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Imperium Dekadenz - Into Sorrow Evermore
29/04/2023
( 1491 letture )
A life spent
In creating my november monument


Si potrebbe tranquillamente dire che in questi poetici e suggestivi versi sia riassunto il punto focale di questo nuovo disco dei tedeschi Imperium Dekadenz, sia la summa della loro evoluzione artistica fino ad oggi.

Il duo nacque ormai nel lontano 2004 ed è sempre stato composto da Horaz e Vespasian, da sempre affascinati da un modo di intendere e percepire il black metal estremamente atmosferico, romantico, malinconico e decadente, per questo la direzione artistica a cui sono approdati in questo ultimo lavoro è perfettamente comprensibile, anzi naturale. Affascinati anche dal mondo antico romano, -infatti i loro nomi d'arte derivano da due grandi figure storiche romane- e il nome della band fa riferimento al periodo in cui il grande impero cominciò la fase di decadenza; inoltre nel 2016 scrissero Dis Manibus ispirato in gran parte alla storia antica italica.
Del resto, però, si portano dietro non tanto musicalmente, ma soprattutto spiritualmente, alcuni echi dei grandissimi Lunar Aurora.
Fautori, dunque, di un black estremamente malinconico e romantico, in questo ultimo lavoro abbandonano completamente la lingua tedesca che era sempre stata presente in alcuni pezzi fino a diradarsi sempre più. Nei due ultimi lavori infatti, Dis Manibus del 2016 ed When We Are Forgotten del 2019 la troviamo solamente in un paio di pezzi. Questo è dovuto sicuramente anche al tentativo di arrivare a un pubblico più internazionale e poi all'approdo alla Napalm Records. Personalmente, essendo un'amante della lingua tedesca, questo mi aveva lasciato un po' l'amaro in bocca, però mi sono subito effettivamente resa conto che il duo possiede uno stile decisamente riconoscibile e il fatto che cantino sempre in inglese non ha affatto inficiato la resa dei loro brani.

Into Sorrow Evermore è un album che continua il lavoro di rarefazione sonora di When We Are Forgotten con un'ambientazione divenuta ormai completamente notturna ed onirica e che raggiunge suggestioni e vette molto rallentate, quasi doom, mantenendo sempre le chitarre black e il loro stile inconfondibile dato dagli stacchi e dalla batteria di Vespasian che nonostante sia incisiva e potente raramente si lancia in blast beats. Anche la copertina, effettivamente, con una figura incappucciata senza volto che tiene fra le mani due maschere, una dall'espressione sofferente e disperata e l'altra indifferente, appartiene forse più all' immaginario doom piuttosto che a quello black.
Siamo ancora una volta nella Foresta Nera, nel sud-ovest della Germania, la patria del duo e Into Sorrow Evermore dopo un avvio dilatato, quasi ambient ci avvolge e sconvolge con la fiera potenza nera dei tedeschi, un avvio che tramortisce emotivamente e non lascia speranza:

Everyday a new dream dies
Onward, steady and ironclad
I fall, I fall
Through the time
The promising light

Until the dawn takes me away


Il pezzo è un classico dei tedeschi, qui la batteria si lancia in blast beats e possiamo apprezzare il cantato di Horaz, uno scream piuttosto particolare, a tratti comprensibile, quasi caldo. Già dalla seconda Truth Under The Stars la musica comincia a cambiare e dopo un avvio piuttosto canonico, la seconda parte cambia le carte in tavola dopo un recitato solenne che lascia spazio a un rallentamento.

Neither servants nor slaves
Shall bring glory to thy splendor
It is the world for the true hearts
Who perceive the truth under stars


Arriviamo alla malinconicamente splendida Aurora dove soffici accordi di pianoforte ci cullano e ci accompagnano nel bel mezzo di un brano lancinante, ricco di pathos, con i bassi in evidenza, dove le urla di Horaz sono a metà strada fra il dolore e l'estasi:

When I look upon the sky
I find salvation
And feel secure

Mystic lights in ecstasy
Aurora


Elysian Fields alterna recitato e scream in uno scambio che crea un effetto davvero suggestivo e la riflessione è sulla caducità della vita e del persone che abbiamo perso o perderemo, sulla nostra stessa morte, riflessione che sfocia in un insolito assolo quasi sinistro.

All our dreams and miseries
All our realms and sympathies
We keep emotions and mysteries
Like the realm of elysian fields

Whatever dimension this might be
Here I would like to rest eternally
It's so hard to comprehend
That I have to leave
That I have to leave


Forests In Gale è forse il pezzo meno interessante del disco, ma è paragonabile a un tema scolastico svolto correttamente e scorrevole, si mantiene agli alti livelli del resto del disco, e si pregia, come sempre del resto, di un testo molto bello. Awakened Beyond Dreams si regge su una sezione melodica in tremolo decisamente ipnotica e riuscita, anche se ricorda qualche eco del passato, ed è il brano più lungo del platter e fra i più articolati con un deciso rallentamento riflessivo al quinto minuto che sfocia in un sussurro praticamente in scream:

Loose from all bonds
Scars the spirit that wore the emptiness
Awakened beyond dreams


November Monument è la summa e il momento clou di Into Sorrow Evermore, una cavalcata nerissima, lenta, lacerante, disperata e la voce di Horaz si mantiene lungo tutto il pezzo su una tonalità insolitamente rallentata in scream. Una linea di basso spezza e fa prendere respiro a questa solenne celebrazione della malinconia e di nuovo la voce si fa un sussurro, stavolta più dolce.
La conclusiva struggente Memories… A raging River dopo un ritorno a ritmi sostenuti, si avvia verso la conclusiva con una chitarra rilassata finché non sopraggiunge anche una soffice acustica, soluzione non nuova agli Imperium Dekadenz, che infatti hanno sempre adottato soluzioni acustiche e rilassate che facevano da intermezzo nei vari brani. In questo album questa soluzione non è stata adottata, ma in effetti è come se fosse stata incorporata nei brani stessi, anche durante i momenti rarefatti e riflessivi.

Into Sorrow Evermore è un album ottimamente suonato ed arrangiato, che cresce con gli ascolti e che fa cogliere sempre più particolari e sfumature dell'evoluzione degli Imperium Dekadenz.
Il loro è un black che si è affinato, cesellato col tempo, smussato negli angoli più acerbi e poco definiti fino a diventare una magnifica scultura che ora più che mai rappresenta a tutto tondo sia musicalmente che espressivamente tutto ciò che la loro musica oscura e malinconica vuole comunicare e rappresentare



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
71.5 su 2 voti [ VOTA]
LUCIO 77
Martedì 23 Maggio 2023, 8.11.04
7
Mah.. Sarà che mi sto abituando/assuefacendo a certe sonorità e quindi non c\'è più l\'Effetto sorpresa, però non sono rimasto particolarmente colpito da questo Album.. Lo ho trovato abbastanza convenzionale, senza particolari momenti di interesse, senza il Brano trainante.. Alla lunga mi è calata la palpebra.. Come sempre: De gustibus.
Le Marquis de Fremont
Venerdì 12 Maggio 2023, 17.14.37
6
Wow! Splendida recensione per uno dei migliori album di inizio 2023 che conferma come questi Imperium Dekadenz siano un grandissimo gruppo che fa della musica intensissima e coinvolgente. Si ripetono alla grande senza un minimo cedimento da Meadows of Nostalgia (del 2013) in poi. Aurora e November Manument le vette di una selezione di pezzi su livelli molto alti. Complimenti a Madame Lacrimosa per la recensione. Au revoir.
No Fun
Domenica 30 Aprile 2023, 13.39.31
5
In realtà non volevo far ridere , la Cappella Sansevero e il cimitero delle Fontanelle sono posti bellissimi e che vanno a nozze con l\'immagine black decadente dei nostri.
N�esis
Domenica 30 Aprile 2023, 13.34.48
4
ahahaha
No Fun
Domenica 30 Aprile 2023, 13.10.29
3
Un\'osservazione inutile, ma la faccio lo stesso. Le copertine di questo e del precedente, con queste figure velate e incappucciate, le candele, le maschere, più che la foresta nera e la Germania mi ricordano Napoli con il Munaciello, il cimitero delle Fontanelle, la Cappella Sansevero, cose così.
No Fun
Domenica 30 Aprile 2023, 10.18.32
2
Il precedente mi era piaciuto un sacco, atmosferico (aggettivo stra-abusato che comincia ormai ad irritarmi) e decadente ma mai leggero o aereo, sempre bello corposo e potente. Dalla recensione questo sembra essere della stessa fattura. Ascolto sicuro.
Fauno
Sabato 29 Aprile 2023, 10.40.56
1
Bellissimo, come il precedente.Riflessioni dalla foresta nera - voto giusto
INFORMAZIONI
2023
Napalm Records
Black
Tracklist
1. Into Sorrow Evermore
2. Truth Under The Stars
3. Aurora
4. Elysian Fields
5. Forests In Gale
6. Awakened Beyond Dreams
7. November Monument
8. Memories…A Raging River
Line Up
Horaz (Voce, Chitarre, Tastiere)
Vespasian (Chitarre, Basso, Tastiere, Batteria)
 
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