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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 6599 letture )
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Nel 1988 i Cacophony pubblicavano Go Off!, successore del rivoluzionario Speed Metal Symphony ed ultimo disco della leggendaria band americana. Come si potrà ben immaginare anche questo secondo album è in parte strumentale e in parte cantato ma, rispetto al precedente cd, si è posta molta più attenzione sugli arrangiamenti delle sezioni melodiche e soliste e sulla qualità complessiva dei suoni, con il risultato di un prodotto artisticamente maturo e completo in ogni suo aspetto.
Il platter comincia con X-Ray Eyes, mid-tempo caratterizzato da una struttura ritmica che in certi punti tende al virtuosismo e la cui sezione strumentale, posta al centro della canzone, lascia ampio spazio all’improvvisazione dei solisti che, facendo leva sui segni distintivi dei loro rispettivi stili –leggasi: pre-bending, vibrati, giochi di tremolo-bar e uso di scale orientali– continuano ad alternare le proprie voci fino al raggiungimento delle melodie armonizzate, che tanto caratterizzano la musica dei Cacophony. Un buon lavoro anche quello del batterista Deen Castronovo –abile nel riempire le sue parti della giusta dose di tom– e del bassista Jimmy O’Shea, sempre presente ma mai invadente; peccato invece per la prestazione del cantante Peter Marrino che, come già successo nel precedente Speed Metal Symphony, non riesce ad essere all’altezza dei musicisti con cui suona. La seconda traccia, intitolata E.S.P., è introdotta da un breve passaggio acustico, prevedibilmente seguito da un assolo di chitarra, che poi esplode nel riff che farà da base alla strofa; in questo caso bisogna riconoscere che la qualità della linea vocale è buona, ma è anche necessario dire che lo stacco tra il primo solo e la sezione ritmica è troppo marcato, quasi come se si trattasse di due pezzi totalmente diversi e separati; ad ogni modo, sia la parte strumentale centrale che quella finale sono curate in ogni loro minimo dettaglio e rendono queste piccole sbavature completamente ininfluenti sul giudizio finale sul brano. Stranger, terza canzone, riprende nella strofa alcune atmosfere care all’hard rock degli anni ’80 per poi evolversi nella sezione solista, condita di più o meno evidenti richiami alla musica orientale. Go Off!, il primo brano interamente strumentale del cd, è costruito sulla completa alternanza di melodie tra loro assolutamente diverse ma sempre ben armonizzate, sulla non-linearità delle ritmiche, sulle sovrapposizioni delle linee di chitarra, sui giochi da virtuosisti e sugli stupendi assoli dei chitarristi Friedman e Becker che, sfruttando le loro grandi capacità, riescono a far piangere e gridare le sei corde regalandoci nella conclusione del pezzo un brevissimo riferimento alla celebre Aria Sulla Quarta Corda di J. S. Bach.
Con Black Cat inizia la seconda metà del cd e finalmente possiamo dire di trovarci di fronte ad una forma-canzone innovativa: costruita quasi come fosse una strumentale, la struttura del pezzo viene arricchita dalla presenza di linee vocali perfettamente in tono col resto della musica proposta e l’arrangiamento è talmente tanto ben curato che i radicali cambi di atmosfere quasi neanche si notano. Il sesto pezzo, Sword Of The Warrior, rientra prepotentemente in territorio speed metal e non fa prigionieri: la ritmica è serrata, complice il certosino lavoro eseguito dalla coppia Castronovo/O’Shea e persino Peter Marrino riesce laddove finora aveva quasi sempre fallito, cantando con la giusta energia le belle linee vocali della strofa e del ritornello. Sul lavoro solista, invece, non “spreco” altre parole, tanto anche in questo caso ci si attesta su livelli altissimi di competenza, gusto ed originalità. Penultimo pezzo, Floating World, è introdotto da un malinconico assolo celermente seguito dalla prima strofa, divisa in una parte melodica e una più aggressiva: fondamentalmente si tratta di una semi-ballata, composta ed eseguita secondo i canoni stilistici che hanno portato i Cacophony a comporre questo meraviglioso disco; in definitiva, una bellissima canzone. In chiusura troviamo Images, secondo brano interamente strumentale dell’album: a differenza della title-track questo non è un pezzo basato sull’iper-tecnicismo –sebbene sia molto difficile da suonare, sia ben inteso– ma è incentrato sulla musica in se e per se. L’obiettivo non sembra essere quello di stupire l’ascoltatore suonando centinaia di note a velocità irraggiungibili, ma piuttosto di ipnotizzarlo con melodie dolci ed eseguite col senso di tragicità che è tipico dello stile dei due grandi chitarristi di questa band; personalmente, ritengo che l’obiettivo sia stato pienamente raggiunto.
In conclusione: considerando l’altissima qualità della musica, la rarità della proposta –non si tratta dell’ennesimo cd power metal, uguale a mille altri già esistenti e privo di significato: questo è un lavoro unico nel suo genere, sia per stile che per contenuto, calcolando anche l’importanza che ha avuto su due generazioni di shredders e la quasi totale assenza di carenze nella registrazione o difetti nella composizione dei vari brani, il voto che ho scelto di dare all’album credo sia decisamente più che guadagnato; se non avete mai ascoltato questo cd, quindi, correte a cercarlo e vedrete che non ve ne pentirete affatto.
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8
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Quoto @schiodo #2 al 100%.
Mentre considero SMS un grande album rovinato però da un vocalist non all'altezza, considero questo Go Off! veramente dozzinale e trascurabile. Voto 60 per rispetto verso questi due grandi chitarristi (Marty è sempre stato uno dei miei preferiti dopo Malmsteen, Rhoads e Petrucci, Jason purtroppo inespresso per via di quello che tutti sappiamo) ma il songwriting è alquanto deficitario.
Album da sempre sopravvalutato, va bene che i gusti sono gusti ma dare 99 vuol dire capire davvero poco di musica, con rispetto parlando.
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7
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LOL hai scoperto come si fanno le faccine cmq i nomi tirati in ballo son grossi. Non mi esprimo solo perchè dovrà farlo qualcun altro  |
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6
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Toh che magia, dunque due punti più d maiuscola ed è apparso un sorriso |
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5
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Ottimo, superiore al predecessore; a me Khaine, tanto per rimanere su progetti di alta scuola tecnicistica, erano piaciuti anche il debutto dei Racer X e Project river |
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4
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Grande album, tutte le track sono bellissime non ci sono filler. Cacophony 'go off' merita un 88/100 C_A_P_O_L_A_V_O_R_O. |
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3
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Album davvero bellissimo! E bella anche la recensione! Però se devo dirla tutta secondo me 99 è un po esagerato come voto...90 poteva andare più che bene! |
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2
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è ovvio che siamo di fronte a due grandi chitarristi, è ovvio che la sfortunata vicenda umana di Jason Becker susciti emozioni e rispetto per il suo modo di affrontare la malattia, ma considerare questo disco un capolavoro mi sembra molto, ma molto, esagerato... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. "X-Ray Eyes" – 5:10 2. "E.S.P." – 6:06 3. "Stranger" – 3:24 4. "Go Off!" – 3:46 5. "Black Cat" – 7:45 6. "Sword of the Warrior" – 5:09 7. "Floating World" – 5:10 8. "Images" – 3:43
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Line Up
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Peter Marrino - Vocals Jason Becker- Guitar Marty Friedman - Guitar Jimmy O'Shea – Bass Deen Castronovo – Drums
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