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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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The Offering - Seeing the Elephant
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11/11/2022
( 1660 letture )
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Won't cry over dead Patriots / Playing games of war / Just another game /You are evil to the core…
Fulmine a ciel sereno - parte 2.
Ok, non è una proprio una novità che gli The Offering spacchino il cielo in due con qualcosa di fragoroso e disarmante. Dopo il prezioso EP e il fantasmagorico Home (uno dei debutti migliori che io ricordi), il quartetto di Boston ritorna sulle scene con il secondo album per Century Media, questo coloratissimo Seeing the Elephant.
Il nuovo prodotto discografico scatena un hype notevole tra gli addetti ai lavori, e non a caso. In sintesi ma non troppo, questo elefante dalle proporzioni bibliche è un mostro disumano che si nutre di metallo liquido e propellente ad alti ottani. Cosa cambia dai tempi del “nebbioso” Home ? La risposta è : tutto e niente. La banda capitanata dal power-duo Alex Richichi / Nishad George (rispettivamente voce e chitarra) ritorna in auge con un lavoro complesso e fruibile, carico di pathos e potenza, di testi provocatori e fuori dagli schemi, per un secondo step decisamente entusiasmante. Le iper-danze contorte partono in sesta con il metal tagliente di WASP (feroce critica agli USA), dove in oltre 7 minuti di musica carpiamo alla perfezione lo spirito dei The Offering 2.0 , in una versione tiratissima, lucida e -a tratti- cacofonica. In un vorticoso e personale mix di squisiti sottogeneri, WASP attrae e distorce la nostra attenzione con somma gioia: tra Biomechanical e Strapping Young Lad si insinua la corrente feroce dei The Offering nei quali, pur rimanendo molto personali, ritroviamo sempre delle influenze piccanti. Non a caso Ghost Mother , il brano successivo (più snello e catchy) si nutre di modernità ribassate e sprazzi di KoRn.
America, America : The land of a dream (A fucking nightmare) / Mass shooting, mass shooting / Cuz what does it mean? When your God is a genocidal / False King and false Idol / Your scriptures justify rape…
Quello che colpisce fin da subito è la strabordante vena compositiva di Nishad George, chitarrista fuori dal mondo che compone riff di pietra e lead da far paralizzare la mascella: a tal proposito, la sezione centrale di WASP gode di un quadruplo assolo da panico. Tra gusto nobile e shred, Nishad esalta anche la struttura della mini-suite Flower Children (apice dolce-amaro) e della lunga ed epica Esther Weeps, che chiude l’opera nel migliore dei modi. Ascoltare Seeing the Elephant equivale a intraprendere un viaggio di sola andata verso lidi alieni ma familiari, che affondano le radici sia nel metal tradizionale sia nella materia moderna. I riff di matrice power/thrash di Home lasciano spazio a possenti cavalcate ribassate che profumano di zolfo e Jim Root, con un down-tune preponderante nei brani tirati, in contrapposizione con le atmosfere più distese e progressive di Flower Children, Esther Weeps e gli intermezzi drammatico-sognanti Tipless e Seeing the Elephant , che fungono da ponti lirico-sonori assumendo quasi la forma canzone. Steve Finn e Spencer Metala offrono una sezione ritmica da capogiro, un low-end possente e quasi sempre presente e udibile all’interno delle dieci tracce. Nello specifico, Steve Finn si esibisce in sferzate brutali e ignoranti così come in passaggi complessi al limite del matematico, innescando la vena prog dei The Offering. In tutto ciò il frontman Alex Richichi non fa altro che confermare le sue abilità canore, inanellando una serie di modulazioni vocali davvero notevole: dallo scream abrasivo agli acuti, non trascurando registri bassi e suadenti e porzioni in growl. Una macchina da guerra (esattamente come i suoi compagni di viaggio) che pennella rabbia e grandeur durante tutto lo svolgimento di Seeing the Elephant, convincendo ancora di più quando le luci si fanno soffuse e la malinconia prende piede. A differenza di Home troviamo un ottovolante che pare incontrollabile ma che invece risulta ben saldo e ancorato alle rotaie: impresa difficilissima bissare cotanta bontà heavy, i The Offering si dimenano con forza sbriciolando ogni dubbio rimasto. Band da scoprire, seguire e amare senza se e senza ma, i quattro americani si auto confermano sul campo dopo tre anni di pausa. E se le belle parole non vi convincono ancora, correte ad ascoltare My Heroine, secondo singolo/video estratto per capire di cosa stiamo parlando. Forse il brano più emozionante e bello composto dalla band, My Heroine è un bignami medio-lungo di cosa siano i The Offering oggi: tra versi soffusi, effettistica alla KoRn, refrain alla Nevermore e una colata di assoli magniloquenti, il risultato finale non può che essere da dieci e lode. L’amalgama è la chiave di lettura delle composizioni più lunghe e ardite, che fanno perno sull’emotività vocale di Richichi e del dualismo luci/ombre di George.
Lilith - Mother to all the Me Too outcasts / Midwives - Playing the harp / When Esther cries out / Washing her hands / The blood - Her rapist leaves town / Where was your god / When Esther wept? When Esther wept…
Concludiamo l’analisi senza entrare in un vorticoso track-by-track. È doveroso e giusto lasciarvi con il gusto dell’anteprima e del processo di scoperta di un album coeso e dinamico ai limiti del concept, che segue a ruota la bontà cosmica di Home senza ripetersi. I riff ci sono, la qualità è straripante, la melodia peccaminosa e la tradizione ben presente ma non vincolante. Per gli ascoltatori che non si spaventano davanti al metal tout-court, Seeing the Elephant cementifica lo status mondiale degli Offering , dipingendo un futuro roseo senza nemmeno battere ciglio. Il 2022 prosegue sui binari di caos e incertezza, ma dal punto di vista musicale possiamo dormire sonni tranquilli.
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9
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Delusione. Cocente, perché Home mi aveva dato uno schiaffo improvviso e ben assestato che non mi aspettavo, e l\'ho salutato ed elogiato come un possibile nuovo corso nonché luce sul futuro del caro buon vecchio metallo, e invece questo disco è un netto passo falso, che ha chiuso le porte verso la possibilità di vedere nascere qualcosa di davvero nuovo. Per carità, la tecnica non manca, ve ne è a profusione, ma quello che è venuto a mancare è la direzione generale, un\'idea di sound e songwriting coerente, la progressione sensata dei brani, una crescita che non c\'è mai a favore invece di un continuo contorcersi dei brani su loro stessi, sempre chiusi e criptici tanto nel guitar work tanto nel cantato che anziché valorizzare le parti le rendono poco abbordabili, senza una meta e inconcludenti. La produzione bomba di Home, qui non all\'altezza, non aiuta di certo a digerire i pezzi, che comunque non starebbero ugualmente in piedi. Perché hanno deciso di abbandonare quel solco Power thrash americano con inserti e soluzioni eclettiche e geniali a favore di un melting pot amorfo? Non lo so, e da quanto leggo nelle interviste pare essere proprio questa impossibilità di riuscire a catalogare la loro musica l\'obiettivo finale. A che pro??? Onanismo? |
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8
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Notevole, notevolissima schiffezzuola a mio parere, non ci sento nulla che valga la pensa di ricordare ne a livello strumentale ne vocale |
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7
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Anche io preferisco Home, probabilmente per l'effetto sorpresa ma anche perchè più duro nei momenti duri.
Unico appunto in negativo in certi momenti (non tanti) riferimenti agli slipknot troppo evidenti : start di Ghost Mother, metà/fine di Ghost Flowers fine di Flower Childern |
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6
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Wow! Non li conoscevo sinceramente, ma devo dire che questo disco è davvero bello... Prende elementi di generi molto diversi e li fonde in un sound originale, potente e moderno. Ps: ma quanto è pompato il cantante??!? |
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5
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Altro centro per questo gruppo!! Un concentrato di violenza e melodia, dalla musica alla voce, inserti prog (il lavoro della chitarra è incredibile) su basi nu metal e non solo. Alcuni brani sono spaventosi: WASP, Ghost mother, Flower children, Esther Weeps, ma tutto il disco è ad alti livelli. Tra il top a fine anno, sicuro. We want the boomers dead
Sorry Ma
We want the boomers dead
We want the boomers dead
Sorry Pa
We want the boomers dead
We want the boomers dead
We want the boomers dead
We want the boomers dead
We want the boomers dead
Dead, dead, dead |
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4
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Devo farti la lista dei dischi che hai comprato per merito mio? |
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3
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Beh inizi a capire di musica, questo mi fa piacere. |
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2
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Incredibilmente sono totalmente d'accordo con d.r.i., sottoscrivo ogni parola. E' segno che il mondo sta per finire!  |
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1
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Lo ritengo leggermente inferiore a Home che per me è bellissimo, qui se a Home è stato dato 85 siamo sull'81. Forse manca proprio l'elemento sorpresa del debutto...qui gli schiaffi arrivano eccome ma te li aspetti e a volte te li aspetti più forti. Diciamo che tecnicamente sono mostruosi e avranno un futuro florido! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. WASP 2. Ghost Mother 3. Tipless 4. Rose Fire 5. Seeing the Elephant 6. My Heroine 7. Flower Children 8. Tiny Disappointments 9. With Consent 10. Esther Weeps
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Line Up
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Alex Richichi (Voce) Nishad George (Chitarra, Sintetizzatore, Programming) Spencer Metala (Basso) Steve Finn (Batteria)
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RECENSIONI |
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