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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Katavasia - Magnus Venator
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25/09/2020
( 835 letture )
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Nome che non sarà sfuggito ai più incalliti ascoltatori di black metal, quello dei Katavasia è un monicker che molti farebbero bene a segnarsi. Nati nel 2014 dalle menti di membri che militano in Hail Spirit Noir, Kawir e Varathron tra i vari, i greci hanno esordito nel 2015 con Sacrilegious Testament, album che metteva subito in chiaro quali fossero le intenzioni del gruppo. Dopo cinque anni e con alle spalle un EP pubblicato nel 2017, i cinque si affidano alla Floga Records per la pubblicazione del nuovo Magnus Venator.
Chi si fosse perso il debutto deve sapere che i musicisti propongono un black metal di scuola greca privo di qualsivoglia innovazione o soluzione che se ne discosti. Quando parliamo di “black metal greco” ci riferiamo a quell'approccio unico, e purtroppo poco diffuso, nato con i primi capolavori di Rotting Christ e Varathron. Citiamo questi due gruppi perché è proprio con loro che i Katavasia condividono elementi in comune, e non solo sonori; alla voce e alla chitarra abbiamo infatti Necroabyssious e Achilleas C., rispettivamente cantante e chitarrista dei Varathron. Fatte queste premesse, è ormai chiara la linea che segue Magnus Venator; i greci vanno a riempire quel vuoto lasciato dai gruppi citati, andando a riprendere quella meravigliosa costruzione del brano basata interamente su riff riconoscibili, con melodie ben precise e con dei richiami folk evocativi dati dall'utilizzo di strumenti particolari. La doppietta iniziale composta da Daughters of Darkness e The Tyrant è emblematica e ci getta subito nel vivo del disco; possiamo da subito apprezzare il lavoro delle chitarre, che si muovono continuamente tra tempi medi ad altri più sostenuti senza mai staccarsi dall'approccio che caratterizza(va) dischi di questo tipo. Stesso discorso lo si può fare per la voci: come da tradizione si distaccano dagli scream più tipici e canonici, trasformandosi invece in qualcosa di più sentito se vogliamo, andando così a rendere determinati passaggi ancora più efficaci. Basti pensare ai momenti in cui i nostri esplodono in cori che lasciano il segno e sembrano pensati per avere un impatto ancora più forte dal vivo; parliamo di canzoni come Blood on My Crown o Hordes of Oblivion, coinvolgenti e, specialmente per quanto riguarda la seconda, resa ancora più teatrale. Merita poi di essere menzionata la conclusiva Babylon (Sammu-Rawat), traccia di quasi otto minuti in cui lo spirito più genuino e puro del black ellenico esplode completamente attraverso l'ottimo lavoro di composizione e a dei richiami ai Kawir; un brano che conferma e se vogliamo ribadisce la qualità presente sul debutto e che rispetto a questo segna un piccolo avanti.
Piccolo perché pur trattandosi di un disco molto valido e, un po' paradossalmente, ad oggi unico, il fatto che sia così devoto ai gruppi e agli album citati, potrebbe farlo apparire come un grande omaggio. Bisogna quindi approcciarsi a Magnus Venator accettando dei limiti stilistici che però non inficiano più di tanto la qualità complessiva e che nel suo piccolo, assieme a gruppi come i neonati Yoth Iria, i misconosciuti Ithaqua e in parte i Macabre Omen (tutti greci), mantiene vivo uno stile purtroppo dimenticato.
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3
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Tre uscite per i Katavasia (compreso il 7 pollici) tre centri, imperdibili. |
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2
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Ottimo ritorno dei Katavasia, un pelo sotto l'esordio, ma decisamente su alti livelli. |
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1
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ennesimo capolavoro di metallo ellenico |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Daughters of Darkness 2. The Tyrant 3. Blood Be My Crown 4. Chthonic Oracle 5. Saturnalia Magnus Cult 6. Triumphant Fate 7. Sinistral Covenant 8. Hordes of Oblivion 9. Babylon (Sammu-Rawat)
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Line Up
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Stefan Necroabyssious (Voce) Dimitris K. (Chitarra) Achilleas C. (Chitarra, Basso) Astrous (Chitarra) Foivos (Batteria)
Musicisti ospiti: George Emmanuel (Assolo sulla traccia 8)
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RECENSIONI |
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