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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Enemy Of The Sun - Shadows
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( 3087 letture )
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Spesso e volentieri alcuni musicisti si addentrano nei meandri bui della sperimentazione con l’intenzione di rifuggire i cliché e la banalità. In alcuni casi tale scelta risulta positiva e porta realmente a qualcosa di innovativo e pregiato, in altri casi tale scelta se estremizzata si riduce ad un’erronea accozzaglia di sound: gli Enemy of the Sun, mi duole dirlo, appartengono a quest’ultima categoria. Malgrado vedano fra le proprie fila niente meno che Waldemar Sorychta (già chitarrista di Rotting Christ e Grip inc e alla produzione di Therion, Lacuna Coil ,Tiamat, Moonspell e chi più ne ha più ne metta ) il loro album di debutto ‘Shadows’ sembra superare eccessivamente i confini sperimentali, giungendo ad accostare generi che, in una mescolanza mal gestita, nulla hanno a che fare l’uno con l’altro.
Il lavoro spazia in maniera confusa dal thrash metal/hardcore al death al prog, con una base evidentemente ispirata al nu-metal alla System of a down, tutto sommato generi che i 4 tedeschi saprebbero affrontare bene singolarmente, senza però impostare al meglio la loro coesistenza. Ne risulta un lavoro alquanto disordinato, sostanzialmente povero sul piano della tecnica, mentre ogni eventuale buona idea si perde nella confusione e nell’anarchia di suoni. Oltretutto il sound generale dell’album è penalizzato da una registrazione piuttosto modesta. Ciò che più lascia disorientati è il divario qualitativo fra le parti estreme e le parti più soft: le prime infatti nella loro aggressività thrash/core sono degne dell’ascolto del più schizzinoso extreme metaller (vedi la opener ‘Emptiness’), mentre le seconde sono davvero scarse, praticamente una copia scadente dei sovracitati SOAD.
Se le linee vocali sono grintose e radicali dal versante estremo, con un semi-growl/screaming decisamente moshcore, sono invece povere ed eccessivamente cantilenanti per ciò che riguarda il cantato pulito, per altro simile a quello di Serj Tankian e Daron Malakian, ma molto meno ragguardevole (vedi ‘Feel the beating’ o ‘Clearly surreal’). L’influenza dei SOAD, come si evince in quasi tutte le tracce, fa da padrona anche nelle chitarre arabeggianti, acide e dissonanti, benchè spesso queste si lascino andare a trapanate black metal (‘Brain sucking machine’), e nella batteria cadenzata e ovattata, matrice di cambi di tempo quasi prog; una track come ‘Lost in time’ invece riconduce alle sonorità goth-thrash dei Nevermore. Perlomeno l’album si chiude con un ultimo pezzo energico e incalzante, la bonus track ’Enemigo del sol’, probabilmente considerabile l’episodio più valido di Shadows, pur non rimanendo nella storia del metal per incredibile bellezza o particolarità. In conclusione, il debutto ‘creativo’ degli Enemy Of the Sun voleva forse essere un elemento esemplare di genialità, ma a me sembra solo sregolatezza. Speriamo nel prossimo album.
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Ma sì dai, hanno avuto un contratto perchè ci suona il nipotino dell'allenatore della Roma..... |
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li ho visti con i paradise lost. noiosi, già sentiti (tante volte), qualche stonatura, poca presenza scenica. se non avessero quel nome lì in formazione sarebbero il classico gruppo del pub sotto casa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. emptiness 2. burning bridges 3. lives based on conflicts 4. clearly surreal 5. carousel 6. twenty three feet 7. feel the beating 8. satisfied by ego purposes 9. brain sucking machine 10. weak 11. liar 12. lost in time 13. enemigo del sol (bonus track)
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Line Up
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Waldemar Sorychta – guitar Jules Näveri – vocals Daniel Zeman – drums Alla Fedynitch – bass
Guest: Rainmund Gitsels – all strings
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RECENSIONI |
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