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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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09/04/2025
( 1008 letture )
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I Bloodywood si ripetono! Dopo Rakshak, un ottimo disco di debutto che aveva mostrato con prepotenza una incredibile capacità di mischiare il metal con sonorità indiane, guadagnando riconoscimenti in tutto il mondo, acquisendo un contratto con Fearless Records e diventando il primo gruppo metal indiano a entrare nelle classifiche di Billboard, la band si ripresenta con Nu Delhi, pubblicato il 21 marzo 2025. Il nome, ovviamente, gioca sul riferimento alla capitale indiana da cui proviene la band e al genere che propone. La durata dell'album è relativamente breve, poco più di mezz'ora, ma assolutamente soddisfacente vista la sua coesione e compattezza nelle otto tracce. I Bloodywood riescono, ancora una volta, a miscelare tradizione e modernità, con un impatto sonoro che spicca e fa tremare le fondamenta del genere, grazie ad un lavoro esotico, potente e spassoso. Il songwriting, che mescola le parti rap in stile Linkin Park in inglese di Kerr con la vocalità rabbiosa e imperante di Bhadula, è ormai consolidato. Il supporto strumentale è caratterizzato da riffing di chitarra metalcore impattante, ritmiche prepotenti di Singh supportate dal dhol (tamburo a doppia testa), trame indian-folk con tumbi, oltre a sitar, flauto, violino o forse sarangi e bansuri, perfettamente amalgamati nelle trame dei brani, con sprazzi di elettronica. Insomma, c'è davvero di tutto, e quel "tutto" funziona da paura. Tre singoli hanno anticipato l'uscita dell'album. Il primo, Nu Delhi, è una lettera d'amore alla città da cui provengono, ed è posizionato in chiusura della tracklist. Il secondo, Bekhauf, è un mash-up perfetto che richiama all'omonimo metodo di cottura dell'Asia meridionale. Il terzo, Tadka, è un riferimento un po' tamarro all'omonimo metodo di cottura dell'Asia meridionale. Hanno da poco terminato il loro Return Of The Singh Tour da headliner in tutta Europa supportati dai Nine Inch Naans mentre a giugno inizieranno il supporto al tour americano delle Babymetal con Black Veil Brides e Jinjer.
Partendo dall’inizio, troviamo Halla Boll, dove si percepiscono sin dalle prime battute i richiami etnici, seguiti dai chitarroni ribassati in stile metalcore pesante di Karan Katiyar. Nel bridge, il tutto si arricchisce con il tocco percussivo tribale del dhol rib-strack di Sarthak. L’inciso è esplosivo e rimane impresso nella mente. I brani si susseguono esplodendo in Hutt e Dhadak, grazie anche ai ganci vocali persuasivi di Bhadula. Quanto bene ci sta la lingua indiana su questa roba! L’intro di Kismat, con il suo indian beat, apre a chitarre quasi djent, un ritornello epico e un bridge electronic-core, creando una traccia tra le più varie ed evocative. Daggeebaaz, invece, contiene nel suo finale un beatdown in stile deathcore, pesante quanto i passi dell'elefante in copertina. Tanta roba! Tutte le canzoni sono groovy e divertenti e, sebbene prendano in prestito stilemi del nu-metal già sentiti mille volte, ritengo che le loro idee si siano evolute in modo talmente buono da poterli considerare capostipiti e pionieri di una scena metal indiana che non è mai riuscita ad emergere a livello internazionale. Un unicum che ha stravolto qualunque previsione e ha saputo rendere la lingua indiana estremamente accattivante su queste sonorità.
I Bloodywood sono pienamente consapevoli di ciò che stanno facendo e riescono a far funzionare così bene questo album grazie all'autenticità e al cuore con cui lo presentano. Una formula consolidata, ma che continua ad arricchirsi e svilupparsi verso idee sempre più complesse, pur restando immediata. Se le parti rap nel songwriting di Kerr possono talvolta sembrare banali, le performance vocali di Bhadula risultano decisamente più affinate e innalzano il livello complessivo di Nu Delhi. La produzione è assolutamente buona e beneficia del loro ingresso nel roster della casa discografica californiana. Inoltre, la collaborazione con le Babymetal è un ottimo plus che aggiunge la band alla lista di collaborazioni del trio nipponico (dopo Bring Me The Horizon, Tom Morello ed Electric Callboy), aiutando ad ampliare il loro pubblico a livello internazionale. Nu Delhi dei Bloodywood alza il livello, espande i confini del nu-metal e si propone come l’ennesima release di spessore del 2025. Dategli una chance!
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9
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per gli amanti del genere si fa\' ascoltare... |
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7
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No ma quale antipatia, il senso della frase era proprio quello letterale. Rispetto (ad esempio) al 2021/2022, il mio apporto quantitativo nel numero delle recensioni è calato per vari motivi e ora, con altri colleghi in sezione, si può distribuire equamente il carico di scritti da fare. Tutto qui.
Tornando in argomento, il disco è buono ma... hai ragione tu, svanito l\'effetto sorpresa del debutto personalmente sento che manca qualcosa. Non in termini stilistici (sono stati coerenti proseguendo nel solco di Rakshak) ma questa volta, già sapendo cosa aspettarsi, ho avvertito meno soddisfazione nell\'ascolto. |
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6
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@Indigo: era una semplice battuta, niente di più, con tanto di faccina ridente. Non è che mi tolga il sonno la rua risposta ma il finale... tradisce antipatia... boh. |
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5
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@Skull, niente di quello che hai detto, semplicemente ora che l\'area alternative ha più redattori l\'assegnazione degli album viene distribuita fra noi tre e il vice CR. Non preoccuparti, d\'ora in avanti vedrai sempre meno recensioni firmate da me. |
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4
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Stanno venendo fuori scene metal importanti anche da paesi meno scontati. |
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3
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...a me questa band piace....ho già il CD precedente...bravi....e coraggiosi.... |
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2
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Ne avevo letto bene, ho provato ad ascoltarlo ma non mi ha particolarmente colpito. |
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1
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Il precedente mi era piaciuto molto, questo mi ha colpito meno. Resta un buon lavoro, ma è svanito l\'effetto wow del primo disco e mentre ascoltavo, confesso senza sussultare mai, mi sono chiesto quanti ne potessero \"stampare\" di semi-identici perchè il tutto tende ad essere un po\' prevedibile. Quasi fotocopia di Rakshak, nel bene e nel male. Voto 75
@Snap: hai dovuto chiudere il povero @Indigo in qualche stanzino per scrivere tu questa recensione?!
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Halla Bol 2.Hutt 3.Dhadak 4.Bekhauf 5.Kismat 6.Daggebaaz 7.Tadka 8.NuDelhi
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Line Up
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Jayant Bhadula (Voce) Raoul Kerr (Voce) Karan Katyjar (Chitarra, Flauto) Roshan Roy (Basso) Vishesh Singh (Batteria) Sarthak Pahwa (Dhol)
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RECENSIONI |
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