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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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19/11/2022
( 805 letture )
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Happy Pills. Le pillole della felicità. Titolo che rispecchia pienamente il contenuto del disco: le emozioni che trasmette l’ascolto del terzo lavoro in studio dei Candlebox sono tristi e malinconiche, ma paradossalmente anche grintose e potenti, con la tristezza che precede l’esplodere dei pezzi e che, metaforicamente, è appunto ciò che succede con la depressione che porta a dover utilizzare farmaci.
Basta già l’ascolto dell’opener 10,000 Horses per immergersi in queste atmosfere, dove i riff di chitarra si intrecciano con le melodie della voce di Kevin Martin e l’effetto è sorprendente proprio per questo particolare mix. La musica proposta rispecchia in pieno l’epoca della sua uscita, infatti, il sound grunge del gruppo sembra evolversi verso l’alternative rock più in generale, con suoni più puliti e meno grezzi rispetto ai precedenti lavori e, sebbene le composizioni in sé siano ancora molto legate alla scena di Seattle, dall’ascolto di questo lavoro si percepisce l’idea di non fermarsi a quanto già detto e si intravede la voglia di sperimentare guardando avanti. La titletrack infatti si apre con un riff potente per poi calmarsi nella strofa ed esplodere di nuovo, con un riffing simile a quello del nu metal che ai tempi era giunto a definire pienamente il suo stile. Non è il caso di un disco come No. 4 degli Stone Temple Pilots (band con cui in origine condividevano molto a livello di musica) in cui l’alternative metal subentra prepotentemente nel songwriting del gruppo, ma si percepisce comunque l’influenza di ciò che ai tempi stava soppiantando il grunge, ormai giunto al capolinea. La band suona in perfetta sintonia, alle pelli si trova l’ex Pearl Jam Dave Krusen subentrato a Scott Mercado, mentre il resto della lineup resta invariato rispetto agli esordi. Ma già poco dopo l’uscita di Happy Pills inizia a sgretolarsi, con l’abbandono del nuovo batterista e del bassista e nel 2000 finisce per sciogliersi. Nel 2006 avviene la reunion con i membri originali ma, chi prima e chi dopo, tutti si staccano nuovamente dal progetto tranne il singer Kevin Martin che tiene ancora in attività la band. La magia di Happy Pills e dei primi dischi però non è stata più ripetuta nonostante i tentativi successivi alla reunion e probabilmente le cause sono nel fatto che nonostante si percepiscano le influenze delle nuove correnti musicali, la band resti sempre legata alla musica grunge e come già scritto sopra anche nel caso di questo disco; indipendentemente dalle tendenze che circondavano il panorama musicale della seconda metà degli anni ’90 e che hanno anche influenzato anche il gruppo, la band è sempre troppo riconducibile alla scena di Seattle.
In definitiva un ottimo album di un gruppo che, come altri di quella città e di quegli anni, è rimasto più in ombra rispetto ai big. Non solo un disco per gli appassionati, ma un lavoro di musica rock fatto con grande classe e da cui traspaiono forti emozioni. Provare per credere: se si è tristi e si ha bisogno di ricaricarsi questo disco rappresenta appieno quel sentimento, la musica rock che con la sua capacità di sfogarsi si rivela un’ottima pillola della felicità. Ma a essere sinceri questa è una visione fin troppo ottimista, perché nella titletrack dove si parla della depressione Martin ci rivela che in realtà le “Happy Pills” non bastano a dare la vera felicità.
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2
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Io mi son fermato qua. Spunti apprezzabili, ma preferisco i primi due. Però, lo ammetto, è una vita che non lo ascolto. 73 (vado a memoria) |
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1
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Grandi che avete rispolverato questa sottovalutata band e questo terzo album, che chiude una trilogia grunge bellissima. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 10,000 Horses 2. Happy Pills 3. Blinders 4. It's Alright 5. A Stone's Throw Away 6. So Real 7. Offerings 8. Sometimes 9. Step Back 10. Belmore Place 11. Breakaway 12. Look What You've Done
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Line Up
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Kevin Martin (Voce) Peter Klett (Chitarra) Bardi Martin (Basso) Dave Krusen (Batteria)
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RECENSIONI |
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