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Steelheart - Tangled in Reins
26/02/2022
( 1368 letture )
La band, formata nel 1981 a Norwalk (Connecticut), originariamente nasce con il nome di Red Alert. Nume tutelare del progetto il fantastico cantante croato Miljenko "Michael" Matijevic, con il chitarrista Chris Risola, il bassista James Ward ed il batterista Jack Wilkinson che poi sceglierà altre strade. La band proponeva un hard rock influenzato da Van Halen e Led Zeppelin suonando cover nei locali, poi grazie ad un demo giunge il contratto con la MCA Records. Dopo essersi ricollocati a Los Angeles, registrano il loro debut album ma durante le sessioni d’incisione, la band viene avvertita dell'esistenza di un'altra realtà con lo stesso monicker proveniente dal Canada, il quintetto decide quindi di ribattezzarsi Steelheart, proprio come il titolo del loro primo passo discografico che esplode come un missile. Il 33 giri ottiene un rapido successo commerciale, vendendo nel solo Giappone circa 33.000 copie durante il primo giorno d'uscita, mentre negli Stati Uniti raggiunge la top 40 della classifica Billboard 200 e viene certificato disco d'oro, con il combo impegnato per un anno e mezzo in tour tra Usa ed Europa, accompagnando nomi quali Lynch Mob, Great White, BulletBoys e uno show di supporto ai mitici Scorpions. A fronte di queste affermazioni, viene subito pubblicato il secondo album, il qui presente Tangled in Reins, prodotto da Tom Werman e dal singer-capo, registrato durante i primi tre mesi del 1992. Ma gli ultimi fuochi dell’hard si erano spenti, il grunge e il nichilismo musicale imperavano, e nonostante tanti sforzi a livello di date live, l’album fa clamorosamente flop, come tante uscite hard dell’epoca.

Va detto che il sound qui proposto si fa sempre più heavy e meno ruffiano, il titolo originario doveva essere Safe Sex, mentre la copertina avrebbe dovuto ritrarre una donna nuda. Successivamente la label decise per un titolo più soft e una differente inner sleeve. Come dichiarato successivamente, in numerose interviste, il gruppo voleva allontanarsi dall'immagine glam degli esordi, a favore di un impatto più heavy soprattutto nel sound di chitarra e nelle linee vocali, che diventarono più aggressive e dure, ma anche questo fattore non incise nelle vendite e nelle considerazioni del popolo lungocrinito che, ormai, aveva scelto altri idoli. Loaded Mutha incendia subito le polveri con un inizio che ricorda molto un brano degli Slaughter al passo d’esordio: cori, sarabanda di chitarre e la voce spaziale del singer factotum, ottima partenza doppiata dal singolo Sticky Side Up, up tempo carichissimo con honky piano di contorno e la voce stordente di Matijevic, un bel pezzo sexy e fascinoso, ma il tempo per queste cose era definitivamente andato. Electric Love Child è boombastica, vocalità lascive e impennate siderali dell’ugola atomica del frontman, cori adatti, basso ponderoso, chitarre tritatutto e un ritornello che è un vero anthem anche se troppo simile a Sweet Emotion degli Aerosmith. Late for the Party si rivela un up tempo party oriented di grandissimo spessore corale e strumentale con tanto di talk box, All Your Love, una ballad delicata ed acustica inizialmente che sfocia in un’allucinazione elettrica di quasi 7 minuti, Love 'Em and I'm Gone è altra scheggia esplosiva ma abbastanza derivativa, basta ascoltare per percepire netti segnali di Motley e Danger Danger. Se Take Me Back Home detona tra le mani provocando un’onda d’urto devastante. Steelheart è il manifesto puro dell’ensemble, heavy metal brumoso, asfaltante e delirante, Mama Don't You Cry è song stratosferica, una ballad pianistica con vette siderali raggiunte nel singing, da brividi letteralmente: fantastici i cori preziosi e quelli finali di un gruppo di bambini, solo emozionante-strappalacrime della guitar, un vero e proprio capolavoro, mentre Dancin' in the Fire chiude il CD con un hard americano che conferma la rocciosità della proposta lungo tutto il timing.

L'album non riuscì a confermare il successo del precedente negli Stati Uniti, fermandosi solamente alla 144ª posizione della classifica Billboard 200. Tuttavia, il gruppo riuscì a incrementare notevolmente la propria popolarità nei paesi asiatici, dopo aver registrato un MTV Unplugged a Hong Kong, nel febbraio 1993, scatenando quote-vendite di livello in quelle lande, solo 100.000 copie negli Usa ma ben 10.000 a Hong Kong e 50.000 in Giappone, terra che ha amato subito l’ensemble. Un disco ottimo, derivativo sì, ma con tanta potenza ed heavy rock sugli scudi, confortato da una lucidità di sound che lo rende moderno ancora oggi, ammanettato da una potenza sprigionata non indifferente. Opera uscita nel momento storico sbagliato, altrimenti avrebbe compiuto strage di vendite e fans. Un capitolo da rispolverare e immettere, ancora una volta, nel lettore ottico per gustare la piena essenza di inizio anni novanta. Ogni volta che ascolto le composizioni e la voce extraordinaire di Michael Matijevic vengo rapito e la memoria torna a ritroso nel tempo.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
88.28 su 7 voti [ VOTA]
Andy
Martedì 6 Settembre 2022, 0.17.10
10
Gli steelheart con il secondo platter piazzarono nel 1992 una zampata portentosa....un insieme di brani carichissimi ed eseguiti magistralmente con alla voce quel fenomeno dall'estensione stellare a nome Mjlj Matievic !!!....un vera band da sogno!!!...successivamente ebbero la sfortuna dell'infortunio sul palco di Mjlj che colpito da una americana rimase senza memoria per un tot di tempo...il grunge inperversava e la band si sciolse tornando sotto forma di duo solo nel 1995 con wait un album decisamente diverso....peccato...non ebbero il successo meritato!
Area
Lunedì 22 Agosto 2022, 14.05.06
9
Favoloso!! A me piace anche più del primo (che era bellissimo)! Qua puntarono più a uno stile Sleaze, quindi più duro e meno "Colorato". Un disco che stava avendo successo, poi bruscamente interrotto dal disinteresse dei discografici dovuto all'ascesa del Grunge e a un successivo incidente del singer. Matijevic é un cantante eccellente e praticamente lo conobbi senza sapere che fosse lui con il film Rock Star dove praticamente doppiava Mark Whalberg nelle parti cantate.
Fabio
Mercoledì 2 Marzo 2022, 12.57.11
8
Ottimo album e per me il voto è confermato, sopra l 80, però il debutto era superiore perché canzoni come Sheila qui non ci sono, class blues di prima grandezza
Dan
Martedì 1 Marzo 2022, 18.32.41
7
Che disco ragazzi! Matijevic e le chitarre stridono che è una meraviglia…similitudini e assonanze qua e là? E chissenefrega, pura goduria da riascoltare nel a.d. 2022! Siamo tranquillamente sopra gli 80…
Aceshigh
Martedì 1 Marzo 2022, 10.22.12
6
Album fenomenale. Difficile scegliere tra i primi due album, ma forse questo vince al fotofinish. Hard rock dall’inizio alla fine, ma con tutte le sue sfaccettature: pezzi sparati come Steelheart che possono magari far pensare agli Skid Row (ma a parte questo pezzo il parallelo per me finisce qui), ballad come nella tradizione dell’epoca, ma anche e soprattutto grandissimi pezzi festaioli come la stratosferica Sticky Side Up o Late For The Party (che potrebbero avvicinarli ad alcune cose dei Warrant o, perché no, agli Extreme di Pornograffitti). Poi di voci come Matijevic non ne nascono tutti i giorni eh… Voto 87
DP
Lunedì 28 Febbraio 2022, 18.21.53
5
Bellissimo.PUNTO
Radamanthis
Domenica 27 Febbraio 2022, 11.33.59
4
Con il debut questo album forma un duo notevole di una delle band più sottovalutate di sempre. Quoto in toto la recensione di Frankiss. Voto 80
Galilee
Sabato 26 Febbraio 2022, 20.04.24
3
Purtroppo mi manca..
Shock
Sabato 26 Febbraio 2022, 16.10.11
2
Gruppo (ennesimo) assolutamente sottovalutato, soprattutto grazie allo straordinario Matijevic, cantante anche superiore al Bach dell'epoca, e che ha fatto due ottimi album. Questo, più duro del precedente, lo preferisco e secondo me fa vedere tutte le sfaccettature del sound del gruppo. Su tutte le canzoni (tutte molto belle) sicuramente Electric Love Child, Steelhearth (pezzo che non ha niente da invidiare a Slave to the grind,, anzi qui Matijevic è mattatore indiscusso) e la ballata Mama don't cry. Spaccato di un'America che non esiste più.
duke
Sabato 26 Febbraio 2022, 15.08.38
1
...disco molto bello....molto piu' duro del precedente....come in maniera simile....avevano gia' fatto gli skid row....con slave to the grind.....
INFORMAZIONI
1992
MCA
Hard Rock
Tracklist
1. Loaded Mutha
2. Sticky Side Up
3. Electric Love Child
4. Late for the Party
5. All Your Love
6. Love 'Em and I'm Gone
7. Take Me Back Home
8. Steelheart
9. Mama Don't You Cry
10. Dancin' in the Fire
Line Up
Michael Matijevic (Voce, Pianoforte, Chitarra)
Chris Risola (Chitarra solista)
Frank DiCostanzo (Chitarra ritmica)
James Ward (Basso)
John Fowler (Batteria)
 
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