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Lahmia - An Eternal Memory
( 2222 letture )
La parte migliore nel recensire un demo sta nel fatto che quando lo infili nel lettore non sai mai cosa potrebbe uscire fuori dalle casse. Non che in ambito professionale le sorprese siano del tutto assenti, ma l’autoproduzione mantiene sempre un fascino particolare. Il segreto è lasciarsi trasportare dalla curiosità, pronti a tutto come sempre. Ci sono volte, come questa, in cui davvero non si fa alcuna fatica a sottoporre il proprio orecchio alla volontà altrui. Sarà che questo secondo capitolo nella discografia dei Lahmia vanta il supporto di Christian Ice, al lavoro presso i Temple of Noise Studios di Roma, ma il risultato è compatto, deciso, eppure non privo di quel retrogusto acerbo in grado di rendere il thrash proposto ancora più vero, più oscuro ed aggressivo.

Alla base dell’efficacia di questo “An Eternal Memory” stanno proprio le capacità della band di trovare un equilibrio tra malvagio rigore ed un impatto per certi versi “commercializzabile”, se non propriamente orecchiabile. Solo tre brani ma sufficienti a lasciar comprendere di che pasta è fatta la band, e posso assicurare che si tratta di una pasta di metallo piuttosto duro. Thrash metal. Riffoni non astrusi ma frutto di qualità che, se non derivanti da lunga esperienza, rispecchiano un talento sufficientemente cristallino. E poi le parti più “gotiche” le quali, a scapito della velocità, in certi frangenti regalano atmosfere oscure in grado di spezzare il regolare andamento dei brani. Si ritrova, in questo demo, quella voglia di stupire l’ascoltatore senza utilizzo di escamotage -solo musica sincera e diretta quanto basta- che si era persa con l’avvento di nuove tecnologie ed il sopravvento di sonorità “moderne”. Si tratta di soluzioni familiari alla scena thrash meno veloce, quella di “Ride The Lightning” per intenderci, ma non per questo confinati entro i parametri del suono “Metallico”: la voce di Francesco segue un costante percorso di evoluzione verso prospettive più malvagie, che lo porta spesso ad esprimersi in screaming vocals piuttosto convincenti (che sia questa una strada da intraprendere a tempo pieno?).

Non stiamo certo parlando di una rivoluzione musicale, forse le bocche si storceranno nel notare un eccessivo attaccamento a sonorità “vecchie”, ma non possiamo ignorare architetture musicali di qualità fuori dal comune. Ciò che ha particolarmente colpito il sottoscritto è il lavoro delle asce. In fondo niente più delle classiche cavalcate heavy, ma con quel retrogusto che dal terzo ascolto in avanti ti si stampa in testa come un marchio a fuoco. Buone anche le parti soliste: niente “shredder a tutti i costi”, ma piuttosto soluzioni piacevoli, non certo digiune da una tecnica magistrale. Una sezione ritmica non banale ed una voce in grado di estendersi in ogni direzione completano una formazione di tutto rispetto. Non sono abituato ad abbaiare alla luna e non voglio farmi capofila di una crociata contro i mulini a vento, ma se gruppi come questi Lahmia provenissero da terre lontane, con qualche album alle spalle, molti di “voi” starebbero già gridando al capolavoro. Per quanto mi riguarda, un’ottima prova di buone capacità.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
32 su 24 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2007
Autoprodotto
Thrash
Tracklist
1. Total War
2. Crystal Heart
3. Winter's Funeral
Line Up
Samuele Piacenti - Rhythm and acoustic guitars
Corrado Ciaccia - Bass guitar
Fabio Cesarini - Drums and percussions
Francesco Amerise - Lead and backing vocals
Flavio Gianello - Lead, rhythm and acoustic guitars
 
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