|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Chronosfear - The Astral Gates Pt. 1: A Secret Revealed
|
05/05/2022
( 1659 letture )
|
Dopo cinque anni dal primo full-length (un EP omonimo era già uscito nel 2013), i bresciani Chronosfear giungono al secondo importante capitolo della loro storia con The Astral Gates, Pt. 1: A Secret Revealed, prima tranche di un concept complesso ed ambizioso. I quattro quinti della formazione sono rimasti invariati, con Frank Campese a sostituire Edoardo Lamacchia alle chitarre e che va ad aggiungersi al solido Xavier Rota (basso), al fondatore del gruppo Michele Olmi (batteria), al talentuoso tastierista Davide Baldelli e al vocalist nonché autore di quasi tutte le composizioni Filippo Tezza.
Occorre subito mettere in chiaro che, come normalmente avviene per i concept, l’ascolto dell’album non è per nulla facile e disimpegnato e che una sua disamina non può e non deve prescindere dalle vicende raccontate e dai testi delle canzoni. Da quest’ultimo punto di vista Filippo Tezza ha svolto un gran lavoro. Partendo da una storia scritta dal bassista Xavier Rota, è riuscito a rendere comprensibile e per nulla criptico il complesso svolgimento della narrazione. Si tratta in breve di un racconto distopico ambientato nel 2101, nel quale una società segreta chiamata Aegis Company ha stabilito una feroce dittatura. In seguito a degli esperimenti che tale società aveva compiuto sul padre, un vecchio scienziato si trova in possesso di capacità mentali che gli hanno consentito di trovare la posizione di tre porte astrali, dei portali per viaggiare nel tempo e grazie ai quali esiste la possibilità di tornare nel passato per impedire che si concretizzi il disastroso presente. Per compiere tale impresa lo scienziato libera un detenuto e lo plagia mentalmente per avvalersi della sua opera. Costui, “the prisoner”, protagonista del concept, riesce a superare la prima porta ma, quando sta per riuscire ad attraversare la seconda, viene colpito in maniera apparentemente mortale. Qui termina la storia di A Secret Revealed, con il classico finale sospeso che evidentemente rimanda al secondo capitolo di futura pubblicazione.
Dal punto di vista musicale, i Chronosfear hanno affinato il loro power sinfonico, arricchendolo ulteriormente di sfumature prog, accelerando ed appesantendo efficacemente i ritmi e migliorando tecnica ed arrangiamenti. L’impronta data dalle straordinarie tastiere di Davide Baldelli risulta ancora una volta decisiva nell’economia dello stile della band, tanto da sembrare a volte eccessivamente dominante nei confronti delle chitarre, che avrebbero forse potuto essere messe più in risalto dalla produzione. Ma è un peccato veniale in un disco in cui tutti i musicisti svolgono la loro parte egregiamente, a partire dal sempre più convincente Filippo Tezza per finire a Michele Olmi, autore quest’ultimo di una prova complessiva di grande livello. Nonostante la tecnica a tratti mostruosa, è la melodia la vera protagonista dell’album e lo si evince soprattutto dagli epici e spesso emozionanti ritornelli, come in Fragments, dove una celestiale Alessia Scolletti (Temperance) duetta in modo impeccabile con il vocalist o in Eyes of the Wolf, brano che si colloca fra le eccellenze del power melodico degli ultimi anni o, ancora, in Beyond, il singolo che ha anticipato l’album. Qualunque momento del disco, persino i brevi interludi, assume un significato di tutto rispetto e va assaporato più e più volte. Ascolto dopo ascolto si riescono a cogliere sfumature ogni volta nuove e si apprezzano sempre più aspetti che inizialmente non risaltano subito, come la prestazione del frontman e certi splendidi e complicati passaggi strumentali di matrice altamente prog (come in Faithless Time e For a New Tomorrow). Caratteristica saliente e subito evidente è invece la presenza ben dosata e mai eccessiva di cori epici, talvolta in latino, a impreziosire episodi cruciali come gli incisi di The Astral Gates e di The Fortress Tower, o l’incipit di Under this Bleeding Sky. Unica ballata presente è infine la conclusiva The World I Left Behind, che svolge il suo ruolo di elegante corollario ad una monolitica serie di tracce travolgenti e spesso superlative.
Quasi superfluo dire a questo punto che i Chronosfear hanno fatto pieno centro. The Astral Gates, Pt. 1: A Secret Revealed si rivela essere uno dei migliori album di power sinfonico degli ultimi anni, a patto ovviamente che gli si dia il giusto tempo per maturare. Fondamentale durante gli ascolti seguire il libretto dei testi, onde apprezzare pienamente il lavoro certosino di Tezza e compagni, i quali con quest’opera si collocano di diritto ai vertici del panorama metal italiano attuale. Assodato che in questo genere di musica non vi sia più nulla da scoprire o inventare, va dato atto alla band lombarda di avere sfruttato in modo eccellente le influenze acquisite per realizzare qualcosa di davvero bello. Non resta quindi che tuffarsi nell’esperienza di questi cinquanta minuti di ottima musica e di attendere trepidanti il secondo capitolo del concept.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. 2101: Ruins of Our World – Prologue 2. Faithless Times 3. For a New Tomorrow 4. The Astral Gates 5. Under the Bleeding Sky 6. Paralyzed – Interlude I 7. Beyond 8. Fragments 9. Code Red – Interlude II 10. Eyes of the Wolf 11. The Fortress Tower 12. The World I Left Behind
|
|
Line Up
|
Filippo Tezza (Voce) Frank Campese (Chitarra) Davide Baldelli (Tastiera, Pianoforte) Xavier Rota (Basso) Michele Olmi (Batteria)
Musicisti Ospiti: Alessia Scolletti (Voce su traccia 8)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|