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Ronnie Atkins - Trinity
24/11/2023
( 1105 letture )
Ricevere la diagnosi di un tumore ai polmoni al quarto stadio è una di quelle notizie che fiaccherebbe anche le persone più forti, ed onestamente è molto difficile immaginare come si può reagire ad una notizia così scioccante; posto ciò, possiamo provare a semplificare immaginando che le due reazioni più tipiche possano essere l’accusare il colpo pesantemente e deporre quindi le “armi”, oppure cercare di raccogliere tutte le forze che ancora si possono usare e decidere di vivere a pieno tutto il tempo che ancora rimane da vivere.
Questa doverosa premessa è stata necessaria per spiegare quanto accaduto nel 2019 a
Ronnie Atkins, cantante danese classe 1964, nonché storica voce dei Pretty Maids, il quale di fronte alla suddetta diagnosi, ha deciso di dare fondo a tutte le sue energie, e di sfruttare tutto il tempo a sua disposizione per produrre la musica che ha sempre voluto fare.
Trovato l'accordo con la nostrana Frontiers, il nostro pubblica nel 2021 il suo primo (ottimo) disco solista One Shot, seguito subito a ruota nel 2022 dall’altrettanto valido Make It Count; entrambi i dischi sono di ottima fattura e riscuotono il giusto consenso sia dalla critica che dai fan stessi.
Rinvigorito dai suddetti ottimi riscontri, il vocalist danese decide di dare alle stampe in questo fine 2023, la sua ultima fatica, Trinity, terzo disco in tre anni che dimostra come il male che lo affligge, non abbia fiaccato né la vena compositiva, né la forza d’animo del nostro.
Siamo al cospetto di un album di ottima fattura, un concentrato di hard rock dai suoni scintillanti e bombastici (ormai trademark in casa Frontiers), che non disdegna puntate in campo pomp rock o soluzioni più sinfonico/orchestrali, che donano al disco un’aura di magniloquenza (e malinconia) che vanno ad enfatizzare quelle che già sarebbero ottime canzoni.

Tipico esempio è l’opener/titletrack Trinity, canzone dall’andamento cadenzato e trionfale che definisce bene il suono che ci troveremo davanti, ovvero ottime le strofe, ritornelli epici ed ancor più i tanti arrangiamenti vocali stratificati; pregevole il break centrale dove un azzeccatissimo bridge guidato dalla tastiera di Chris Laney fa seguito ad una partitura vocale veramente ben studiata. Decisamente più metallica nelle soluzioni la seguente Ode to a Madman, dove la maschia interpretazione di Ronnie Atkins, ricorda più volte il biondo crinito Jorn Lande, cosa che naturalmente valorizza ulteriormente il pezzo già notevole di sua natura; ottimo in particolar modo il ritornello decisamente orecchiabile che rimarrà in testa fin dai primi ascolti.
Da segnalare, in generale, l’ottima prova strumentale dei musicisti che accompagnano Ronnie Atkins in questo viaggio, in particolare il chitarrista/tastierista Chris Laney, che in questo caso ricopre anche il ruolo di produttore del disco oltre ad essere compagno di band nei Pretty Maids.
Ispirata ed anthemica risulta essere Paper Tiger, canzone anch’essa cadenzata e baciata da un bellissimo ritornello che farà sicuramente faville dal vivo quanto a ingaggio del pubblico, che si ritroverà, volente o nolente a cantarla a squarciagola.
L’album scorre che è una meraviglia e già così sarebbe un disco veramente rimarchevole, ma Ronnie Atkins non è l’ultimo arrivato ed infatti i pezzi da novanta ancora devono arrivare; stiamo parlando di brani come Soul Divine e Shine, pezzi dalla natura più lenta (in particolar modo la prima) ma non per questo meno incisiva, anzi, permettono al cantante danese di sfruttare al meglio tutti i “colori” del suo range vocale, regalandoci una performance da brividi; in particolare Shine che viene introdotta da un ottimo arrangiamento di chitarra di Laney, e che ha dalla sua un bridge pre-ritornello da brividi, come ben pochi se ne sentono in giro e dove gli intrecci vocali sono decisamente ottimi.
Altra perla è l’oscura Godless, che, introdotta dalla strumentale Via Dolorosa, intro chitarristica dai sapori vagamente orientali, riporta il suono del disco su lidi più metallici; inutile sottolineare che anche in questo caso siamo davanti ad ottime strofe ed ottimi ritornelli, nonché ad una prova strumentale degna di rilievo; una delle migliori canzoni del lotto!
Sulla stessa scia il roccioso mid-tempo rappresentato da Raining Fire, dove la sentita interpretazione del nordico singer regala emozioni a non finire, il tutto incoronato da evocativi tappeti di tastiere ed ottime ceselatture chitarristiche.
Di tutt’altro tipo e sonorità è la divertente If You Can Dream It (You Can Do It), pezzo decisamente scanzonato messo intelligentemente in scaletta poco dopo la metà del disco, dove i richiami alla band dei fratelli Young, quantomeno nelle atmosfere, risultano essere ben evidenti.
Buone ma decisamente più standard nella loro composizione e resa, sono le rimanenti Sister Sinister e The Unwanted, che onestamente pagano la grossa qualità degli altri pezzi del lotto.
Discorso a parte merita la conclusiva What If, bellissima power ballad dagli umori (ed atmosfere) mutevoli, la quale con un inizio che ricorda non poco le orchestrazioni tipiche dei Savatage, esplode in un ritornello da paura, interpretato con magistrale sofferenza da un Ronnie Atkins stratosferico, vero e proprio cuore pulsante di un disco che interpretato da altri, sarebbe stato sicuramente buono, ma non a questi livelli.

Una delle poche certezze nella nostra vita è che non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione; sapere che il tuo tempo potrebbe finire da un momento all’altro dà sicuramente un sapore ed una motivazione completamente diversi a tutto ciò che fai e Ronnie Atkins ne è la prova vivente, un uomo che ha deciso di non farsi abbattere, ma di guardare avanti e fare di tutto per lasciare ai posteri un testamento musicale di indubbio valore, centrando a pieno l’obiettivo!
Poche parole, terzo disco solista in tre anni, e terzo centro pieno! Grazie Ronnie!



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
81.5 su 4 voti [ VOTA]
maurizio
Martedì 5 Dicembre 2023, 13.32.46
5
bel disco con belle canzoni ma lasciatemi dire che l\'ultimo pezzo what if è bellissimo ritornello commovente una delle più belle canzoni in assoluto di questo 2023 grazie ronnie
progster78
Martedì 28 Novembre 2023, 15.43.11
4
Avere un tumore al quarto stadio e continuare a registrare lavori pieni di ottimismo come questo e il precedente Make It Count mi commuove. Soul Divine e If You Can Dream(You Can Do It) solo per fare un esempio sono la testimonianza di un'artista incredibile...voto al disco 83,voto all'uomo 100 e anche piu! Avanti così Ronnie!
fasanez
Lunedì 27 Novembre 2023, 19.44.26
3
Devo ancora ascoltarlo, ma preso dalla recensione, mi sono sparato what if a palla, e devo dire che è uno dei pezzi più belli che ho sentito recentemente con un finale, assolo compreso, da lacrime. Ho finito gli aggettivi per Ronnie Atkins.
Warrior 63
Sabato 25 Novembre 2023, 14.32.20
2
Questo lo devo ancora sentire x benino,gli altri due sono ottimi...oltre alla cerriera solista, ottimo anche il progetto Nordic Union
McCallon
Venerdì 24 Novembre 2023, 19.49.55
1
Io questo l\'ho trovato sempre di qualità, ma meno ispirato dei due precedenti, che per me sono veramente ottimi. Non innoveranno il genere ma sono due grandi album.
INFORMAZIONI
2023
Frontiers
Hard Rock
Tracklist
1. Trinity
2. Ode to a Madman
3. Paper Tiger
4. Soul Divine
5. Via Dolorosa
6. Godless
7. Shine
8. If You Can Dream It (You Can Do It)
9. Sister Sinister
10. Raining Fire
11. The Unwanted
12. What If
Line Up
Ronnie Atkins (Voce)
Chris Laney (Chitarra e Tastiera)
Pontus Egberg (Basso)
Allan Sörensen (Batteria)
 
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