|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
Danko Jones - Born a Lion
|
29/04/2023
( 960 letture )
|
Quando si parla dei Danko Jones e del loro leader è bene ricordare che la band si forma a Toronto nel 1996 con un solo scopo: fare concerti! E infatti, almeno per i primi due anni di esistenza, il trio canadese composto da Danko, dal bassista John Calabrese e dal batterista Michael Caricari farà solo quello. Gli show divertenti, adrenalinici e gli ettolitri di sudore lasciati su miriadi di palcoscenici di Canada e Stati Uniti nordorientali non passano inosservati e il moniker inizia a circolare fra gli appassionati di garage rock del Nord America. Un primo assaggio di musica registrata si ha nel 1998, quando con la label indipendente dell’Ontario Sonic Unyon Records pubblicano un EP omonimo, composto da cinque brani di breve minutaggio. I nostri ci prendono gusto e l’anno successivo arriva il secondo EP della loro carriera, intitolato My Love Is Bold, contenente anche il primo singolo della band, cioè Bounce. Il minialbum piace così tanto in patria che nel 2000 viene nominato addirittura ai Juno Awards (una sorta di Grammy Awards per artisti canadesi) nella categoria best alternative album. A questo punto i due amici di sempre Danko Jones e John Calabrese ci credono: all’inizio del nuovo millennio assoldano il batterista Damon Richardson e aprono per Beck al Maple Leaf Gardens di Toronto, in una delle “cattedrali” dell’hockey su ghiaccio. La label svedese Bad Taste (da sempre attenta all’underground punk/hardcore, ma che con la nuova conduzione di Jonas Nilsson apre anche ad altri generi) li nota e apprezza e soprattutto vuole lanciarli in Europa, così gli dà l’opportunità di pubblicare una compilation di tracce registrate dalla band tra il 1996 e il 1999. Il rappresentativo I'm Alive and on Fire esce nel 2001, contiene alcuni brani già presenti nei precedenti EP ed è un vero e proprio biglietto da visita per il pubblico europeo. Seguono diverse date nel Vecchio Continente, di cui una di supporto ad una band sulla cresta dell’onda come i Backyard Babies. Ormai le vele sono spiegate perciò arriva l’insperato momento di pubblicare il primo LP della carriera.
Born a Lion esce il 23 giugno del 2002: 11 tracce per 36 minuti di hard rock sanguigno che deve tanto ai maestri del genere, in particolare agli idoli di Danko, i Kiss, ma anche ad artisti del calibro di The Who, Thin Lizzy e AC/DC (brani efficaci come Papa e Soul on Ice sembrano parti della band australiana). Vero anche che la furia punk giovanile e l’infuocato blues viscerale sono caratteristiche che non s’insegnano alla scuola del rock, ma sono insite nella band: donano una nota personale al trio e confezionano alcuni dei brani migliori del lotto. Fra questi colpisce l’assordante opentrack Play the Blues, dove il cantante/chitarrista sfodera la sua abilità ritmica nell’utilizzo della sei corde, strumento che è una vera e propria estensione dello stesso. Nella seconda parte ci si scontra con l’elettrizzante sferragliare di Word Is Bond, poco dopo segue il drumming unito al ritornello corale scandito su Caramel City, semplicemente irresistibile... e ancora Get Outta Town risuscita un Elvis molto incazzato, mentre Suicide Woman sembra registrata in presa diretta e dà tutto sulla possente base del chorus. Trascinato dai due singoli Lovercall e Sound of Love e aiutato in patria nella distribuzione da una major come la Universal Music Canada, Born a Lion riceve la nomination ai Juno Awards del 2003 nella categoria best rock album e il brano Lovercall viene nominato per il premio best video. Il singolo di lancio è un pezzo che non stanca mai e rimane ancora oggi un punto fermo dei live show, nonché uno dei migliori brani hard rock della sua generazione. Mostra alcuni degli elementi che rendono attraente la band: la voce sguaiata del frontman, i refrain e gli assoli basici, i ritornelli riuscitissimi, il basso pulsante di Calabrese e i testi irriverenti a sfondo sessuale.
Nessun virtuosismo nella proposta dei tre, ma solo dannato rock and roll senza freni che si stampa in testa fin dal primo ascolto con brani che scorrono via veloci come in una gara ciclistica di downhill. Il denominatore comune che lega tutti gli album della carriera dei Danko Jones è la composizione di tracce pensate appositamente per essere eseguite dal vivo, perché in fondo il power trio solo una cosa voleva e vuole fare nella vita: concerti! E coerentemente in Born a Lion ogni singolo brano ha lo scopo di essere presentato un giorno su qualche palco marcio.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
Bad Taste / Universal Music Canada
|
|
|
Tracklist
|
1. Play the Blues 2. Lovercall 3. Sound of Love 4. Papa 5. Soul on Ice 6. Word Is Bond 7. Way to My Heart 8. Caramel City 9. Get Outta Town 10. Suicide Woman 11. Love Is Unkind
|
|
Line Up
|
Danko Jones (Voce, chitarra) John Calabrese (Basso) Damon Richardson (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|