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19/09/24
GIANCANE
ARCI BELLEZZA - MILANO
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HammerFall - Avenge the Fallen
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09/08/2024
( 2080 letture )
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Attraversano un momento decisamente positivo gli Hammerfall, reduci da un paio di solidi capitoli discografici e, soprattutto, da un lungo tour nordamericano in compagnia degli Helloween. Eccoli dunque tornare all'attacco con l'elevata cadenza che li contraddistingue da sempre, due anni appena dopo il buon Hammer of Dawn, decisi a proseguire questa fase propizia. Tredicesimo disco in studio per gli svedesi, Avenge the Fallen nasce on the road; la maggior parte dei brani hanno infatti visto la luce nel corso della suddetta tournée, in pause e momenti morti tra un concerto e l'altro. Sarà forse per questo motivo che il disco gode di una leggerezza e di una spensieratezza evidenti, pur senza rinnegare minimamente il più classico Hammerfall-sound.
È infatti difficile aspettarsi sorprese. D'altronde, la band svedese ripete fondamentalmente la stessa formula da quasi trent'anni a questa parte, e il nuovo nato non fa certo eccezione. Nel corso di una decina di brani, Avenge the Fallen sfonda porte aperte a profusione e si mantiene entro i confini di un confortevole autocitazionismo. A cominciare dalla title-track, che “nasconde” sotto un ingannevole andamento roccioso la natura profondamente melodica del gruppo, la quale esplode nel corso della strofa. Lo stesso discorso vale per l'allegra Hero to All, così come Freedom, trascinante cavalcata portata dalla squillante voce di un Joacim Cans che non sembra accusare minimamente lo scorrere del tempo. Sul versante più melodico di Avenge the Fallen si segnalano anche Capture The Dream, canzone lenta e avvolgente, dotata dell'ennesimo ritornello indovinato, così come soprattutto Hope Springs Eternal, ballad basata su un'idea sviluppata ben vent'anni fa dal chitarrista e leader Oscar Dronjak. Zuccherosa e ruffiana quanto si vuole, questa si rivela decisamente efficace. Così come riusciti sono anche gli episodi più muscolari del disco -comunque imbevuti di melodia fino agli occhi. Di questi fanno parte The End Justifies, classico brano sostenuto e autoreferenziale, o ancora la squadrata Burn it Down, il cui refrain si inchioda immediatamente alla scatola cranica dell'ascoltatore, malgrado un testo talmente “true” da risultare quasi caricaturale (“Here we are, the mighty opponents / here we stand with the wind in our hair”). La vetta della tamarraggine è però raggiunta con Hail to the King, brano solenne, epico, quasi manowariano nel suo incedere granitico costellato di cori virili. Infine, Rise of Evil tenta un approccio leggermente più ruvido, mentre la lunga Time Immemorial mette sul tavolo una costruzione più articolata, una buona progressione che sfocia nel leggiadro ritornello.
Come anticipato, il tutto suona Hammerfall al 100%. Eppure, una volta ancora, gli svedesi riescono a rileggere la loro ricetta in maniera fresca e piacevole, evitando di risultare stantii o (troppo) ripetitivi. Come? Cavando dal cappello una manciata di ritornelloni coinvolgenti e una buona dose di ottime melodie, messi al servizio di una band tecnicamente in stato di grazia. Non sarà Avenge the Fallen a convertire i detrattori del gruppo, ma il disco offre una cinquantina di minuti di ottimo intrattenimento, perfettamente confezionato e privo di passaggi a vuoto. Certo, si potrebbe obbiettare che si tratta di un lavoro scritto col pilota automatico. Vero, ma è anche vero che è esattamente ciò che ci si aspetta dagli svedesi, i quali dimostrano ancora una volta di saperlo fare come si deve.
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19
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Stavolta hanno convinto anche me, e guardando agli album precedenti nemmeno ci credevo più. Intendiamoci, niente di eclatante, chiaramente il confronto con il debut a distanza di tanti anni forse non ha più senso, ma se lo si facesse… la distanza risulterebbe evidente. Però, pur nell’autocitazionismo, nella tamarraggine ecc. ecc., questa volta - a differenza delle ultime scialbe produzioni - i pezzi sono tutti abbastanza ispirati e convincenti, tranne forse giusto un paio. Dopo più di 25 anni di attività non è poco. Voto 79 |
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18
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In effetti è migliore delle ultime produzioni che sapevano molto di mestiere e di dover onorare i contratti con le case discografiche. L\'ultimo pezzo, Time Immemorial mi sembra meno banale del solito e molto interessante. Bella anche la ballad Hope Springs Eternal. Il resto non è memorabile e in alcuni pezzi, molto debitore dei Manowar, soprattutto Hail to the King.
Non raggiungeranno più i livelli del primo disco e dei primi quattro, come sottolineato in vari post qui e in altre recensioni degli ultimi album. Fanno questo di mestiere quindi ce ne saranno altri. Let\'s see. Au revoir. |
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17
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a me son sempre sembrati un po banalotti e impostori di un genere ormai trito e ritrito ....le bands storiche son ben altre!!!....detto questo ascoltero\' questo album visto che non li ho mai cacati...ahahah |
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16
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Avange ,avange , avande the fallen , ma la notte no |
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Dopo molti ascolti rilancio: uno dei loro dischi piú riusciti.
PS i miei figli preferiscono Metal Gods dei Dream Evil, quindi dategli almeno un ascolto. |
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14
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Ascoltato per bene e con le dovute attenzioni, bello,come del resto ogni loro album (ad eccezione dei primi, irraggiungibili) ma a mio parere questa volta hanno fatto un qualcosa in più, hanno messo a segno un colpo migliore. I cori sono epici e molto presenti in quasi tutte le tracce, chitarre belle graffianti e super prova (ennesima) di Cans alla voce. Bello davvero! Tracce top assolute la Avenge the fallen, Freedom, Hail to the king e Time Immemorial. bella davvero anche la semi ballata Hope springs eternal. Avvincenti The End Justifies e Rise of evil. Voto 80 |
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13
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Gli Hammerfall anche questa volta fanno gli Hammerfall e si fanno ascoltare volentieri con il loro metallo lineare e diretto.
In questo album poi ci ho trovato una vena epica non indifferente. Pezzo preferito la cavalcata Capture the dream.La ballad sarebbe bella se non fosse rovinata da un coro imbarazzante (ma di Always will be ne esce una nella vita). Per me 70
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12
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Una band che va bene solo quando hai giù qualche birra e ti scappa la cantata....loro come i Manowar . |
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11
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A me i cori degli Hammerfall piacciono un sacco, sono decisamente epici. Non sono coretti sciocchi ma battaglieri. |
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10
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@Fabio, non per forza ogni coro. Anche in generi tipo Hardcore, Street Punk, come in molto Metal, a volte per me non ci stanno, per non parlare degli ooh oooh oohh, che purtroppo anche i Maiden usano spesso |
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9
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A me il primo piaceva molto dopo, per quelli che ho, li ho trovati molto ripetitivi. Lambruscore quindi a te fa schifo anche Heaven Can wait per dire? Mi ricordo il Somewhere tour, sembrava di essere dentro il London Stadium, anzi all\'epoca c\'era ancora il Boleyn Ground di Upton Park |
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8
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Intendevo CORI da stadio, mo mama, loro come tanti altri rovinano i loro dischi con quei cori del casso lì |
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7
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Dal primo album a No sacrifice No victory ascoltabili senza problemi, da Infected a Dominion il nulla, mosci e pallosi.. Il penultimo e questo hanno ripreso il loro cammino.. |
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6
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Ho ancora i primi 2, non so neanche perchè li avevo comprati, adesso non li ascolto neanche se mi offrono da b...insomma, parliamone, mi ricordo quella che faceva idin de col uan en fo ol, una roba del genere, musicalmente non male, ma quei cosi lì da stadio, mai sopportati |
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5
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Confermo la ritrovata ispirazione, meglio degli ultimi Album, forse il migliore dai tempi di Revolution. le canzoni sono un plagio di se stessi, ma funzionano. 70 |
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4
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Meno male!
Pensavo di essere l\'unico ad essersi accorto che, contrariamente al passato, i martelloni svedesi hanno tirato fuori un gran buon/ottimo album.
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3
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@JC Ma guarda, pure io ho avuto la stessa impressione, da Infected in poi mi era sempre stato impossibile ascoltare un loro disco per intero, eppure questo funziona... |
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2
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Miglior disco degli Hammerfall da un sacco di tempo.
Mi ha stupito di brutto... |
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1
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Album da 5 punti in più. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Avenge the Fallen 2. The End Justifies 3. Freedom 4. Hail to the King 5. Hero to All 6. Hope Springs Eternal 7. Burn It Down 8. Capture the Dream 9. Rise of Evil 10. Time Immemorial
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Line Up
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Joacim Cans (Voce) Oscar Dronjak (Chitarra) Pontus Norgren (Chitarra) Fredrik Larsson (Basso) David Wallin (Batteria)
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