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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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21/04/2024
( 800 letture )
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Gli Sprints creano tensione nell’atmosfera e la mantengono. La fiamma in copertina viene accesa dalla prima traccia e arde potente sino all’ultima, alimentata da benzina musicale di matrice garage-punk sregolato e nevrotico lungo i circa 40 minuti di Letter to Self, prodotto da Daniel Fox, bassista e fondatore con Dara Kiely dei Gilla Band, band seminale di Dublino. Nonostante il disco sia stato registrato in 12 giorni ai Black Box Studios, nella Valle della Loira, in Francia, la capitale irlandese, a oggi, è base di una scena post-punk in pieno fervore con la nascita di band come Gurriers, Naked Lungs e le esplosioni mainstream di Fontains D.C., Just Mustard e The Murder Capital che dichiarano, però, di abbandonare la città a causa delle difficoltà socio-economiche divenute sempre più ostiche.
Letter to Self contiene una tangibile critica politica manifestata attraverso la sintesi dei due abrasivi EP, Manifesto e A Modern Job; prende quell’alternative rock agitato ed avvilito e lo butta giù dal balcone, urlandolo e scaraventandolo nello spazio infinito delle vibrazioni. La band sembra ispirarsi ai propri idoli (Fugazi, Pixies, Bad Brains) e la timbrica della cantante Karla Chubb girovaga tra Courtney Love (molto meglio) nelle parti più sporche e Florence Welch nei momenti più puliti anche se, oltre a quest’ultima, la cantante dice di aver tratto molta ispirazione da PJ Harvey, Patty Smith e dalle Bikini Kill. La ragazza ha personalità da vendere ed eccelle nei modelli vocali; seppur i testi appaiano acerbi contengono ed esprimono l’aspetto biografico della cantante con le proprie insicurezze e fragilità, nell’intento di costruire ed esprimere liberamente la propria identità queer senza vergogne o sensi di colpa e non mancano di essere efficacemente memorabili grazie ad una ripetitività che, nella sua ossessività, non annoia anzi, sa condurre la calma introspettiva fino al ballo liberatorio. La formula strutturale delle canzoni è consueta: semplice ma immediata che talvolta può apparire prevedibile ma possiamo affermare che con pochi accordi ma ben suonati ed un cantato anni ‘90, come un autoecolalia suadente e irruenta, gli Sprints ci forniscono materiale per annunciare un ottimo debutto.
Il contesto è da subito incredibilmente esplosivo: Ticking è un inizio che crea tensione con la sua scala discendente e la libera con furiose schitarrate acide e le successive Heavy e Cathedral continuano Letter to Self in modo deflagrante. C’è posto per situazioni attraenti e dissacranti (Adore Adore Adore e Shadow of Doubt) e altri scampoli acustici più intimi e spettrali come Shaking Their Hands e Can't Get Enough of It che sembra prendere spunto dagli Editors nelle atmosfere strumentali. Purtroppo l’ormai ordinaria Literary Mind e la scanzonata A Wreck (A Mess), comunque sufficienti, sono i due episodi più acerbi e meno convinti che non permettono a questo disco di eccellere. Up And Comer, però, riconduce al picco con uno swing punk irriverente in cui la cantante ironizza sulle dicerie dell’essere una buona debuttante come frontwoman. La conclusiva e omonima Letter to Self è una cavalcata rockeggiante in cui l’artista sembra volersi togliere qualche sassolino nella scarpa dopo una relazione finita sottolineando e rinfacciando incompatibilità e ingratitudine.
Nonostante vengano da Dublino non c’è nulla di “irlandese” in questo debutto, ma gli Sprints hanno, comunque, fatto centro. giova della produzione sonora di Fox che apporta corposità, esalta l’espressività punk di Karla e riesce ad elevare le idee aspre dei loro primi due Ep fino a portarle ad un livello superiore. È spasmodicamente punk e trasandato ma genuino, con le sue insicurezze e tentennamenti, com’è giusto che sia. La loro etichetta tedesca City Slang sta per lanciarli dalle pinte di Guinness nei pub a tour per 4 date negli Stati Uniti per poi tornare nel Regno Unito e, viste le reazioni promettenti della critica, potrebbe arrivare la loro consacrazione ma non è detto che ciò avvenga. Seppure Letter to Self sia una delle uscite più interessanti di questi mesi, è evidente la necessità di un’evoluzione artistica strutturale dei brani più complessa e focalizzata perché i quattro Dubliners ne hanno tutti gli strumenti necessari ma intanto…buona la prima.
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10
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Scusami, avevo capito per data di pubblicazione della recensione, così ha poco senso... |
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9
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E’ che come ti dicevo, il sistema ordina le recensioni per data di uscita, quindi per prime ti escono sempre le nuove uscite. Se vai all’ultima pagina, per dire, vedrai che ci trovi le aloe Gain, che partono dal 1964. |
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8
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Eh no... se vado su tutte mi da solo le ultime uscite, gli album rispolverati, autoprodotti e low gain non me li fa vedere. Ripeto, a me. Poco male, andrò per ogni singola sezione, la cosa ha importanza relativa |
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7
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Dunque... se vai su \"tutte\" visualizzi l\'elenco di tutte le recensioni del sito. Se in alto selezioni \"Recensioni\", ti si apre invece la pagina da cui puoi selezionare le carie tipologie: Nuove uscite, Rispolverati, Autoprodotti e Low Gain. Così puoi scegliere. Il sistema le ordina per data di pubblicazione. |
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6
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@Lizard: grazie mille! In realtà avevo trovato quella pagina poco dopo googlando e mi ero risposto da solo al commento ma non è mai stato pubblicato (c\'ho provato 2 volte). Penso sia dovuto al fatto che avevo pubblicato il link della pagina ma credo il sistema non accetti link allegati.
Bene così perchè seguo le rece di Metallized da anni e mai avevo visto questa sezione, che per me che amo la musica a 360 gradi, è tanta roba!
Ho provato allora a specificare TUTTE nella sezione di ricerca per avere una panoramica completa ma alla fine così (almeno a me) da sempre e solo le ultime uscite...
Comunque gentilissimo, ciao! |
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@Toolman: se vai nella ricerca, selezioni \"articoli\" e scrivi Low Gain, troverai l\'articolo di presentazione, ancora valido nonostante sia passato qualche anno. Diciamo, a grandi linee, che si tratta di album non metal/hard rock/prog che potrebbero essere interessanti per gli amanti di metal. Quindi rock, blues, jazz, noise, dark, colonne sonore, pop, etc. |
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4
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Scusate raga non c\'entra nulla col disco in questione, ma per capire: che minchia sono gli album LOW GAIN?  |
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3
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Gran bel dischetto che unisce post punk adrenalinico e un più eclettico alternative rock il tutto unito in un sound molto personale. Un album che non annoia mai, anche nei passaggi un po\' più ragionati. Secondo me il voto è anche bassino, un 85 ci sta più che pieno! |
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2
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Ottimo, ottimo debutto per questo gruppo! Il disco mi ha gasato molto. |
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1
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Composizioni essenziali e ritornelli efficaci. Buon album e band Da tenere d\'occhio sicuramente. Tra Regno Unito ed Irlanda sono tante le band interessanti uscite negli ultimi 10 anni. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ticking 2. Heavy 3. Cathedral 4. Shaking Their Hands 5. Adore Adore Adore 6. Shadow of a Doubt 7. Can't Get Enough of It 8. Literary Mind 9. A Wreck (A Mess) 10. Up and Comer 11. Letter to Self
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Line Up
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Karla Chubb (Voce) Colm O’Reilly (Chitarra) Sam McCann (Basso) Jack Callan (Batteria)
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RECENSIONI |
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