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David Gilmour - Luck and Strange
26/01/2025
( 3041 letture )
Classe 1946, il leggendario David Gilmour a quasi ottant’anni ritorna con un disco in studio a nove dal precedente Rattle That Lock, mostrando ancora voglia e determinazione, oltre naturalmente alla classe che lo ha contraddistinto come compositore, chitarrista, cantante e musicista a tutto tondo nel corso di una lunga e iconica carriera. Gilmour ha centellinato le uscite non solo nell’ultimo periodo ma anche durante la quasi sessantennale carriera, si pensi che i Pink Floyd hanno in tutto dato alle stampe quindici album mentre questo Luck and Strange rappresenta solo il quinto episodio della carriera solista, oltre naturalmente a una serie di live album che lo hanno immortalato tanto alla guida della band madre quanto da solista, in una dimensione in cui Gilmour eccelle.

Il gradito e atteso come back è il frutto di anni di lavoro ed elaborazione di idee, concentrate poi nei primi mesi del 2024, a cui il nostro ha dedicato cinque intensi mesi di registrazione e produzione tra Brighton e Londra, assieme a Charlie Andrew e una serie di pregevoli musicisti che si sono occupati assieme a Gilmour delle parti strumentali e vocali. Protagonisti sono naturalmente la voce calda e avvolgente di Gilmour e le trame sognanti disegnate dalle sue Fender e Gibson che scorrono nei tre quarti d’ora proposti tra ritmiche liquide, alternate a soli raffinati e carichi di feeling che tutt’ora ne caratterizzano la maestria. C’è anche tanto spirito di famiglia alla base della riuscita della nuova release, dal momento che i figli Romany e Gabriel sono parte attiva di cori e inserti vocali in vari brani, e la moglie e giornalista/scrittrice Polly Samson è autrice della maggior parte delle lyric dell’album, incentrate su riflessioni relative all’invecchiamento e legate alla mortalità e fragilità, graficamente ben rese dalle fotografie e immagini dell’artista e regista olandese Anton Corbijn. Il disco è di grande spessore e riserva sorprese e momenti di qualità molto alta che finiscono a complementare e arricchire ulteriormente quanto proposto da Gilmour nella lunga, ma non inflazionata carriera. Ecco dunque che c’è tanto Pink Floyd sound a partire dalla breve e atmosfera intro che da spazio alla titletrack, brano vibrante in cui il rock più raffinato si mescola a tratti bluesy, con un contributo sorprendente del defunto tastierista Richard Wright, estrapolata da una sessione di registrazione del 2007 nel fienile di casa di David. A Single Spark è un pezzo straordinario, dalle melodie soffuse e avvolgenti, in cui la timbrica di Gilmour si adagia su un tappeto di orchestrazioni e cori ottimamente arrangiati, sei minuti di classe ulteriormente elevata dalle note dosate della sei corde, che prende il palcoscenico in un lungo e intenso solo carichissimo di feeling nella seconda parte del pezzo; echi dei Pink Floyd si mescolano al ricordo di George Harrison e Jeff Beck. Rock di classe e melodie ricercate si respirano anche in The Piper’s Call e Sings: più oscura e riflessiva la prima, ariosa e positiva la seconda, mentre la figlia Romany sale sul proscenio in un ottimo episodio come Between Two Points, in cui si rivela eccellente interprete alla voce principale, in un brano originariamente scritto e interpretato dai Mongolfier Brothers, indie rockers che si fecero notare tra fine anni Novanta e inizio Duemila guidati da Mark Tranmer. La degna conclusione del disco è affidata alla lunga e atmosferica Scattered, impreziosita da ricercate orchestrazioni e dal raffinato piano di Roger Eno; brano in cui Gilmour ispiratissimo a livello vocale duetta con le linee tracciate dalla sei corde in assoli floydiani all’inverosimile che riescono a complementarsi alla perfezione con il tappeto ritmico e arrivano a comunicare ciò che Gilmour decide di non esprimere con la voce.

Luck and Strange è un lavoro sentito, vero, carichissimo di emozioni, in cui il David Gilmour uomo riflette sul passare del tempo e sull’invecchiamento e finisce per rispecchiare una serie di profonde emozioni in una musica senza tempo e densa di feeling. Un grande album di art rock, con suoni che avvolgono come solo Peter Gabriel ci ha saputo recentemente regalare e che conferma l’ispirazione profonda e io talento di uno dei più grandi musicisti contemporanei. Suggerito da gustare in cuffia.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
82.20 su 34 voti [ VOTA]
Barfly
Mercoledì 29 Gennaio 2025, 17.32.39
7
Premessa : non sono un grande appassionato dei Pink Floyd dopo i Pink Floyd. Quindi ho seguito i successivi dischi solisti saltuariamente e con poco entusiasmo, anche se ho visto live Waters un paio d\'anni fa e mi è piaciuto tantissimo. Detto questo l\'album non mi è dispiaciuto affatto; Gilmour è sempre elegante e come dice @Rob il meglio sta negli assoli , in cui sa ancora dare emozioni . DJ ha ragione quando consiglia l\'ascolto in cuffia: fa apprezzare ancora di più la raffinatezza negli arrangiamenti. La prima volta che ho ascoltato Between two points pensavo fosse l\'ultima di Dido, poi ho sentito l\'assolo ed ho capito 😁 Anche per me 77
Rob Fleming
Mercoledì 29 Gennaio 2025, 9.05.17
6
Ragiono a voce alta sul post di @Testamatta. A mio avviso gli album migliori di Gilmour sono l\'omonimo e Rattle that lock. E soprattutto in quest\'ultimo c\'è qualcosa finalmente di diverso come Faces of Stone, Dancing Right in Front of Me e The Girl in the Yellow Dress. Sugli album di Waters sono abbastanza d\'accordo. E cioè sono d\'accordo che siano migliori (facile quando hai Clapton o Jeff Beck alla chitarra! Vuoi mettere con Gilmour? Ok, sto assolutamente scherzando). Ma devo dire che The pros and cons è la settima e ottava facciata di The Wall (se Final Cut ne sono la quinta e la sesta). Radio KAOS, il mio preferito, è poppeggiante (e odiatissimo dall\'autore stesso). Amused to Death e dopo 25 anni Is This the Life We Really Want? non cambiano di nulla il modo di comporre, arrangiare e cantare di Waters. Quindi se da un lato sono effettivamente migliori dall\'altro non osano in niente. Anzi, paradossalmente l\'unica volta che ha cambiato qualcosa è stato con Dark side redux, dove sembra di sentire Leonard Cohen che fa suo un album dei Pink Floyd.
Testamatta ride
Martedì 28 Gennaio 2025, 15.30.56
5
Voglio strabene a Gilmour, sono pinkfloydiano fino al midollo, li ho tatuati sulla pelle ma vado oltre e dico che quanto detto da Rob (che condivido) io l\'ho sempre riscontrato in tutti i suoi album (eccezion fatta per l\'omonimo del 78 forse). Poi il colpo di classe lo si trova sempre, lui basta che ci infili un assolo a fine canzone ed ecco che il livello sale. Però la sensazione di sbadiglio qua e la è un leitmotiv in ogni sua pubblicazione. Non per fare il solito paragone che ormai ha rotto tutti ma i solisti di Waters sono di ben altra pasta. È una mia constatazione, non ho intenzione di rimarcare una rivalità dalla quale mi sono tenuto sempre alla larga, me li godo entrambi. Così come mi son goduto alla grandissima l\'album live del tour di Mason che è indubbiamente il progetto più interessante pur non trattandosi di muove composizioni.
Fabio74
Martedì 28 Gennaio 2025, 13.34.00
4
A quasi 80 anni non ha bisogno davvero di dimostrare nulla e non credo abbia bisogno di denaro il buon vecchio David. Non sarà un capolavoro ma trasuda e trasmette emozioni, e scusate se è poco. E poi quel sapore malinconico che sa tanto di addio. Grazie di tutto David, con e senza i Pink Floyd.
progster78
Martedì 28 Gennaio 2025, 11.18.03
3
Copio e incollo Rob Fleming,il disco si lascia ascoltare e come sempre gli assoli sono bellissimi ma non mi ha fatto lo stesso effetto del RTL che ascolto ancora molto volentieri...77 anch\'io.
Alessandro
Martedì 28 Gennaio 2025, 8.37.06
2
Album molto ispirato, David Gilmour e\' un musicista totale, raffinato, quando metti un suo disco sai che stai per iniziare un percorso (coi Pink Floyd iniziava un viaggio interstellare) ma anche solo riesce a creare atmosfere intense, vale la pena acquistarlo senza ombra di dubbio perché e\' un disco con anima e cuore...di David Gilmour (fucking Legend) poi ragazzi Scattered e\' una perla assoluta, Scattered ti fa venire i brividi e scendere la lacrima, ma ci sono anche altre bellissime canzoni, piper\'s call anche tantissima roba. Lunga vita a David !!!
Rob Fleming
Martedì 28 Gennaio 2025, 7.17.22
1
Un buon disco, ma non condivido tutto l\'entusiasmo che l\'ha seguito dopo l\'uscita. Anzi, forse per la prima volta in vita mia ho ascoltato un disco per ascoltare solo ed esclusivamente gli assoli, sempre ispiratissimi, dal capolavoro Scattered a quello bellissimo di Piper\'s call. Ma le canzoni non mi hanno quasi mai lasciato nulla. Scivolano via bene, ma non mi sono restate. Romany non è male, vediamo come si svilupperà la sua carriera. Bello il blues con Wright (se alla batteria ci fosse stato Mason avremmo avuto i Pink Floyd), ma il falsetto è veramente fastidiosissimo. 77
INFORMAZIONI
2024
Sony Music
Rock
Tracklist
1. Black Cat
2. Luck and Strange
3. The Piper’s Call
4. A Single Spark
5. Vita Brevis
6. Between Two Points
7. Dark and Velvet Nights
8. Sings
9. Scattered
Line Up
David Gilmour (Voce, Chitarra, Basso, Tastiera)

Musicisti Ospiti/i>
Romany Gilmour (Voce, traccia 6, Cori, Arpa)
Gabriel Gilmour (Cori)
Ely Cathedral Choir (Cori)
Angel Studios Choir (Cori)
Angel Studios Orchestra (Orchestrazioni)
Rob Gentry (Tastiera)
Roger Eno (Piano su tracce 1, 9)
Richard Wright (Tastiera su traccia 2)
Guy Pratt (Basso su tracce 2, 3, 6, 7, 8, 9)
Tom Herbert (Basso su traccia 4)
Adam Betts (Percussioni su tracce 2, 4, 6, 7, 8, 9)
Steve DiStanislao (Batteria su traccia 2)
Steve Gadd (Batteria su tracce 3, 6, 7, 8, 9)
 
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