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CB3 - Exploration
09/09/2022
( 1074 letture )
Sono tre, provengono da Malmö, amano il rosa e propongono un mix assurdo di psichedelia, jam rock e shoegaze. Basterebbero queste parole per presentare adeguatamente i CB3 (acronimo che sta per Charlotta’s Burning Trio), realtà inizialmente strumentale che prende vita nel 2015 per iniziativa di Charlotta Anderson, chitarrista e compositrice innamorata perdutamente della musica anni ’60. Reclutati il bassista Jonas Nilsson e il batterista Natanael Salomonsson la band si lancia a capofitto nella composizione di lunghe jam che dal vivo danno il meglio di sé, arrivando a condividere il palco con nomi di spicco della scena heavy psych come Monolord, Hällas e Kikagaku Moyo. La discografia del gruppo si arricchisce presto di Ep e pubblicazioni live, che spaziano da interpretazioni acustiche di brani del proprio repertorio fino a improvvisazioni jazz rock, poi improvvisamente la pandemia arresta le attività dei tre, che inevitabilmente devono fronteggiare un momento difficile. Eppure, se i due anni appena trascorsi ci hanno insegnato qualcosa, è proprio che dalle difficoltà possono talvolta nascere grandi cose. Dunque cambio di bassista, con l’arrivo di Pelle Lindsjö, e un nuovo amore per l’estroversa Charlotta: lo shoegaze degli anni ’90. Infine l’ultima, fondamentale, rivoluzione: l’inserimento della voce e conseguentemente dei testi, affidati entrambi alla frontgirl. Ciò che ne risulta è Exploration: un album che riesce a proporre un mix di stili tanto collaudati e rassicuranti quanto incredibilmente freschi e stimolanti.
Rimane salda la preferenza del trio verso le lunghe jam strumentali, ma subentra un leggero compromesso con la forma canzone, che fa sì che le liriche si inseriscano bene all’interno dei brani e con esse vengano sviluppate melodie memorabili e fortemente cantabili. La voce di Charlotta poi è un’emanazione diretta delle lezioni di Rachel Goswell e Bilinda Butcher, talmente lasciva e sepolta nel mix da fungere da strumento tra gli strumenti, sebbene dotata di una propria riconoscibile personalità. Il contrasto tra musica e voce inizialmente lascia interdetti, ma la formula dei CB3 è decisamente coinvolgente e basta poco per lasciarsi rapire dallo space rock così concepito dagli svedesi.

Per capire meglio di cosa stiamo parlando basta far partire il disco; la mattonata in faccia rappresentata dal riff iniziale di Daydreams spiega già tutto in meno di un minuto: distorsioni esagerate à la My Bloody Valentine creano un muro sonoro che viene trattato dai nostri in maniera parecchio rock’n’roll, come se i Led Zeppelin avessero abusato di delay e riverberi in anticipo sui tempi. Quando arriva la voce il disegno si completa e la musica esplode in tutto il suo potenziale. In undici minuti succede un po’ di tutto e così ecco che dopo una parte strutturata a mo’ di canzone il ritmo si abbassa e la chitarra viene lasciata libera di svisare su un tappeto space rock che qui – e più o meno in tutti i brani del disco – richiama fortemente i troppo sottovalutati UFO di Flying. Charlotta dimostra di saperci fare alla grande con il proprio strumento, mostrando tra l’altro una creatività non indifferente, e il suo lungo assolo si spegne progressivamente sfumando verso una lunga coda psichedelica dal sapore orientale che ammalia e incanta nonostante la durata impegnativa. È una dimostrazione di forza e una dichiarazione d’intenti chiarissima quella che il gruppo mette in campo con questo brano, ma è solo l’inizio. Infatti ci pensa To Space and Away a portare avanti il discorso shoegaze con un ritmo leggermente più sostenuto che strizza l’occhio ai The Jesus and Mary Chain di Psychocandy, poi improvvisamente la batteria si inchioda su un ostinato motorik ed ecco che la band ci catapulta improvvisamente all’interno di un’improvvisazione krautrock dove spicca la chitarra, ma la sezione ritmica ricopre la stessa importanza. La scena è totalmente rubata dalle rullate di Natanael Salomonsson e con una nonchalance invidiabile si arriva persino a tributare i Black Sabbath del brano omonimo prima di chiudere il brano con la ripresa del tema iniziale declinato in modalità più space rock. La band tira momentaneamente il freno a mano concedendosi un momento più lineare e fedele alla forma canzone con Going to the Horizon, che mantiene comunque le coordinate stilistiche viste sinora, e poi prepara il gran finale con In a Rainbow with Friends, che sin dal titolo lascia pensare ai titoli e alle progressioni ipnotiche degli Acid Mothers Temple; illusione non lontana dalla realtà in effetti, dal momento che la linea melodica iniziale sembra ispirata a quella Pink Lady Lemonade scritta nel ’97 e poi rigirata in tutte le salse dalla folle compagine giapponese. I successivi due minuti dopo l’introduzione sono dedicati ad una sezione ambient dove il silenzio ricopre un ruolo fondamentale diradato mano a mano da effetti elettronici che richiamano l’ambientazione spaziale che caratterizza tutto l’album. La tensione inizia a crescere impiegando tutto il tempo necessario e pian piano vengono reintrodotte anche le distorsioni, mentre Charlotta dimostra tutto il proprio valore di chitarrista e compositrice; infine lo scoppio finale è affidato a un riff stoner rock gigantesco, subito interrotto dalla linea melodica principale. Un piccolo istante di pausa e poi cambia nuovamente lo scenario, con un tappeto di accordi sul quale si accomodano due chitarre armonizzate e poi ancora il riff stoner sentito poco prima. A questo punto cala il sipario.
Arrivati qui l’album sarebbe durato trentacinque minuti, avrebbe avuto una conclusione perfetta e nel complesso si sarebbe potuto parlare di un piccolo gioiello, ma per arrivare ai più consoni quarantacinque minuti i CB3 hanno inserito un altro pezzo di dieci minuti in fondo alla scaletta: Through Space and Time non è affatto un brutto brano, però non fa altro che ribadire gli stessi concetti espressi dal disco fino a quel punto e non ha per nulla lo stesso impatto di In a Rainbow with Friends, la quale è molto più convincente sotto tutti gli aspetti considerabili. Ad ogni modo con questi ultimi dieci minuti assistiamo all’assalto più propriamente stoner dell’album, con punte di pesantezza addirittura doom ovviamente mitigate da phaser e delay dal gusto spacey. Non sarà Through Space and Time a intaccare il valore globale di Exploration, ma è indubbio che se il disco si fosse concluso al brano precedente o se questi due fossero stati invertiti in scaletta il risultato sarebbe stato ancora migliore.

Conclusosi il viaggio spaziale organizzato dai tre musicisti di Malmö si rimane stupiti, confusi ed eccitati; gli amanti del rock psichedelico saranno soddisfatti, ma così potranno esserlo anche quelli più legati al rock alternativo anni ’90. Nulla toglie che invece entrambe le fazioni potranno dichiararsi indignate di fronte ad un mix così audace e quasi sacrilego, ma gli svedesi riescono a confezionare un disco così funzionale e godibile che è davvero difficile non riuscire ad apprezzarlo perlomeno in qualche frangente. Sono fusioni di stili come questa che possono dare vita a potenziale nuova musica e nel caso di Exploration gli spunti di riflessione sono davvero molteplici. Non abbiamo poi citato la produzione azzeccatissima di Joakim Lindberg, produttore noto in Svezia e che ha in questo caso saputo cogliere perfettamente lo spirito “iconoclasta” dei CB3, tanto legati al sound degli anni ’60 quanto a quello di trent’anni dopo, eppure capaci di risultare lontani – in maniera positiva – sia da un estremo che dall’altro. Un risultato simile è da premiare e sebbene l’estate sia ormai giunta al termine Exploration potrebbe benissimo essere il vostro compagno di avventure ideale per concludere al meglio questo periodo. Speriamo di sentire parlare del trio di Charlotta Andersson molto presto, merita di essere conosciuto da una platea quanto più vasta possibile.



VOTO RECENSORE
81
VOTO LETTORI
82 su 1 voti [ VOTA]
Valjean
Domenica 11 Settembre 2022, 15.03.04
1
Davvero una gran bella scoperta.
INFORMAZIONI
2022
Majestic Mountain Records
Psychedelic Rock
Tracklist
1. Daydreams
2. To Space and Away
3. Going to the Horizon
4. In a Rainbow with Friends
5. Through Space and Time
Line Up
Charlotta Andersson (Voce, Chitarra)
Pelle Lindsjö (Basso)
Natanael Solmonsson (Batteria)
 
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