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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Michael Schenker Group - Universal
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12/08/2022
( 2033 letture )
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In tutti gli ambiti quando alla classe innata si unisce la forza dell’esperienza i risultati non possono che essere più che validi. La musica in questo senso non fa di certo eccezione: l’ultimo esempio è il qui presente Universal, disco del ritorno per Michael Schenker e il suo MSG dopo il precedente Immortal, del 2021. È persino ridondante riepilogare la carriera del biondo chitarrista tedesco: ritengo che pressoché tutti i lettori conoscano bene le diverse tappe con cui questa si è dipanata negli anni; basti rammentare qui che proprio in questo 2022 Michael Schenker raggiunge i cinquanta anni di attività musicale: un risultato davvero significativo considerando la brillantezza, compositiva ed esecutiva, di cui è ancora capace. Universal è un classicissimo disco del MSG: lo è per lo stile, come vedremo nel dettaglio, e lo è anche per la caratteristica, tipica della carriera del nostro, di circondarsi di numerosi ospiti che completano l’attività della sua formazione principale. Infatti, oltre al suo “canonico” quintetto, capitanato dall’attuale frontman dei riformati Rainbow di Ritchie Blackmore, Ronnie Romero, ecco una pletora di ospiti veramente sensazionale, tutti grandi nomi dell’universo hard rock/metal, e molti dei quali direttamente coinvolti o legati, nel corso degli anni, alla triade Sabbath/Rainbow/Whitesnake: da Gary Barden a Michael Kiske, da Tony Carey a Bob Dailsey, da Bobby Rondinelli a Simon Phillips. Già solo leggendo i nomi, e ricordando le carriere di questi musicisti, è facile intuire dove la musica andrà a parare: un classicissimo disco hard rock/heavy, con chiarissime influenze degli anni ’70 e’80. Ciò che fa la differenza non è il “cosa”, ma il “come”: Universal è un ottimo disco, scritto, composto e suonato da chi padroneggia a menadito questa materia, e sa perfettamente come deve suonare un disco hard rock nel 2022, e che, soprattutto, è dotato di una classe innata tale da fare la differenza rispetto ad artisti anche più giovani e, teoricamente, più agguerriti. Michael Schenker infatti è in ottima forma, non lesina riff efficacissimi e assoli dove la sua tecnica e la sua inventiva trovano ampio rilievo: ma ha l’accortezza e la capacità di veicolare il tutto tramite brani compatti, potenti e serrati, dove la melodia (specialmente delle linee vocali) si sposa efficacemente con la potenza dei riff chitarristici e le bordate della sezione ritmica, veramente di alto livello. Non è quindi un disco unicamente destinato ai chitarristi e agli amanti della sei corde: è un lavoro che qualsiasi appassionato di hard rock può apprezzare sin dal primo ascolto.
Emergency è un valido ingresso, un hard rock veloce ma particolare, con Ronnie Romero che canta melodie vocali davvero niente male, dimostrando come non a caso sia stato scelto prima da Blackmore e ora dal nostro, e un primo assaggio solista di qualità. Una nota di merito per il cantante arriva anche con la successiva Under Attack in cui Romero riesce a dare spinta e forza al brano pur senza forzare né imitare altre voci celebri. Uno dei punti nodali del disco è sicuramente l’accoppiata Calling Baal/A King Has Gone: la prima è una breve intro strumentale di forte matrice Rainbow – non a caso, Schenker, da sempre grande estimatore della band di Blackmore, ha riunito in questo brano la sezione ritmica Bobby Rondinelli-Bob Daisley, con la partecipazione di Tony Carey alle tastiere – la seconda, A King Has Gone è dedicata a Ronnie James Dio e la scelta del cantante è caduta su Michael Kiske, fresco del successo dei tour e del reunion album con gli Helloween. Il pezzo è molto valido, uno dei migliori del disco con la sua epicità. Calano un po’ i ritmi e la tensione con la successiva The Universe, resa interessante dal duetto tra Gary Barden e Romero (come dire, passato presente e futuro del MSG), uno dei pezzi più atmosferici del disco, con l’ennesimo assolo pregevole. Nella continua alternanza fra le voci, è il turno di Michael Voss (Mad Max) che si destreggia bene nell’hard rock melodico di Long Long Road e, un paio di pezzi più tardi, in London Calling, un sentito omaggio alle band inglesi che all’inizio degli anni ’80 spalancarono alla musica hard rock le porte del mainstream. Tra queste due tracce si staglia Wrecking Ball, cantata con grinta da Ralf Sheepers, ma che pecca un po’ nella linea vocale e sembra fin troppo impostata sulla potenza fine a sé stessa. Il disco perde qualche punto negli ultimi brani: non sono malvagi di loro, ma è abbastanza evidente un certo calo di tensione, per un disco che, se fosse proseguito con lo stesso tiro, sarebbe stato quasi un capolavoro. Dopo l’hard rock di Yesterday Is Dead, che non dispiace ma che colpisce soprattutto per la buona linea vocale, ecco Sad Is the Song, traccia sulla carta molto interessante, con un’atmosfera particolare che però non riesce a cogliere a pieno nel segno arrivando al chorus; sempre validissima la parte solista. La potente e veloce Au Revoir è valida ma non rimane troppo impressa nella memoria; meglio le due bonus tracks Turn Off the World, decisamente efficace sia nei riff sia nelle parti vocali e soliste e Fighter, un buon mid-tempo dal ritornello un po’ scontato seppure efficace.
Come risulta evidente dalla vitalità e dalla freschezza di questo disco Schenker non ha assolutamente intenzione di appendere la chitarra al chiodo: la sua brillantezza compositiva, di cui è stato sempre ricco, è ancora viva e pulsante pur sottostando ad una tabella di marcia sorprendente per gli standard odierni (e per l’età anagrafica del nostro), e i risultati gli danno pienamente ragione. Universal è un disco che spazza letteralmente via buona parte dei suoi competitori nel genere, e che riesce a soddisfare sia i vecchi estimatori, che hanno seguito Schenker durante la sua lunghissima carriera nei suoi vari capitoli, sia i giovani adepti dell’hard rock, che si trovano davanti un ottimo esempio di come debba suonare un valido disco hard & heavy nel 2022 (nota di merito per la produzione). Peccato solamente per il lieve calo di livello degli ultimi brani, altrimenti ci troveremmo davanti uno dei dischi dell’anno; e non escludo che, per molti appassionati, non lo diventi comunque.
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15
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ascolta tutto quello che ha fatto con i cantanti gary barden, graham bonnet e robin mcauley, poi i due con doodgie white e concludi con resurrrection e immortal e revelation (in cui cantano tutti e 4). Poi stop, queste ultime opere sono alquanto inferiori con troppi cantanti diversi e non più i migliori (che sono quei 4 senza dubbio almeno per cantare sulla sua musica) |
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14
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Quotasi marmar, fino ad assault attack tutto fondamentale e obbligatorio, poi si può tranquillamente proseguire… |
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13
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Galilee, qua stiamo parlando di un certo Michael Schenker, e non di un pinco pallo qualsiasi. Che sia una leggenda delle 6 corde lo affermano un' infinità di musicisti e di appassionati, per cui il dato da soggettivo ( il signor nessuno del sottoscritto) si sposta verso l'oggettivo e questo è un dato di fatto inoppugnabile. Che poi M.S. sia un personaggio che negli anni si è gettato via in molti modi è per svariati motivi è altrettanto vero ( tanto per ricordare qualcosa rifiutò Ozzy per sostituire Rhoads), ma questo non toglie il suo assoluto valore di musicista e compositore. Vai a recuperare in primis i dischi che ho citato, e poi mi ringrazierai. Con affetto. |
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12
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X Marmar, il proprio chitarrista preferito è sempre tra i migliori 10, anche se probabilmente non entra nemmeno nei primi 100. In ogni caso non conosco la sua carriera come MSG non il resto con UFO e Scorpions. |
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11
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Ho ascoltato solo la canzone in cui canta Kiske e mi è piaciuta molto, probabilmente più che altro per la voce del cantante degli Helloween. Mi sa che dovrò ascoltare tutto il disco a sto punto viste recensioni e commenti. |
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10
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Preso un mesetto fa, ma devo ancora ascoltarlo bene, giudizio sospeso, anche se mi sembra nella norma, e quindi di valore. Comunque è sorprendente vedere che ci sono lettori di questo sito che non conoscono Michael Schenker, ovvero in assoluto uno tra i migliori e più influenti 10 chitarristi della storia del Rock..... Vabbeh, tralasciando i 5 gioielli in studio con gli UFO, da "Phenomenon" ad "Obsession", da solista consigliatissimi i primi 2 con Gary Barden alla voce (+ il fantastico live "One Night at Budokan" ) e il capolavoro assoluto che prende il nome di "Assault Attack" con Bonnet alla voce. Dai raga, bisogna recuperare il tempo perduto.... |
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9
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Consiglio…..per scoprire Schenker……il live one night at Budokan |
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L' avevo intuito  |
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7
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Eh sì, è un po’ un bordello la sua discografia… tra Michael Schenker Group, McAuley Schenker Group (entrambe le band abbreviate in MSG tra l’altro), Michael Schenker’s Fest, Michael Schenker’s Temple of Rock… e ancora altri progetti. È un labirinto in effetti. |
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6
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Ci sono anche alcuni album dove cambia il nome vero? Mc Auley schencker |
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@Galilee: il primo omonimo del 1980 e Assault Attack meritano assolutamente. Poi sicuramente in seguito ne ha fatti di belli, ma quei due per me sono il top. |
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@Galilee, io ti consiglio di puntare gli ascolti su
''Immortal / Michael Schenker Group'' &
''Michael Schenker Fest / Resurrection'' per il sottoscritto due bombe di album veri capolavori di heavy metal, un saluto a te brotha. |
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3
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Sempre apprezzato, mai seguito. Consigli? Dischi must have? Ho dato un'occhiata a qualche classifica e sembra che gli ultimi album meritino parecchio. |
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Piaciuto moltissimo. Il pezzo che è entrato prepotentemente nei miei ascolti e a mio avviso da incorniciare è A King Has Gone! |
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1
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Altro buon album da parte del tedesco. Anche più del precedente Immortal. 50 anni (di attività) e non sentirli, chapeau! Ci sono diversi pezzi che mi stanno piacendo un casino: Under Attack, A King Has Gone, Long Long Road, la bonus track Turn Off The World… a me piace anche Wrecking Ball. Voto perfetto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Emergency 2. Under Attack 3. Calling Baal 4. A King Has Gone 5. The Universe 6. Long Long Road 7. Wrecking Ball 8. Yesterday Is Dead 9. London Calling 10. Sad Is the Song 11. Au Revoir Bonus Tracks: 12. Turn Off the World 13. Fighter
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Line Up
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Ronnie Romero (voce) Michael Schenker (chitarra) Steve Mann (tastiere/chitarra) Barend Courbois (basso) Bodo Schopf (batteria)
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