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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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08/10/2024
( 1728 letture )
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Chi vi scrive è un “maggot deluso”, che ha preso in carico questa recensione con entusiasmo ed ha visto in parte soddisfatte le alte aspettative riposte in questo album. Il full lenght omonimo dei Vended è qualcosa in cui, quest’anno, potrete rifugiarvi nel caso abbiate bisogno di nu-metal fresco, immediato e senza troppe pretese. Il risultato in casa Taylor è questo: Griffin 1 Corey 0. Le attenuanti di quella che ritengo essere una curva discendente intrapresa dagli Slipknot possono essere numerose, prima tra cui il presunto processo evolutivo dei 9 verso mondi sonori inesplorati, anche se personalmente ritengo che le loro idee siano semplicemente divenute scadenti; forse sono io che non riesce più a comprenderli, sebbene sia sempre stato incline alle loro molteplici mutazioni...in Vended assistiamo, invece, ad una rinascita, quasi una replica dell’attitudine necessaria ad esprimere degnamente la rabbia che trovavamo negli Slipknot dei primi album. Quello che mi (e vi) chiedo è: potremmo stare assistendo ad un naturale passaggio di testimone?
Di padri, in figli. Griffin Taylor alla voce e Simon Crahan alla batteria sono i punti forti indiscussi dei Vended. Con tutti i limiti artistici e anagrafici Griffin ha semplicemente dimostrato di avere personalità da vendere, seppur tremendamente emulativa delle caratteristiche migliori del padre, fondamentalmente replicandole. L’ascolto è divertente ma tutto suona spaventosamente simile a Corey, dagli scream, alle risate, ai ganci degli incisi; persino le movenze live sono identiche. Sinceramente ci si sarebbe aspettato che avrebbero tentato qualcosa di diverso, più personale magari, perché qui siamo concettualmente ai livelli di B-sides o di band fotocopia in stile Nickelback/Theory Of A Deadman o, ancora, di tributo adolescenziale ma, nonostante questo enorme deficit, la maggior parte delle idee restano buone e di gran lunga migliori delle melodie che il padre attualmente riesce ad inventare (e lo dico anche avendo ascoltato diverse canzoni del suo progetto solista). Potremmo, già quasi tranquillamente sostenere che, nel remoto caso di abbandono, Taylor avrebbe un degno sostituto nella sua progenie per rendere i 9 immortali, pure cambiando tutti i componenti. Ma ci pensate? Ovviamente sono viaggi insensati tutti miei ma solo l’idea mi fa ridere per non piangere. Discorso diverso per Simon Crahan, più defilato a livello espositivo, con meno da dimostrare per accostamenti con Clown e, infatti, Simon è il vero plus della proposta dei Vended. Lui semplicemente spacca! Anche le sezioni strumentali sono esponenzialmente influenzate dalla nota band di riferimento: Pugh, con la sua maschera, al basso, rispetta degnamente il suo ruolo mentre le due chitarre di Epseland e Grodzicki sputano riff non così originali, molto più “on your face”, quindi quasi senza assoli o divagazioni particolari, talvolta tirati ed altri più groove, forse un po' verso i Chimaira. La band è nata nel 2018 con base nello scantinato di Crahan; la loro prima esibizione dal vivo è avvenuta a Des Moines nel marzo 2020. Hanno pubblicato il loro primo EP What Is It/Kill It nel 2021 seguito da alcuni singoli digitali; alla fine del 2022 i Vended sono andati in tour gli Stati Uniti con Jinjer e P.O.D. e dopo appena circa due anni riescono a pubblicare, il 20 settembre 2024 con l’aiuto del produttore Chris Collier (Korn), questo primo LP, pesante, aggressivo, veloce e dinamico portato in tour da headliner con Wristmeetrazor e Lie.
La carica non manca affatto ma ci sono altri due problemi in questo disco. Il songwriting: non è nulla di unico, anzi, decisamente nella media, già da Paint The Skin ma anche nel proseguo, il songwriting è davvero mediocre e scarno di messaggi da trasmettere. Tanta rabbia, quella sì. Per non parlare di quante volte Griffin ripete le parole “Get Inside” che, oltre ad essere scontate e referenziali, vengono trasmesse in quel modo che richiama spudoratamente alla Hit degli Stone Sour; metterci il Fuck in mezzo non rende le cose differenti. Il secondo problema sono quattro tracce in particolare: l’intro, i due interludi e la traccia finale. La prima è un ammasso di suoni e versi sentiti mille volte i due interludi Going Up, tra l’inquietante ed il giocoso e Ones, col suo arpeggio banale e nient’altro che lamenti, sono due idee anche interessanti ma che non portano da nessuna parte e lasciano alquanto interdetti. Infine la traccia finale, As We Know It, sarebbe una chiusura ottima se non diventasse inconcludente nel suo minuto di durata. In questo album, però, ci sono ottimi brani che vanno ascoltati: Am I The Only One, Serenity, The Far Side e Nihilism. Tutte sono esempio di quanto Griffin sia stato bravo a cavare il ragno dal buco, come un ladro di hook in cui Corey ne fa le spese. Disparager è, forse, la più insipida e tralasciabile, tipica e poco memorabile anche se, pare che proprio in questo brano Griffin critichi i media per giudicarli per il loro modo di essere e di porsi; Pitiful e Downfall, infine, riportano il livello molto oltre la sufficienza.
Questo disco non è niente di innovativo o sconvolgente da urlare al caso discografico ma sarà, probabilmente, qualcosa di cui si parlerà. Di certo mi ha impressionato più quanto gli Slipknot siano riusciti a fare in questi ultimi anni. Per quanto il voto vi sembrerà, forse, alto ma convinto, non riesco a tralasciare e non sottolineare il peccato per quelle piccole idee artistiche buttate nel cesso e soprattutto quanto vi sia mancanza totale di originalità ma sono giovani e non tutti trovano la loro identità al debutto. La mia speranza è che, col tempo, Griffin possa trovare un suo specifico stile compositivo e la band riesca a scollarsi questo album di dosso in modo da poter sperimentare di più nella ricerca di sé stessi, per trovare qualcosa di davvero unico che li distingua, perché, aimè, il rischio è quello di intraprendere un percorso parodistico di cui, oggettivamente, non abbiamo bisogno. Se i nostri riusciranno nell’impresa, viste le buone premesse, credo che negli anni i Vended potrebbero riservarci sorpresine croccanti, forse anche solo per inguaribili nostalgici come me.
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mi è piaciuta molto la prima parte dell\'articolo che teorizza addirittura gli Slipknot del futuro con i 2 titolari che lasciano in mano ai figli, geniale. Curioso di sentire il disco. |
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1
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ma che è? er fijo dei slipknot che sona come er padre? nun ce credo... ahhhahah |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Paint The Skin 3. The Far Side 4. Am I The Only One 5. Going Up 6. Nihilism 7. Pitiful 8. Serenity 9. Disparager 10. Where The Honesty Lies 11. Ones 12. Downfall 13. As We Know It
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Line Up
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Griffin Taylor (Voce) Cole Epseland (Chitarra) Connor Grodzicki (Chitarra, Cori) Jeremiah Pugh (Basso, Cori) Simon Crahan (Batteria)
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