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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Memphis May Fire - Shapeshifter
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13/04/2025
( 479 letture )
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Il nostro cervello ha la naturale tendenza a raggruppare le idee in categorie comuni per semplificare la realtà. Questo processo di categorizzazione ci porta a ridurre ciò che ci circonda in etichette prestabilite, per organizzare più facilmente la nostra percezione del mondo. Una tendenza che, nell’era dei social, risulta esasperata: oggi il modo in cui le persone classificano canzoni e band metal come mainstream, octane-core, formulaic o qualsiasi altra etichetta simile è diventato quasi tossico. Gli ultimi due termini, a dire il vero, sono piuttosto nuovi anche per me. Ci sono band che provano a spingersi oltre, a correre dei rischi e a rompere gli schemi. A volte riescono, a volte no. Ma non è questo il caso.
I Memphis May Fire si attengono a ciò che sanno funzionare, e Shapeshifter, il loro ottavo album (pubblicato il 28 marzo 2025 via Rise Records), è un perfetto esempio di come si possa restare nella propria zona di comfort senza troppe pretese. Formula standard di metalcore/pop. Tutte le tracce sono state scritte con Cody Quistad dei Wage War, e la sua impronta si sente chiaramente. C'è anche la partecipazione di Jon Lundin dei Point North in Chaotic e di Zac Maloy (The Nixons) in Hell Is Empty. Tuttavia, uno degli aspetti che ha fatto storcere il naso a molti fan è stata la strategia promozionale: 8 singoli su 10 pubblicati prima dell’uscita dell’album. Si è iniziato con Chaotic, quasi un anno fa, per poi arrivare all’ultimo singolo The Other Side, rilasciato il 19 febbraio. Risultato? Chi ha acquistato il disco si è ritrovato a conoscere praticamente tutte le tracce, escluse Versus, che è anche carina, ma se voglio sentire quella vibe, cerco The Weeknd, e la conclusiva Love Is War, un buon pezzo che però non sposta nulla rispetto a ciò che la band propone di consueto. Non ci sono canzoni brutte, in questa mezz’ora di ascolto, ma tutto rimane in superficie. Non ci sono crolli di tensione, ma nemmeno picchi che sorprendono. Il pezzo migliore è probabilmente Shapeshifter, che sembra racchiudere l’identità sonora della band texana. I testi, come da cliché, trattano di disagi personali e maschere da indossare, con i soliti titoli costruiti intorno a una parola chiave urlata nel ritornello. Questo toglie un effetto sorpresa che servirebbe ma che nemmeno ti aspetti vista la proposta piuttosto prevedibile. Fin dalla prima traccia, la voce di Matty spicca sia nelle parti melodiche che in quelle scream, così come nei ritornelli super-orecchiabili. I ganci vocali funzionano bene. Anche alcune idee strumentali meritano una menzione, come l’epicità di Hell Is Empty. La band dà il meglio nei brevi breakdown di Infection e Necessary Evil, dove si fondono elettronica, groove e melodia rabbiosa. The Other Side è il picco "mieloso" del disco, mentre Overdose, che vede la collaborazione vocale di Christian Lindskog dei Blindside, non lascia particolarmente il segno. Non mi addentro troppo nella descrizione traccia per traccia, perché l’ascolto, per quanto piacevole e scorrevole, non riesce a lasciare un’impronta profonda. Le melodie vocali sono molto orecchiabili, ma si dimenticano in fretta. Shapeshifter è il classico "buon album senza infamia e senza lode" che conferma sia i pregi che i limiti dei Memphis May Fire, attualmente in tour negli Stati Uniti supportati da Caskets, Windwalkers e Elijah.
In conclusione, Shapeshifter è un disco assolutamente sufficiente, che soddisferà i fan più fedeli e continuerà a sembrare insipido e stereotipato a chi li ha già accantonati. Non è l’album della svolta, anzi: è un altro tassello nella loro discografia, con qualche singolo da portare sul palco. La loro proposta si inserisce tra le tante nel filone del metalcore melodico, accanto a Wage War, Beartooth, Asking Alexandria, Atreyu e, soprattutto, Bring Me The Horizon, che tra tutti restano i più interessanti. Personalmente continuo ad amare The Sinner e The Hollow, e anche Challenger e Unconditional avevano il loro perché. Ma sono passati oltre dieci anni, e da allora, a parte qualche singolo da mettere nella training playlist, Shapeshifter, come buona parte della loro produzione recente, è abbastanza dimenticabile.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Chaotic 2.Infection 3.Overdose 4.Paralyzed 5.Hell Is Empty 6.Necessary Evil 7.The Other Side 8.Shapeshifter 9.Versus 10.Love Is War
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Line Up
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Matty Mullins (Voce, Tastiere, Programmazione) Kellen McGregor (Chitarra, Voce, Tastiere) Cory Elder (Basso) Jake Garland (Batteria)
Musicisti ospiti Christian Lindskog (Voce traccia 3)
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RECENSIONI |
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