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The Devils - Let the World Burn Down
02/05/2024
( 895 letture )
Dopo l’uscita del nostro terzo album nel 2021, durante il lockdown, pensavamo di non suonare mai più. Successivamente tutta quell’angoscia e disillusione ci hanno dato l’energia per tornare a scrivere nuovi brani.

Così i The Devils, grintoso e italianissimo duo (provengono infatti da Napoli), dedito al rock e al blues nella sua forma più pura e grezza, presentano il loro quarto album , il qui presente Let the World Burn Down.
Chiariamo subito: se non fosse per le note di copertina, non si indovinerebbe mai che i nostri provengono dall’Italia. Nessun accenno, neppure vago, alla tradizione musicale e cantautorale italiana: i The Devils guardano diretti agli USA e al garage rock, ma permeandolo di robuste dosi di blues e soul direttamente proveniente dagli anni ’60.
L’album mostra la volontà del duo di espandere i propri orizzonti musicali ed in questo senso si spiega il rinnovo della collaborazione artistica con il musicista californiano Alain Johannes (già produttore del terzo album dei The Devils e soprattutto noto per le sue collaborazioni con Queens of the Stone Age, PJ Harvey, Chris Cornell), che riesce a potenziare il sound del duo senza per questo snaturarlo: il risultato sono dieci brani diretti e incisivi, intrisi di rock n’ roll e blues dalle atmosfere dense, permeati di un certo gusto tipicamente seventies.

Si parte con Divine Is the Illusion, caratterizzata da un incalzante groove che si muove fra riff blues imbevuti di hard rock. Più o meno sulla stessa falsariga procede Killer’s Kiss, che mostra la compattezza sonora che Erika Switchblade e Gianni Blacula riescono ad esprimere, pur essendo solo un duo. Ma il tempo per prendere fiato dura poco, perché Mr Hot Stuff si lancia in un rock n’ roll furioso ed energico. I tempi rallentano nuovamente con la prima delle due cover presenti: Big City Lights, cantata da Cleo Randle nel 1966. Con Til Life Do Us Part troviamo una delle perle dell’album: un blues dalle ambientazioni malinconiche e psichedeliche che permette di calmare gli animi e cambia verso ad un album finora incentrato su ritmi potenti e incalzanti.
Ma la pausa è breve perché l’impetuosa Roar II è aggressione pura, anche se piuttosto scontata e trascurabile. Shake ‘em prosegue con l’impatto e i riff incalzanti, purtroppo penalizzati da una linea vocale poco interessante; dopo due minuti e sette secondi si incontra l’altra cover, Teddy Boy Boogie di Crazy Cavan ‘n’ The Rhythm Rockers (1975), qui adattata in Teddy Girl Boogie.
Con The Last Rebel, seconda perla dell’album, dove rock, blues ed elementi alternative si miscelano bene in un brano insinuante e mutevole, si avvicina la conclusione dell’album, che si chiude sulle note di Horror and Desire, finale incalzante che vede ospite negli assoli il produttore Alain Johannes. Produttore che peraltro fa egregiamente il proprio lavoro in regia, forgiando un suono al tempo stesso grezzo e potente, perfettamente indicato per il genere proposto.

Un album nel complesso discreto, non eccelso né per brillantezza compositiva né per originalità, ma che nello stesso tempo si fa apprezzare per onestà e veridicità e che ha il merito di riaccendere i riflettori su un genere “fisiologicamente” destinato a rimanere nei sottofondi. E su una band che malgrado tutto (in primo luogo, una nazione di residenza tutt’altro che portata verso queste sonorità) sceglie di non snaturarsi e di proseguire con le proprie passioni, in barba ad ogni difficoltà.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
75 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2024
Go Down Records
Rock/blues
Tracklist
1. Divine Is the Illusion
2. Killer’s Kiss
3. Mr Hot Stuff
4. Big City Lights
5. Til Life Do Us Part
6. Roar II
7. Shake ‘em
8. Teddy Girl Boogie
9. The Last Rebel
10. Horror and Desire
Line Up
Gianni Blacula (Voce, chitarre)
Erika Switchblade (Voce, batteria)

Musicisti Ospiti:
Alain Johannes (Chitarra nella traccia 10)
 
RECENSIONI
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