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02/11/24
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The Black Dahlia Murder - Servitude
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25/10/2024
( 808 letture )
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Mentre scrivo questo articolo, tanti pensieri si annuvolano nella testa, tanti spunti così quante le domande. Cosa scrivere? Soprattutto in luce a quanto successo ormai 2 anni fa con la tragica scomparsa di Trevor Strnad, storico fondatore e leader dei The Black Dahlia Murder, avvenuta a soli 41 anni. Di fronte ad eventi così sconvolgenti, in questi casi credo che il silenzio sia la miglior forma di rispetto, ma parliamo di cose ben più leggere, parliamo dell'ultima fatica del combo americano, ovvero Servitude. Cominciamo col dire che il disco in sé, ahinoi, zoppica, e molto. Se si vuole fare un paragone col precedente Verminous, la differenza è sostanziosa: dove questo che aveva un'energia ben diversa dal suo successore che infatti fatica a prendere il volo, anzi, il volo molto probabilmente non lo prenderà mai. Badate bene che la critica non è messa sul piano tecnico e/o esecutivo, bensì creativo: il songwriting risulta quantomeno modesto per non dire anonimo, quasi tutti i pezzi viaggiano sulla stessa falsa riga, ovvero un death melodico tirato con durata non superiore ai 3 minuti e assoli (questi molto godibili) verso la seconda parte o in chiusura di brano. A parte qualche sporadico episodio riuscito come Cursed Creator, la title track e Mammoth's Hand, dove si nota qualche maggior ricercatezza nelle soluzioni stilistiche, qualche stacco o spunti di vario genere, mentre il resto propone delle idee non così accattivanti. I pezzi scorrono veloci ma sembrano entrare da una parte e uscire dall'altra.
Il comparto organico suona i pezzi e nulla di più, si fatica a percepire un guizzo di qualsiasi sorta, Brian Eschbach fa tutto il possibile di non far rimpiangere Trevor, nonostante ciò l'offerta musicale qui presentata si lascia ascoltare, nulla più. Dischi come questi ce ne sono a bizzeffe nel panorama odierno, eppure i ragazzi del Michigan ci hanno abituato ad altro e lo sanno benissimo anche loro. Verrebbe da domandarci sulla natura di questo lavoro: esigenze contrattuali? Voglia di dimostrare qualcosa dopo il tremendo accaduto? Questo molto probabilmente non lo sapremo mai, e forse è anche meglio così. Il nostro ruolo di recensori è quello di analizzare ed infine emettere un giudizio sul lavoro di cui si va parlando, ma in questa sede diventa molto difficile. E dopo aver riflettuto ho pensato che fosse meglio se restasse senza voto, una sorta di futile quanto non richiesto incoraggiamento, a chi non l'avesse fatto, di provare lo stesso a dare un ascolto, se avete 40 minuti della vostra vita, sperando tuttavia che i nostri possano imboccare nuovamente la giusta carreggiata, ed un in bocca al lupo per il loro percorso.
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@Lizard Un S.V. me lo aspetto per un Best Of o per un EP con un pezzo inedito e il resto cover. Un Album inedito o me lo recensisci fino in fondo e ti prendi la responsabilità di quello che scrivi e del voto, oppure fallo fare a qualcun altro, a mio avviso. E\' una questione di onestà intellettuale. E di coraggio delle proprie azioni. Il discorso dei critici \"esperti\" è la normalità in ambito artistico, musicale e cinematografico, dove quella del critico è una professione riconosciuta. Non vedo perchè non dovrebbe essere così anche in questo genere di musica. A me sta bene che chiunque possa candidarsi a recensire album su una webzine indipendente, basta tener presente la zine in questione avrà inevitabilmente molta meno autorevolezza della pagina dello spettacolo di un quotidiano nazionale. Ciò non toglie che anche un Luzzatto Fegiz possa aver preso delle cantonate nella sua lunga e prestigiosa carriera di critico. Ultima cosa: un musicista attivo in una o più band NON DOVREBBE recensire pubblicamente i lavori degli altri, mentre so che molti lo fanno. Lo trovo estremamente inopportuno. |
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Ovviamente, ogni opinione e parere sono leciti. Ho controllato per sfizio: gli S.V. sono circa il 2,4% dei \"voti\" totali, in numeri sono circa 500 su 20.266 recensioni. La possibilità esiste, ma viene usata molto raramente, insomma. Trovo comunque simpatico che ci venga detto cosa dovremmo fare come trovo simpatica l\'idea degli \"esperti\" e non appassionati che scrivono recensioni. Quale criterio si usa per definire gli \'esperti\'? L\'età? Il numero di dischi posseduti? Il numero di anni di militanza? Esiste un ordine degli \"esperti di metal\"? Una scuola, un corso professionalizzante? Curiosamente, per i musicisti esiste, ma non è vincolante per essere professionisti. Mentre esiste un ordine dei giornalisti, ma questo non fa di te un esperto, certifica solo che fai un lavoro professionalmente e che sei tenuto a determinati comportamenti e godi di certe tutele. Insomma, la questione non si risolve a chiacchiere o per principio. Posso assicurare che la selezione che facciamo è piuttosto severa... se basta, così è. Ma direi di rimanere ai Black Dahlia Murder, il resto è decisamente troppo fuori IT |
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@LUCIO 77: Beh, a giudicare dalle frasi finali, il giudizio del lavoro è negativo (\"una sorta di futile quanto non richiesto INCORAGGIAMENTO\"), solo che se poi metteva un 50, giù con le critiche, \"mancanza di rispetto per Trevor Strnad, per i membri restanti, hanno avuto una tragedia, non un capolavoro ma meglio del 99% delle schifezze che escono dopo il 1991\", ec. ecc... |
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Ciao Uno, opinione rispettabile la tua.. Unica osservazione: Questo non è il primo S.V., quindi la Linea editoriale del Sito prevede anche questa possibilità.. Più che altro non ritengo la scelta del Recensore ( pur rispettandola chiaramente ) sensata, visto che si tratta di un Album inedito.. |
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Premetto che personalmente sono contrario all\'assegnazione di voti alla musica, così come le recensioni dovrebbero essere scritte da professionisti esperti e non da appassionati e/o musicisti. Non me ne vogliano i redattori, ma oggi chiunque può scriverle sulle webzine, pure io che non ne capisco niente, ci sono sempre bandi aperti in merito. Detto questo, se la linea editoriale di questa testata prevede recensione + voto allora il voto lo si dovrebbe dare comunque, valutando l\'OPERA in sè e non le vicende di contorno o le aspettative. |
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Tutte le scelte sono discutibili o non sarebbero tali. Detto questo, mi sbra che l\'autore, a cui lascio eventualmente la parola, abbia ampiamente motivato la sua. |
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Scelta editoriale della redazione parecchio discutibile. Il disco mi riservo di approfondirlo, quanto ho sentito mi sembrava in linea con il precedente Nightbringhers che a livello sonoro non era niente male, un prodotto nella media
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Nonostante la spiegazione, non capisco il S.V. Album comunque largamente trascurabile. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Evening Ephemeral 2. Panic Hysteric 3. Aftermath 4. Cursed Creator 5. An Intermission 6. Asserting Dominion 7. Servitude 8. Mammoth's Hand 9. Transcosmic Blueprint 10. Utopia Black
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Line Up
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Brian Eschbach (Voce) Ryan Knight (Chitarra, Voce) Brandon Ellis (Chitarra, Voce) Max Lavelle (Basso) Alan Cassidy (Batteria)
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