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Lordi - Screem Writers Guild
14/04/2023
( 1629 letture )
I Lordi non hanno certo bisogno di presentazioni: il loro look e la miscela horror-rock che mostrano da tempo sono ormai noti nel circuito. Giungono al dodicesimo capitolo discografico dopo aver cambiato quasi altrettanti componenti in formazione, con Mr. Lordi, creatore e uomo immagine della band, sempre in plancia di comando. Il vero problema di questo ensemble, piuttosto, è stata la qualità non sempre elevatissima dei platter prodotti in studio. I costumi che colpiscono fragorosamente dal vivo sono creati, disegnati e prodotti a mano, per l'intero guardaroba del gruppo, dal bandmaster, mente creativa e film maker (chissà per quale genere) che impiega, non meno di 3 ore ogni sera, per trasformarsi nel leggendario uomo mostro, che interpreta il ruolo principale in questo progetto. Fondati nel 1992 a Rovaniemi (Finlandia) dal singer e factotum, la band ha raggiunto la svolta internazionale dopo aver vinto l'Eurovision Song Contest nel 2006, con un pezzo celebrato come Hard Rock Hallelujah. Da allora, la truppa non convenzionale si è fatta strada sotto i riflettori del Vecchio Continente, forti di elaborati costumi e make-up mostruosi, suonando un po’ ovunque ed entrando nei bill di festival importanti quali Wacken Open Air e Masters of Rock, tra gli altri. Il loro nuovo album in studio, il qui presente Screem Writers Guild, è un riferimento e un gioco di parole, alla "Screen Writers Guild", un'associazione di sceneggiatori di Hollywood, in vita dagli anni '20 agli anni '50, ma come spiega lo stesso Mr. Lordi: Il disco in sé non è un vero concept album, ma ovviamente gioca con il tema cinematografico generale.
Fattore di cui non avevamo dubbio alcuno....

Una bella copertina colorata fa da prologo alla musica che racchiude 14 tracce, anche se almeno 4 sono segnate da lunghe intro, schizzate su temi horrorifici, come il pezzo iniziale e il secondo in scaletta. Dead Again Jayne apre la stagione della musica e dopo il suddetto intro parte una gran bella stilettata che odora di inno: chitarre che segano, cori efficaci, refrain memorizzabile e il vocione del frontman a dirigere, il tutto legato ad un guitar solo esplosivo. SCG XVIII: Nosferuiz Horror Show è un parlato su tastiere che mettono i brividi, un corto break atto per inserire Unliving Picture Show, che gode di un rullante possente, distendendo stilemi tipici dell’hard rock classico, con arrangiamenti cromati e un intervento solistico della sei corde piacevole. Inhumanoid torna a spingere sul pedale del gas, con attacchi sonori divenuti tipici del quintetto e con la voce fangosa del frontman a contraddistinguere ogni passaggio. Thing in the Cage vira verso giochi di delay sulla voce in litania, per poi aprirsi ad un brano dominato dalle tastiere, in verità leggerino, con cori indovinati che farciscono un ritornello assai melodico, mentre Vampyro Fang Club, dopo l’inevitabile, ennesima intro, innaffia l’audience con un ritaglio hard che sa di anthem. A questo punto scocca l’ora di The Bride, che si rivela una ballata atmosferica con oggetto Frankenstein che canta per la sua sposa, intrufolandosi nei meandri cinematografici: i risultati sono apprezzabili (voce pulita e non forzata), le atmosfere solcano il brano e il solo guitar è semplicemente ispiratissimo. Lucyfer Prime Evil dopo l’ineluttabile intro, scatta potente e atletica dai blocchi, forte di un flavour indemoniato e nordico. Scarecrow tratteggia rock dal sapore californiano; Lycantropical Island mischia l’hard con tastiere luminose, dominanti, e la resa appare ottimale: cori, ritornello, arrangiamenti, tutto molto bello e calibrato. Anche la seguente In the Castle of Dracoolove risulta altrettanto azzeccata, impalcata un hard corposo e cadenzato, somministrato tramite tastiere, partiture pregevoli e un ritornello scintillante per melodie ed intuizioni: lavico rock and roll il solismo dell’ascia, insomma un gran pezzo! The SCG Awards è l’ennesimo, lungo, episodio spoken mutuato da un Tv show; dopo arriva Heavengeance, che si spoglia davanti ad un incedere AORistico spiccato, con tasti d’avorio e la sezione ritmica in evidenza; mentre la finale End Credits dipinge una composizione particolarmente personale per il “Signor Lordi”, in cui riassume la storia della sua vita fino ad ora (si trova anche nel libro biografico della band); pezzo scritto per il suo stesso funerale. Musicalmente sbuca fuori una ballatona pianistica toccante, evocativa, corale, degna di un epitaffio terreno: solo guitar strappacuore, ma tutto l’intreccio strumentale e vocale è di grande effetto.

Questa dodicesima fatica dei “mostri” è un bell’album, variegato (soprattutto nella seconda parte), con alcuni esperimenti davvero riusciti. Non mancano, per la gioia di grandi e piccini, gli attacchi lancia in resta, la potenza e la poderosità nordica che li hanno resi popolari ai fan, oltre a un paio di episodi filler che, in tutta verità, potevano essere evitati, perché non forniscono nulla alla causa. In definitiva, questo Screem Writers Guild si raffigura come un lavoro che potrà raccogliere consensi e giudizi positivi, soprattutto perché i Lordi sembrano attraversare un periodo in cui termini come evoluzione ed osare, si possono coniugare ed essere in voga, senza rimuovere un millesimo della loro identità musicale e costumistica da anni celebrata. Mio parere personale: la band colpisce nel segno con questa release, l’alternanza di influenze non fa altro che renderli piacevolmente appetibili e apprezzabili, vedremo se questo giudizio sarà condiviso anche dai puristi del Lordi-style conclamato.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
65.66 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2023
Atomic Fire
Hard Rock
Tracklist
1. Dead Again Jayne
2. SCG XVIII: Nosferuiz Horror Show
3. Unliving Picture Show
4. Inhumanoid
5. Thing in the Cage
6. Vampyro Fang Club
7. The Bride
8. Lucyfer Prime Evil
9. Scarecrow
10. Lycantropical Island
11. In the Castle of Dracoolove
12. The SCG Awards
13. Heavengeance
14. End Credits
Line Up
Mr. Lordi (Voce)
Kone (Chitarre)
Hella (Tastiere)
Hiisi (Basso)
Mana (Batteria)
 
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