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Jason Becker - Perpetual Burn
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Nel 1988 la Shrapnel Records ci regala uno dei più geniali e coraggiosi dischi della storia della musica contemporanea: Perpetual Burn. Il protagonista dell’opera è Jason Becker, giovane chitarrista americano già noto al pubblico metal per aver composto (insieme a Marty Friedman e col monicker Cacophony) due dei principali punti di riferimento del movimento neo-classico: Speed Metal Symphony e Go Off!. Con un curriculum vitae del genere non ci si dovrebbe stupire ascoltando i complicati arpeggi di Altitudes o i funambolismi di Perpetual Burn, e invece la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un moderno Niccolò Paganini, architetto di meravigliose quanto intricate strutture melodiche.
Oltre alle contaminazioni stilistiche dei musicisti classici, uno dei meriti di questo disco è di offrire un’alternativa a Malmsteen: Mabel’s Fatal Fate ne è una dimostrazione, riuscendo a coniugare i canonici elementi del virtuosismo (scale e arpeggi eseguite ad alta velocità) con un grande senso per la melodia e costruendo a circa 01.07 un inaspettato “ponte” verso il neo-classicismo in senso stretto; ancora una volta, Becker riesce a comporre frasi musicali originali utilizzando quasi esclusivamente la tecnica dello sweep-picking, senza risultare mai ripetitivo o eccessivo nello sfruttare le proprie doti. Ma la padronanza della chitarra e la preparazione in ambito armonico trovano la propria massima espressione solo nella quarta traccia del disco, Air: dedicata ai suoi genitori, questa composizione interamente acustica si sviluppa su stilemi classici che fanno inevitabilmente pensare a Bach; la cura negli arrangiamenti, la coordinazione tra le due chitarre e i numerosi contrappunti contribuiscono a solidificare un’impressione già presente dall’inizio dell’album: questo chitarrista non ha rivali ed è il migliore in quello che fa. Nelle tre tracce seguenti (le uniche in cui si sentano degli assoli di Marty Friedman), si spazia da atmosfere orientaleggianti a compromessi melodici già sperimentati in Speed Metal Symphony (un classico su tutti: l’assolo di Becker sotto gli arpeggi di Friedman in Temple of the Absurd), dal blues conclusivo della stupenda Eleven Blue Egyptians al malinconico arpeggio di Dweller in the Cellar (canzone dalla struttura variegata, in grado di offrire all’ascoltatore un panorama melodico vasto ma ordinato). A chiudere il disco Opus Pocus, non il pezzo migliore ma sicuramente quello più “solista” dell’album intero: l’assolo introduttivo e la strofa dimostrano le ottime capacità interpretative di Jason, che (come ormai ci ha ben abituati) fa dei vibrati e dei pre-bending il proprio punto di forza; verso 03.10 inizia lo shred puro, probabilmente messo più per “obbligo morale” che per necessità della canzone, che in realtà si reggerebbe benissimo in piedi senza bisogno di tanti virtuosismi: in un disco completamente dedicato alla musica, Opus Pocus è infatti completamente dedicato alla chitarra e alle sue potenzialità espressive.
Perpetual Burn è semplicemente uno dei dischi più brillanti dell’ultimo trentennio. Se non l’avete mai ascoltato, procuratevelo. Se vi piace, compratevelo: Jason Becker è da molti anni affetto da una grave malattia (Sclerosi Laterale Amiotrofica), che lo costringe su una sedia a rotelle, incapace di muoversi e parlare, e sappiamo tutti bene quanto sia difficile in America potersi curare se non si dispone di grandi capitali. Visitate il sito internet www.jasonbecker.com per avere maggiori informazioni sull’album e su questo grande artista: non lasciatevi scappare l’occasione di entrare in contatto con qualcosa di unico e irripetibile.
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Quando ascolto Jason Becker in quest\'album mi sembra di ascoltare della musica sacra fuori dal tempo, ed è strano dirlo su un genere con queste sonorità. Non c\'è una nota in quest\'album che si possa definire superflua, noiosa, fuori posto, ma anzi ogni nota è azzeccata, ricercata, espressiva e completa. Ogni traccia è perfetta.
Su Jason Becker cosa possiamo dire...non so se possiamo definirlo il miglior chitarrista di sempre, dipende cosa intendiamo per miglior chitarrista. Io mi limito a considerarlo il miglior artista che abbia mai ascoltato. Di tutto il panorama musicale che ho ascoltato e ascolto, anche fuori dal metal, Jason Becker è l\'unico che quando lo ascolto si crea una connessione ben più ampia rispetto a tutti gli altri artisti che adoro. Se dovessi scegliere quale album mi porterei in un\'isola deserta, nonostante potessi scegliere tra centinaia di album che adoro e ascolto a rotazione, sceglierei questo Perpetual Burn. |
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L'ho ascoltato molte volte e non mi ha entusiasmato per nulla. Suono freddo e impersonale, molti passaggi sembrano esercizi di un metodo per chitarra shred talmente li sento fini a se stessi, composizioni che non mi hanno colpito. Tecnicissimo, nulla da dire ma per me non basta. Preferisco di molto Malmsteen pur non rientrando tra i miei chitarristi preferiti e preferisco di molto il lavoro di Jason Becker con David Lee Roth a questo. |
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Non scordiamoci che quando ha composto questa perla aveva 19 anni... Il miglior chitarrista di sempre? forse.. purtroppo non ha avuto il tempo di dimostrarlo. p.s il cd è caro ma comprandolo riusciamo anche a dargli una mano economicamente vista la sua sfortunata situazione. |
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Bellisimo! Argo si trova sui 20 euro che non è poco ma non è indecente  |
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Si trova in giro solo a prezzi indecenti... peccato. |
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Di questo album ho sentito solo Altitudes con quell'assolo meraviglioso... Beh, a breve mi procurerò il disco intero. |
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E' davvero un capolavoro senza tempo.... |
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Ascolto questo disco da vent'anni e non mi stanca mai. Lo stavo riascoltando proprio in questi giorni. Lo considero uno dei migliori chitarristi di sempre: in quanto a tecnica, struttura delle composizioni e melodie risulta superiore di gran lunga ad altri più acclamati. |
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Ascoltarlo a quest'ora poi è qualcosa di magico!!!!!!! |
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Per Giove che disco qui il 100 è d'obbligo e che diavolo! @ Jimi the ghost: e mandali a fanculo i tuoi vicini !!! Davanti ad un artista di questo calibro devono soltanto inchinarsi e CHIEDERTI DI ALZARE IL VOLUME ... PS: una volta, per far contento un mio amico patito dei Kreator, abbiamo suonato (io chitarra, lui batteria) Pleasure to kill alle 11 e mezza di sera! Per fortuna eravamo a casa sua e i vicini se la sono presa con lui ... STAY METAL! |
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Haha, si, è grandiosa e i vicini non hanno che da imparare! |
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Dio, Khaine che meraviglia è Altitudes. C'è tutto quello che in una composizione dovrebbe esserci. -Sono le 22:18 e i vicini ancora non urlano...speriam bene- |
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Il miglior chitarrista di tutti i tempi |
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Questo qui è un disco magico: Jason Becker si mostra come è un chitarrista fenomenale che ha una padronanza assoluta di armonia e della melodia, capace di composizioni mature. Riesce a creare memorabili momenti di pathos, di tensione, di grandeur, di stupore, riuscendo a mescolare le 7 note con maestria per fare somministrare delle pozioni magiche all'ascoltatore che trarrà giovamento assoluto dall'ascolto di questo disco. Ogni brano è degno di nota, e nessuno annoia l'udito, anche grazie all'incredibile capacità esecutive di jason becker, capace di stupire soprattutto nelle parti melodiche, abilmente alternate alle schitarrate furiose. I pezzi che più memorabili sono la stupenda suite semi acustica Air, e la struggente Altitudes. Questo album è un autentico capolavoro nobilitato dalla presenza di Marty Friedman, e magistralmente prodotto dallo stesso Becker, che all'epoca era appena maggiorenne. |
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@ Khaine, Er Trucido : prima o poi anche quello sarà mio, questo è certo, solo che ho davvero troppe cose da comprare, in ogni modo è sempre bello scoprire nuovi capoalvori |
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@ xutij: beh almeno li hai spesi in grande musica dai vedrai che Perpetual Burn ti cambierà la vita! Speed metal symphony è più ostico, ma è un disco sullo stesso livello... |
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Quoto @Er Trucido quel disco pur non amando lo shredding mi ha fatto letterlamente venire svariate volte, l'opener "Savage", "Ninja" e la titletrack strumentale (se non erro sono due gli strumentali?) sono letteralmente fantastiche. |
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A questo punto buttati pure su Speed Metal Symphony dei Cacophony  |
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dopo Satriani col suo Surfing..... ho finalmente ordinato Perpetual Burn, non vedo l'ora che mi arrivi, Khaine sei direttamente responsabile del crollo finanziario di un povero diciassettenne D: |
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CA_PO_LA_VO_RO 92/100. La parte finale della track Mabel's Fatal Fable è un qualcosa di indescrivibile a parole, neanche un alieno sarebbe capace di scrivere una canzone del genere. |
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Bravo, mi raccomando, dacci dentro!  |
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Oh, come sono contento che ti sia piaciuto così tanto ora il prossimo passo è imbracciare una sei corde, eh...  |
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finalmente l ho trovato, l ho ascoltato e lo considero 1 capolavoro unico!le mie preferite sono air, eleven blue..., perpetual burn e dweller... album stratosferico sotto tutti i punti di vista! il primo e purtroppo l unico lavoro solista chitarristico del grande jason |
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Eppur compone! Con fatica, ma lo fa. Pare che ci sia un disco in cantiere da molti anni... |
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Concordo con te khaine..Per nostra e sua sfortuna non potremmo mai saperete cosa averebbe fatto!!!Povero jas mi dispiace un sacco..Da chitarrista posso solo lontamente immagine quanto soffra...... |
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Il problema di Becker è che, FONDAMENTALMENTE, ha avuto tempo di fare solo un disco solista. Se avesse avuto qualche anno di tempo in più per potersi pienamente esprimere, chissà cos'avremmo ottenuto... |
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Infatti!!!!Se fossi stato nella sua condizione non so se avrei avuto ancora voglia di vivere...Ma lui non è solo un gran musicista ma è anche una gran persona da prendere come esempio....Comunque per aggiungere una notizia nel 1990 ha sostituito steve vai nei david lee roth e ha inciso, A Little Ain't Enough considerato dai fan uno dei dischi più belli di tutta la carriera di david..Non è cosa da poco sostuire steve vai alla chitarra!!!!!!!!!Spero che si iniziia a conoscere di più questo genio perchè sicuramente non ha il successo che si merita!!! |
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Beh io spero che la recensione gli faccia vendere qualche copia in più... vista la sua condizione fisica, poveraccio, non si può dire che non ne abbia bisogno... |
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La cosa tristie è che lo conoscono in pochissimi..Molti leggengo la recensione si prenderanno il disco e diranno è un genio ma io come pochi altri lo conosciamo da tempo e amiamo la sua musica dal primo minuto di ascolto da quando si capisce che si sta ascoltando la musica di un dio in terra...........ave Jason grazie di essere esistito!!! |
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Recensione perfetta!!!!!!!!!!Iè il mio chitarrista preferito sta davanti a tutti per me persino ad hendrix(non uccidetemi per questo!!)Amo perpetual burn come amo tutta la musica che ha fatto jason le emozioni che mi trasmette questo disco sono irripetibili...Come ha detto khaine suona molto in sweep picking e quando si usa molto questa tecnica si rischia di diventare monotoni,ripetitivi e noiosi cosa che jason non è(forse perchè è un genio?)Disco geniale perfetto in ogni sua forma...Il miglior chitarrista di tutti i tempi..Peccato, i migliori se ne vanno via sempre presto perchè chissà cosa potrebbe avrebbe potuto fare col passare degli anni..Non tollero chi vota e da meno di 99 a questo disco piuttosto non votate ma sotto il 99 non potete darglielo 98 già non va bene ci vuole solo il 99 per un genio del genere!!!!!!!!!!!!!! |
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thanx Syd  |
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Bellissima recensione Khaine. Concordo con quanto detto. |
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probabilmente Becker dimostra che la grandezza di un artista può spingersi ben al di là degli episodi della sua carriera, del suo successo o persino della sua vita. Uno dei pochi chitarristi di questo tipo per cui ancota oggi mi rendo conto di provare una vera ammirazione |
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grande rece, grandissimo disco, chitarrista unico |
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uno dei pochissimi albume sperimentale che non annoai mai dall' inizio alla fine |
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altitude mette i brividi! |
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Grazie tante ragazzi, troppo gentili (ma mi fa piacere, lo ammetto ) |
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Maleducato che non sono altro.. ovviamente benvenuto anche da parte mia  |
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Thank you renaz  |
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