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Demon Bitch - Master of the Game
03/01/2025
( 1608 letture )
In tempi in cui la definizione “heavy metal” può significare tutto e il contrario di tutto, ci sono gruppi che nascono e si muovono scegliendo di restare fedelissimi al verbo primigenio. Look, nomignoli vecchio stile (in questo caso relazionato con le tematiche affrontate) e acuti d'ordinanza compresi. Un esempio perfetto di questa aderenza alla tradizione che sfida il tempo e il mercato, sono gli statunitensi Demon Bitch.

Venuti fuori a partire dal 2011 dalla scena di quell'ex faro industriale che è la città di Detroit, oltre ad alcune piccole uscite di contorno, i cinque musicisti hanno messo insieme l'EP Death is Hanging... del 2014 e l'album Hellfriends del 2016. Tutto ciò prima di giungere a Master of the Game, qui trattato. A così tanto tempo dall'album precedente, i Demon Bitch confermano senza mezze misure la loro netta opposizione verso le forme espressive metalliche più moderne. Anzi, verso tutte quelle venute fuori dopo l'80/82, a dirla tutta. Registrato tra il 2022 e il 2024 sotto la direzione di George Szegedy, cantante/batterista/tastierista all'opera con Crystal Drive e Peoples Temple e qui al lavoro come produttore, Master of the Games presenta una scaletta di nove pezzi che sono un compendio dell'heavy metal classico a tinte oscure. Il CD è scorrevole e piacevole all'ascolto, mostrando nel contempo un'ottima coesione tra i musicisti. Un fatto che non deve stupire, dato che i Demon Bitch possono essere considerati come un'altra faccia dei White Magician (o il contrario, se preferite). La band presenta infatti i 4/5 dell'altra formazione più il bassista B. Beastmaster, già presente nell'EP del 2014. Rispetto alla prova precedente possono però essere ravvisate alcune modifiche che potremmo definire evolutive, pur all'interno di un perimetro preciso. Allora, Beyond the Pillars e The Quickening descrivono già bene l'intero contenuto del prodotto, così come Not of the Cruciform mette bene in mostra la capacità di interazione tra i chitarristi. Qualità peraltro necessaria in questo campo. Il resto del lavoro si muove su queste coordinate generali, con rimandi medievaleggianti, agli anni Settanta/Ottanta e spunti tra l'epic e il dark. Per trovare lungo il cammino il punto più alto in Sentinel at the Spire, il brano più elaborato del lotto. Se volete un punto di riferimento per decidere se Master of the Game può fare al caso vostro nella sua interezza, ascoltarlo preventivamente può essere la scelta più oculata.

Alla fine della fiera, si può notare come si abbia a che fare con un lavoro leggermente più maturo ed elaborato, ma pienamente in focus rispetto alla storia del gruppo. La caratteristica voce di Logon Saton si muove su pattern melodici non certo “miracolosi”, ma ben pensati e suonati e i vari riff che reggono la struttura principale dei brani restano in testa con facilità. Master of the Game contiene in conclusione tutti i principi fondamentali dell'heavy metal classico venato di epic, ed è agli appassionati del genere che si rivolge.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
80 su 1 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2024
Gates of Hell/Cruz del Sur
Heavy
Tracklist
1. Beyond the Pillars
2. The Quickening
3. Master of the Games
4. Not of the Cruciform
5. Protector and the Horse
6. Into the Archway
7. Sentinel at the Spire
8. Tower of Dreams
9. Soldiers of Obscurity
Line Up
Logon Saton (Voce)
Lord Mars (Chitarra)
Solon Saton (Chitarra)
B. Beastmaster (Basso)
Drummer Master Commander (Batteria)
 
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