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Tsjuder - Helvegr
27/08/2023
( 1511 letture )
Necessitano forse di una presentazione, i Tsjuder? Nati all’ombra di Mayhem, Bathory, Darkthrone e compagnia bella, la band capitanata da Nag e Draugluin ha dato un importante contributo allo sviluppo del black metal norvegese a cavallo tra vecchio e nuovo Millennio. A ventitré anni di distanza dal loro primo full length, Kill for Satan, e a otto da Antiliv, ultima prova sulla lunga distanza, Helvegr mette in mostra una band, nonostante l’età, ancora piena di energia mefistofelica e voglia di fare.

Sì, perché quando una band tace per lungo tempo per poi pubblicare un nuovo disco, la paura di assistere ad un compitino svolto per acquistare qualche pagnotta in più è concreta. Helvegr però nasce per una genuina necessità di fare musica e veicolare un messaggio. Il messaggio, quello proprio dei Tsjuder: un messaggio di misantropia, morte, odio e distruzione. Nessun compromesso ad indorare la pillola, che si rivela essere una pasticca di cianuro pronta ad avvelenare lo spirito dell’ascoltatore.
La miglior descrizione della musica contenuta in questo disco viene fornita dalla band stessa e, più precisamente, sulla conclusione di Iron Beast:

Impenetrable black metal
Deep scaring tracks
Blood spewing chimney
Three headed beast


La volontà di annichilire è il motore che muove tutte e nove le tracce che compongono la scaletta. L’impalcatura di ogni singolo pezzo è ovviamente formata dalle componenti peculiari del black metal norvegese e su questa il trio costruisce momenti di puro terrore sonico, veicolato attraverso le influenze thrash di band come Kreator, Sodom. La tensione è alle stelle, senza mai un istante di tregua.
Anche quandi i Nostri decidono di rallentare il metronomo, vedasi la title track, la sensazione di minaccia è solida ed opprimente. Questo disco non vuole essere un monotono rigurgito di black metal fine a sé stesso, quanto piuttosto un tributo tridimensionale e moderno di quel sound oscuro degli anni ’90: l’intuizione degli Tsjuder -non certo nata con Helvegr- che li ha resi uno dei nomi di spicco nel panorama black metal è quella di superare le incrostazioni di un suono scarno e “da cantina” che ha fatto la fortuna del genere ai suoi albori. Quell’estetica, che fu un moto di reazione agli imbellettamenti del death metal di fine secolo, è diventata con gli anni talmente cliché da ingenerare un moto di reazione contrario. Dalla pulizia alla sporcizia, dalla sporcizia alla pulizia. E se da un lato questo tipo di suono si è già infiltrato da molto tempo nelle istanze avanguardiste, in quelle più tradizionali ancora non ha preso altrettanto piede. Ecco quindi che la produzione limpida di Helvegr diviene parte del messaggio: “ti odiamo e vogliamo dirlo chiaro e tondo”.
Come accennato sopra, i circa quaranta minuti del disco non sono composti di sole pugnalate affilate ma anche di martellate più lente ma altrettanto letali. Questa dicotomia tra furibonda rapidità e ragionati mid tempo non si avverte solo tra una traccia e l’altra ma anche, anzi soprattutto all’interno dei medesimi brani. A saette come Gamle-Erik o la già citata Iron Beast fanno da contraltare pezzi più complessi come Surtr e la meravigliosa Gods of Black Blood (forse la ciliegina su questa squisita torta): in questi brani troviamo frequenti cambi di tempo, accelerazioni e decelerazioni. Si tratta di veri e propri vortici sonori dai quali lasciarsi catturare e dilaniare. Eccezionale, soprattutto in questo tipo di brani, è la prestazione di Jon Rice, divenuto batterista a tempo pieno dopo le sue presenze in sede live: blast beats precisissimi, fill, mille variazioni (sublime in tal senso è il suo lavoro nella title track).

Helvegr, insomma, è un disco tanto meraviglioso da incutere spavento e tanto spaventoso da suscitare meraviglia. Scorre fluido, senza mai inciampare, e non appena giunge alla fine (con la straniante ma a suo modo efficace Hvit Død) già ci si ritrova a ricominciarlo da capo. Non sarete mai sazi di questa furia.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
86.33 su 3 voti [ VOTA]
Gabelf
Mercoledì 21 Febbraio 2024, 12.27.53
8
Se Demonic Possession ha un 78 e soprattutto Desert Northern Hell un 80, mi pare veramente esagerato un 85 a questo loro ultimo lavoro. Un 80 ci potrebbe stare con un 85 al suddetto DNH.
DavideD
Sabato 16 Dicembre 2023, 17.45.20
7
Gran bel disco...io li ho scoperti con questo disco per poi recuperare al volo parte della loro vecchia discografia. Che dire il black che tanto piace a me e se poi siamo in pochi a pensarla cosi\'...bene così....le mode passano
Mos Maiorum
Giovedì 28 Settembre 2023, 15.16.35
6
ganzo ma non da 85. direi 77-78
Area
Giovedì 31 Agosto 2023, 13.50.45
5
Pur non ascoltando questo genere da tempo mi fa comunque piacere vedere che anche loro ci sono ancora... loro li avevo persi di vista dal 2004 addirittura, poi si erano sciolti e le band che avevano messo su non mi piacevano troppo, forse la migliore delle due furono i Tyrann. @lisablack, seppur sia sbagliato parlare per lui, il commento n.2 ha specificato con \"Black Metal Mainstream\", per dire che magari loro non sono i Darkthrone o i Satyricon, però sono tra le band Black prinicipali come che ne so i Waitain. Magari potevano essere più di econda fascia nei primi 2000, ma già dal terzo....
Martino Alfonso
Giovedì 31 Agosto 2023, 13.35.37
4
Ci sono anch\'io che ascolto i grandi tsjuder e siamo in quattro....
lisablack
Martedì 29 Agosto 2023, 17.53.07
3
Macché mainstream e grande pubblico.. Qui ci sono 2 commenti, anzi 3 con il mio, questa non è musica da pubblico, per fortuna. Quando sotto questa recensione ci saranno 1540 commenti allora si potrà parlare di \"mainstream\"..
Victory
Martedì 29 Agosto 2023, 15.44.37
2
disco tirato, ben suonato e ben prodotto come il black metal mainstream ormai vuole. tuttavia nulla di nuovo, black metal per il grande pubblico
lisablack
Domenica 27 Agosto 2023, 18.44.37
1
Condivido tutto della recensione anche il voto finale..un grande ritorno quello degli Tsjuder, non ci speravo più dopo 8 anni..eeh niente, uno dei possibili album black del 2023..aspettando i Marduk che finalmente a giorni arrivano.
INFORMAZIONI
2023
Season of Mist
Black
Tracklist
1. Iron Beast
2. Prestehammeren
3. Surtr
4. Gammle-Erik
5. Chaos Fiend
6. Gods of Black Blood
7. Helvegr
8. Fænskap og Død
9. Hvit Død
Line Up
Draugluin (Voce, Chitarra)
Nag (Voce, Basso)
Jon Rice (Batteria)

Musicisti Ospiti:
Seidemann (Voce nella traccia 6)
Pål Emanuelsen (Chitarra nella traccia 4)
 
RECENSIONI
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