora di lunghezza. L’opening track One More Time riesce ad essere giocosa ed epica allo stesso tempo, riportando in auge melodie lontane nel tempo e ricordi nostalgici che la voce, col fare sognante tipico del prog più rètro, fa emergere. Il tema di synth, rielaborato da più strumenti, inaugura il giro di giostra dal quale si dipanerà la strada del divertissement leggero ma consapevole. La sensazione che proviene dal pezzo è quella di essere in un antro caleidoscopico che alterna, in un susseguirsi frenetico di immagini, degli staccati e dei legati. Le dinamiche sono molto curate, basso e chitarra sanno esattamente come condurre il brano procedendo a briglia sciolta. Ricca di sfumature è Love Is The Only Answer, la quale inizia come una ballad per poi evolversi in altre forme. Il richiamo all’immaginario hippie voluto da Roine Stolt all’interno dell’intero progetto dei The Flower Kings è qui esplicito, ed è interessante il modo in cui ciò non appaia per nulla anacronistico in quanto sono presenti elementi provenienti da molti altri generi o epoche: la chitarra solista può accennare al jazz, poi all’hard rock, le tastiere passano da tinte progressive metal e sinfoniche con la batteria che impreziosisce l’insieme a momenti pop o dai motivi classicheggianti. Il risultato è variegato e assolutamente organico: le svolte, sebbene talvolta improvvise, sono immanenti al senso del pezzo e ciò viene colto immediatamente. Maggiormente oscuro e meditativo comincia Trading My Soul, brano che scorre regolarmente in tre quarti cadenzati, lenti e sicuri. Dopo le prime due tracce costituisce un momento di rientro in se stessi in cui ci si perde amabilmente tra i soli di chitarra, che concludono il pezzo facendolo sfumare. The Sum Of No Reason è psichedelica nei suoi tredici minuti: riesce a far avvertire il senso di assurdo, di uno scomposto che regola la realtà -o la lascia impazzire. L’organo è bifronte: può proporre accordi familiari così come slegarsi al resto del brano e ostinarsi in una divagazione fugace. Ogni strumento è in balia di se stesso, trova punti di incontro con gli altri per vie impervie. L’irrazionalità però non è pura casualità e questo appare manifesto nel brano, uno dei capolavori dell’album. La danza anche qui supera le ere, sintetizzandole. Non si intende se vi sia una gerarchia (e questo si nota anche nel testo), la spazialità perde i riferimenti ma si sviluppa comunque geometricamente. Il penultimo brano Flight 999 (Brimstone Air) è convulso, la batteria procede febbrile in questa traccia strumentale. Vi sono presenti i suoni più disparati, come in un catalogo di meraviglie: il tutto si raccorda, comunque, alla fine quando si tirano le fila di ciò che è accaduto nei cinque folli minuti. Si sentono dei tocchi orientaleggianti presto abbandonati, poi un ritorno ai gloriosi anni ’70… Life in Motion conclude l’opera racchiudendo in sé l’essenza degli altri brani, distendendola. Si ha l’idea di un ritorno a casa, espresso anche dal testo che unisce più voci, più identità le quali formano un cerchio nella tensione tra attesa e ritorno. Il brano è principalmente dolce e dilatato, le linee melodiche ricamate sono orecchiabili, cullano l’ascolto.
Recuperare The Sum of No Evil può essere utile per ricollocare le successive uscite dei The Flower Kings in un’ottica complessiva. Il lavoro dimostra l’ottima tecnica di ogni musicista e la capacità di tessere delle trame coerenti nella loro imprevedibilità.
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È uno dei dischi che ho amato di più dei The Flower Kings. Forse proprio il mio preferito. I TFK hanno uno stile molto riconoscibile e delineato, tuttavia forse questo è il loro disco più compiuto, dove le suite lunghe e sinfoniche si sposano armoniosamente con le melodie beatlesiane e le parti jazzate. 96. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. One More Time 2. Love Is The Only Answer 3. Trading My Soul 4. The Sum Of No Reason 5. Flight 999 (Brimstone Air) 6. Life in Motion
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Line Up
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Roine Stolt (Voce, Chitarra, Tastiere) Hasse Fröberg (Voce, Chitarra) Tomas Bodin (Tastiere, Organo, Mellotron) Ulf Wallander (Sax) Hasse Bruniusson (Percussioni, Marimba) Jonas Reingold (Basso) Zoltan Csörsz (Batteria)
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RECENSIONI |
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