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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Transilvania - Of Sleep and Death
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01/02/2021
( 1223 letture )
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Dopo aver pubblicato alcuni demo prima come Epidermis e poi come Old Skull, i Transilvania pubblicarono The Night of Nights nel 2018, il quale lasciava già prevedere una fortissima influenza da Dissection, Darkthrone e dai Carpathian Forest, tirando fuori un lavoro totalmente devoto alle frange più hardcore del black metal anni novanta. In effetti, godeva di una produzione e di un songwriting talmente vintage e dediti a ricercare quel suono così primitivo delle prime pubblicazioni scandinave al punto da sembrare un vero e proprio tributo revivalista a cui mancava la spinta per far sembrare i pezzi più che rimescolamenti di schemi e attitudini già viste varie volte.
Ora ci troviamo con il secondo album del gruppo, Of Sleep and Death, e la prima cosa che salta all’occhio è la durata delle canzoni, mediamente raddoppiata. In effetti, il primo segnale arriva con l’intro horror di Opus Morbi a base di sintetizzatore, organo e cori: intorno al minuto e mezzo, il primo lead di chitarra introduce altre sezioni introduttive strumentali che terminano con un ritmo up-tempo che però suona lento, privo sia di mordente che di un attacco thrash del debutto, qualcosa di non troppo dissimile dai primi dischi degli In the Woods… o dei Bloodthorn. Hekateion rivela pura ignoranza, rivelando un riff cacofonico di derivazione Necrophobic dietro l’altro, mentre la titletrack segue ritmi più veloci, ma comunque poco coinvolgenti e trascinanti a causa della mancanza di doppia cassa in grado di spingere il pezzo e delle melodie poco incisive e non eccezionali. La maggior parte delle tracce successive segue più o meno le stesse strutture e sonorità di quelle già elencate, con riff non molto ispirati, prevedibili e rari inserimenti di blast beat a ritmi di marcia come in Heat Harvest, che ad orecchie esperte potrà risultate fin troppo simile a A Fine Day to Die dei Bathory, ma senza altri guizzi particolari. A dirla tutta, per quanto The Night of Nights fosse estremamente citazionista e fosse più dedito a sonorità thrash che black, aveva un songwriting più violento, muscolare e a tratti perfino vario, che gli dava quel quid in più che potrebbe spingere gli amanti del metal vintage a riascoltarlo più volte in intervalli di tempo brevi. Al contrario, Of Sleep and Death contiene molto meno focus, le canzoni sembrano sparare a vuoto con arrangiamenti scarni e canzoni che risultano troppo ridondanti per impressionare particolarmente.
A conti fatti, i Transilvania sembrano aver fatto un passo indietro in quanto a songwriting, e anche se questo album mostra una possibile strada da percorrere in futuro, dovranno trovare il modo di alzare il livello qualitativo delle composizioni, perché finora risultano soltanto una goccia in un oceano musicale sterminato.
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5
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Album molto vintage.. Secondo me la sufficienza piena la si può dare senza timore.. Poi è il solito discorso: Chi preferisce ascoltarsi i Classici anni 80, di questo Lavoro ne può fare tranquillamente a meno.. |
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4
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e per i miei gusti... questa band, mi va bene cosa suona & come viene inquadrata. Poi che non sia un prodotto eccellente è palese ma neanche inutili. |
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3
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io invece sono a favore dell'etichetta "black/thrash" Altrimenti non riesco a definir diversamente band come i NIFELHEIM, AURA NOIR. DESTROYER 666, DESASTER, i KETZER (primi due album) tutte band che adoro. |
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2
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Non sono niente di nuovo.. ma sicuramente non sono da 57...penso più a 65. Altra cosa ...ma basta dare queste etichette alla musica ...black...protoblack...sono tutte cavolate...o suoni thrash o suoni thrash death in questi casi. Il thrash black non e' mai esistito. Pensare che qualche fenomeno aveva detto che una band come i cerebral fix li aveva definiti anche loro black thrash...quando anche loro sono thrash death e basta. |
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1
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Non sono per niente d'accordo con la disamina. Ok, non sarà certo un disco memorabile, ma nemmeno da 57. Un onesto thrash/black o proto black come ve pare, con derivazioni Heavy. I pezzi sono più lunghi, ma tutto sommato godibili per chi ama questo genere qui e tutto sommato mi vien voglia anche di riascoltarlo a distanza di giorni. Quindi per me ( e non solo, dato che qualche buona reviews l'ha presa) un 7 se lo prende. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Opus Morbi 2. Hekateion 3. Of Sleep and Death 4. Lycanthropic Chant 5. ault of Evening 6. Heart Harvest 7. Mortpetten 8. Underneath Dying Stars
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Line Up
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P. Čachtice (Voce, Basso) O. von Schwarzenberg (Chitarra) D. D. Stumpp (Chitarra) H. Paole Grando (Batteria)
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RECENSIONI |
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